tomarx

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Buongiorno a tutti,

Ho rogitato il 24 settembre. La parte venditrice ha dichiarato all'atto la conformità degli impianti e la presenza di salvavita. Avevano anche dichiarato che l'immobile era stato ristrutturato e in effetti ci sono mascherine nuove, luci a led, l'immobile non è assolutamente vetusto.

Quando mi sono trasferita nell'immobile ho notato la mancanza di salvavita e canne fumarie fino al tetto per le stufe a pellet. Ho quindi sentito un avvocato che ha mandato tre diffide, a seguito di relazioni tecniche da parte di elettricista e idraulico.

La parte venditrice putroppo ha completamente ignorato le diffide, nonostante anche il notaio che ha redatto l'atto abbia confermato la loro responsabilità.

Il mio avvocato ha suggerito di procedere con la mediazione, ma anche in quel caso potranno non presentarsi e da lì bisognerà andare in tribunale, e mi ha riferito che potrebbero volerci anni per avere una risoluzione. Inoltre i costi sono elevati.

Sto quindi pensando di lasciare perdere e rifare gli impianti a mie spese.

Mi chiedevo se qualcuno avesse avuto una situazione simile? E come si é risolta?

Grazie in anticipo.
 

brina82

Membro Storico
Professionista
Buongiorno a tutti,

Ho rogitato il 24 settembre. La parte venditrice ha dichiarato all'atto la conformità degli impianti e la presenza di salvavita. Avevano anche dichiarato che l'immobile era stato ristrutturato e in effetti ci sono mascherine nuove, luci a led, l'immobile non è assolutamente vetusto.

Quando mi sono trasferita nell'immobile ho notato la mancanza di salvavita e canne fumarie fino al tetto per le stufe a pellet. Ho quindi sentito un avvocato che ha mandato tre diffide, a seguito di relazioni tecniche da parte di elettricista e idraulico.

La parte venditrice putroppo ha completamente ignorato le diffide, nonostante anche il notaio che ha redatto l'atto abbia confermato la loro responsabilità.

Il mio avvocato ha suggerito di procedere con la mediazione, ma anche in quel caso potranno non presentarsi e da lì bisognerà andare in tribunale, e mi ha riferito che potrebbero volerci anni per avere una risoluzione. Inoltre i costi sono elevati.

Sto quindi pensando di lasciare perdere e rifare gli impianti a mie spese.

Mi chiedevo se qualcuno avesse avuto una situazione simile? E come si é risolta?

Grazie in anticipo.
Sarebbe utile capire quali mancanze ci sono, relativamente all'impianto elettrico ad esempio.

Un salvavita costerà meno di un Avvocato, spese per la causa ecc., anche perchè queste consulenze ad elettricisti ecc. avranno avuto anche un costo, immagino.
 

Zagonara Emanuele

Membro Senior
Agente Immobiliare
Sarebbe utile sapere cosa sia stato esattamente scritto sull'atto di compravendita a proposito degli impianti.

Un conto è affermare che l'impianto "è a norma" e provvisto di certificati di conformità (e in tal caso avresti dovuto riceverli), un'altra è dire che gli impianti "sono a norma secondo le normative vigenti all'epoca della loro realizzazione" (che potrebbe essere stata anche anni fa e non necessariamente di recente) e non allegare e consegnare di conseguenza i certificati.

Già l'assenza dei certificati avrebbe dovuto suggerirti che gli impianti non sono stati fatti recentemente!!!!!

La presenza del "salvavita" dice tutto e nulla.
Di salvavita di norma ce ne sono 2 (uno in casa ed uno di lato al contatore della luce (magari il secondo di questi c'è, mentre il primo no, perciò come vedi è vero tutto e anche il suo contrario).

In sintesi, direi che l'avvocato ti farà spendere soldi inutilmente, senza risolverti il problema,. specialmente se la clausola scritta sull'atto è come penso sia scritta e non come l'hai intesa tu (ma questo, il tuo avvocato, se serio e preparato e non il solito azzeccagarbugli, avrebbe dovuto dirtelo).
 

tomarx

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Grazie per le risposte.

Gli impianti sull'atto sono stati dichiarati come segue

"La parte venditrice garantisce la perfetta efficienza ed il regolare funzionamento di tutti gli impianti elettrici, idrici, sanitari, di riscaldamento e del gas, e più in generale, di tutti gli impianti di cui all'art. 1 del D.M. 22 gennaio 2008 n. 37, nonchè la loro conformità alle normative vigenti in materia di sicurezza, dichiarando la parte alienante che trattasi di impianti installati o adeguati anche parzialmente prima del 13 marzo 1990, pertanto la adeguatezza dei medesimi deve intendersi riferita ai requisiti minimi di cui all'art. 6 comma 3 del D.M. suddetto."

Purtroppo non c'è nessun salvavita, ne quadro elettrico, ne messa a terra, il contatore Enel si trova dentro il bagno dell'abitazione. In parole povere manca 'il minimo indispensabile'. Mi sono stati preventivati 5000+ euro per rifare l'impianto.

Segue anche la relazione dell'elettricista:

"Con la presente si richiama la messa in sicurezza del impianto elettrico con URGENZA in rispetto delle Normative CEI 64-8, DM 37/8 Ante Legge 46/90 che attualizza un impianto elettrico ritenuto idoneo deve essere dotato di sezionamento circuiti e protezione contro le sovracorrenti, deve avere la protezione contro i contatti diretti e indiretti e/o con protezione differenziale non superiore a 30 mA.
Dopo le verifiche realizzate NON sono stati trovati nel immobile le protezioni/quadro elettrico di distribuzione e protezione contro contatti diretti e indiretti."

Sia elettricista, che notaio e avvocato hanno concluso che se il venditore ha garantito in atto la presenza dei requisiti minimi di cui all’articolo 6 comma 3 del DM 37/2008 e questi non sussistono, deve provvedere a propria cura e spese all’adeguamento.

Naturalmente non ho avuto nessun riscontro dalla parte venditrice, quindi mi chiedevo se qualcuno avesse avuto esperienze simili.

Grazie
 

Zagonara Emanuele

Membro Senior
Agente Immobiliare
Grazie per le risposte.

Gli impianti sull'atto sono stati dichiarati come segue

"La parte venditrice garantisce la perfetta efficienza ed il regolare funzionamento di tutti gli impianti elettrici, idrici, sanitari, di riscaldamento e del gas, e più in generale, di tutti gli impianti di cui all'art. 1 del D.M. 22 gennaio 2008 n. 37, nonchè la loro conformità alle normative vigenti in materia di sicurezza, dichiarando la parte alienante che trattasi di impianti installati o adeguati anche parzialmente prima del 13 marzo 1990, pertanto la adeguatezza dei medesimi deve intendersi riferita ai requisiti minimi di cui all'art. 6 comma 3 del D.M. suddetto."

Purtroppo non c'è nessun salvavita, ne quadro elettrico, ne messa a terra, il contatore Enel si trova dentro il bagno dell'abitazione. In parole povere manca 'il minimo indispensabile'. Mi sono stati preventivati 5000+ euro per rifare l'impianto.

Segue anche la relazione dell'elettricista:

"Con la presente si richiama la messa in sicurezza del impianto elettrico con URGENZA in rispetto delle Normative CEI 64-8, DM 37/8 Ante Legge 46/90 che attualizza un impianto elettrico ritenuto idoneo deve essere dotato di sezionamento circuiti e protezione contro le sovracorrenti, deve avere la protezione contro i contatti diretti e indiretti e/o con protezione differenziale non superiore a 30 mA.
Dopo le verifiche realizzate NON sono stati trovati nel immobile le protezioni/quadro elettrico di distribuzione e protezione contro contatti diretti e indiretti."

Sia elettricista, che notaio e avvocato hanno concluso che se il venditore ha garantito in atto la presenza dei requisiti minimi di cui all’articolo 6 comma 3 del DM 37/2008 e questi non sussistono, deve provvedere a propria cura e spese all’adeguamento.

Naturalmente non ho avuto nessun riscontro dalla parte venditrice, quindi mi chiedevo se qualcuno avesse avuto esperienze simili.

Grazie

La parte venditrice non ti ha garantito un bel niente.
Ovvero ha dichiarato che gli impianti sono adeguati a "prima del 13.03.1990".

Cosa abbiamo capito; elettricista, avvocato e notaio, solo loro lo sanno!!!
 

tomarx

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Mi scusi ma noto che lei é agente immobiliare - come può insinuare che tre professionisti del settore abbiano interpretato male la legislazione?

Hanno dichiarato che gli impianti, seppur pre 90, posseggono i requisiti minimi di sicurezza come da legge 46/90 (gli impianti esistenti dovevano essere adeguati entro tot anni)
"pertanto la adeguatezza dei medesimi deve intendersi riferita ai requisiti minimi di cui all'art. 6 comma 3 del D.M. suddetto."
 

brina82

Membro Storico
Professionista
Mi scusi ma noto che lei é agente immobiliare - come può insinuare che tre professionisti del settore abbiano interpretato male la legislazione?

Hanno dichiarato che gli impianti, seppur pre 90, posseggono i requisiti minimi di sicurezza come da legge 46/90 (gli impianti esistenti dovevano essere adeguati entro tot anni)
"pertanto la adeguatezza dei medesimi deve intendersi riferita ai requisiti minimi di cui all'art. 6 comma 3 del D.M. suddetto."
L'elettricista difficilmente conosce la storia della normativa sugli impianti elettrici; avresti dovuto coinvolgere un progettista elettrotecnico, cioè almeno un Perito Elettrotecnico.

Prima della 46/90 bastava il salvavita; è necessario capire quando nasce l'obbligo di messa a terra per gli appartamenti.

È logico che un elettricista ti indichi tutto il necessario per rendere idoneo l'impianto oggi, adeguato alla 37/08.
 

tomarx

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Infatti non c'è nessun salvavita, e per poterlo mettere bisogna sezionare l'impianto..

Ho avuto anche un parere da parte di un ingegnere elettronico e ha appurato la stessa cosa.
 

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