dorabaltea

Membro Attivo
Privato Cittadino
Buongiorno
Se si volesse presentare una pratica edilizia dopo il decesso del proprietario, e prima della successione, come ci si comporta?
Il tecnico che presenterebbe la pratica è tra gli eredi, che sono 2.
Grazie!
 
La successione si apre con la morte del de cuius e non con la denuncia di successione, che è solo un incombente di tipo fiscale, da fare entro 1 anno dalla morte.
Questo significa che la situazione che prospetti è impossibile, nel senso che l'unica situazione che si può prospettare è se presentare la pratica dopo l'apertura della successione, ma prima dell'accettazione dell'eredità e/o della denuncia di successione.
A livello fiscale, non cambia assolutamente nulla, se non quanto si valorizza l'immobile ai fini della denuncia di successione, secondo me.
A livello civile, il coerede chiamato all'eredità può benissimo esercitare i poteri di conservazione del patrimonio che gli sono attribuiti dal codice civile, senza nemmeno avere il dubbio che ciò significhi per forza accettare tacitamente l'eredità, in quanto fare lavori per conservare il patrimonio significa solo quello e non necessariamente che si voglia accettare.
Il tecnico che presenta la pratica, in qualità di coerede o anche se non ha accettato ancora l'eredità, deve rendere poi il conto all'altro erede, in quanto si presume che questi dia un mandato di gestione: relazionare sull'operato, giustificare eventuali spese tecniche, eccetera.
 
Si tratta di lavori interni, gli eredi sono d'accordo su tutto.
La denuncia di successione non è ancora stata fatta, e l'eredità verrà accettata da tutti. La domanda si riferisce anche a chi intestare la pratica.
Grazie a tutti

I lavori servono a mettere a reddito un immobile che non può attendere i tempi della denuncia di successione
 
La domanda è semplice: il chiamato all’eredità può sottoscrivere una pratica edilizia? In teoria si configurerebbe come accettazione tacita. Ma verrebbe accettata?
Inutile scrivere che sarebbe meglio seguire la prassi canonica
 
Buongiorno
Se si volesse presentare una pratica edilizia dopo il decesso del proprietario, e prima della successione, come ci si comporta?
Il tecnico che presenterebbe la pratica è tra gli eredi, che sono 2.
Grazie!
Gli eredi legittimari, anche in assenza di definizione della successione (e i non legittimari) in assenza contestazioni in merito, sono già proprietari al momento del decesso, non c'è un vuoto in questo senso, manca solo il perfezionamento fiscale.
Alcune cose sono precluse senza il perfezionamento della successione, come il rogito di vendita, ma le pratiche si possono firmare e presentare.
Non di rado alcuni Comuni chiedono di integrare la pratica col titolo di proprietà e a quel punto servirà la successione finita, ma per presentarle e avviare i lavori, almeno a Torino, non succede.
 
Si tratta di lavori interni, gli eredi sono d'accordo su tutto.
La denuncia di successione non è ancora stata fatta, e l'eredità verrà accettata da tutti. La domanda si riferisce anche a chi intestare la pratica.
Grazie a tutti
La pratica si può intestare a nome degli eredi che devono firmare tutti in qualità di erede di...... Non ho mai avuto problemi in merito. Per rispondere a @Bastimento è chiaro che la presentazione di una pratica edilizia sia di per sé un' accettazione tacita dell' eredità.

Faccio infine presente che al giorno d'oggi una successione senza particolari beni provenienti da società o simili si conclude in circa un mese e mezzo, un paio di settimane per presentare la successione telematica se fornite già da subito tutti i documenti a chi la presenta e un mesetto per avere le cinque ricevute (voltura catastale compresa).
 

Gratis per sempre!

  • > Crea Discussioni e poni quesiti
  • > Trova Consigli e Suggerimenti
  • > Elimina la Pubblicità!
  • > Informarti sulle ultime Novità

Le Ultime Discussioni

Indietro
Alto