A proposito di case….
Ad Agosto a Roma sono state identificate 600 ragazze in “case chiuse” e 300 hanno ricevuto il foglio di via.
Il fenomeno della prostituzione in abitazioni private è in forte crescita. Mercoledì, ad esempio, è stata scoperta un’altra casa di piacere nel quartiere romano dell’Esquilino, a viale Manzoni. Queste “escort”, tutte colombiane, arrivavano a guadagnare anche 30 mila euro al mese. Giochi erotici, orge, prestazioni che costavano anche 400 euro a serata per le centinaia di clienti che ogni giorno affollavano l’appartamento...
Per risolvere questo problema il sindaco Alemanno torna alla carica dicendo che la sua ordinanza anti prostituzione del 16 settembre 2008, da sola non è sufficiente, ma serve l’introduzione di un reato specifico per avere risposte concrete.
Anche il ministro dell’ Interno Maroni pare stia predisponendo un decreto legge sulla sicurezza urbana che potrebbe contenere norme importanti sulle questioni dell’allontanamento dei cittadini comunitari ma anche provvedimenti sulla prostituzione e il vagabondaggio.
Intanto, si riapre la discussione sulle “case chiuse” abolite dalla legge Merlin del 1958.
La legge aveva la “ratio” di risolvere, una volta per tutte, il problema della prostituzione che, invece, fu solo sfrattato sulle strade, all’aperto.
Assodato che la prostituzione, considerato il più antico lavoro del mondo, c’è sempre stata, c’è e ci sarà anche in futuro, è meglio disciplinarla con regole certe e tenerla sotto controllo, con la riaperture delle case di piacere, oppure è meglio continuare ad eludere il problema e seppellirlo sotto il tappeto come la polvere?
Il sindaco Alemanno, lo stesso che varò il sopracitato decreto antiprostituzione, riconosce che esso non è stato sufficiente a dare risposte concrete sul piano della criminalità, dello sfruttamento delle donne e della tutela della decenza nei luoghi pubblici.
Gli esperti e i mediatori di altre e ben più oneste case, cosa ne pensano della delicata questione “case chiuse”?
Nel film “Arrangiatevi” di Mauro Bolognini del 1959, un untuoso e subdolo “sensale di piazza” chiamato Pino Calamai, splendidamente interpretato dal tartufesco Vittorio Caprioli, intermediava, a un prezzo favorevolissimo, un contratto d’affitto di una “casa di quelle” a favore dello sventurato capo di famiglia Peppino Armentano, interpretato da Peppino De Filippo, che non riusciva a trovare, a Roma, un alloggio decente per sua moglie, per le figlie e per il padre, interpretato da un sottomesso Totò.
E così si doveva “arrangiare”.
Chissà, se all’epoca, i mitici sensali, gli antenati degli attuali e più professionali agenti immobiliari, fecero lo stesso nella realtà…
Io scommetto di sì. Nelle loro schiere si annidavano sicuramente più di un Pino Calamai...
Il mercato è il mercato, gli affari sono gli affari....
Ad Agosto a Roma sono state identificate 600 ragazze in “case chiuse” e 300 hanno ricevuto il foglio di via.
Il fenomeno della prostituzione in abitazioni private è in forte crescita. Mercoledì, ad esempio, è stata scoperta un’altra casa di piacere nel quartiere romano dell’Esquilino, a viale Manzoni. Queste “escort”, tutte colombiane, arrivavano a guadagnare anche 30 mila euro al mese. Giochi erotici, orge, prestazioni che costavano anche 400 euro a serata per le centinaia di clienti che ogni giorno affollavano l’appartamento...
Per risolvere questo problema il sindaco Alemanno torna alla carica dicendo che la sua ordinanza anti prostituzione del 16 settembre 2008, da sola non è sufficiente, ma serve l’introduzione di un reato specifico per avere risposte concrete.
Anche il ministro dell’ Interno Maroni pare stia predisponendo un decreto legge sulla sicurezza urbana che potrebbe contenere norme importanti sulle questioni dell’allontanamento dei cittadini comunitari ma anche provvedimenti sulla prostituzione e il vagabondaggio.
Intanto, si riapre la discussione sulle “case chiuse” abolite dalla legge Merlin del 1958.
La legge aveva la “ratio” di risolvere, una volta per tutte, il problema della prostituzione che, invece, fu solo sfrattato sulle strade, all’aperto.
Assodato che la prostituzione, considerato il più antico lavoro del mondo, c’è sempre stata, c’è e ci sarà anche in futuro, è meglio disciplinarla con regole certe e tenerla sotto controllo, con la riaperture delle case di piacere, oppure è meglio continuare ad eludere il problema e seppellirlo sotto il tappeto come la polvere?
Il sindaco Alemanno, lo stesso che varò il sopracitato decreto antiprostituzione, riconosce che esso non è stato sufficiente a dare risposte concrete sul piano della criminalità, dello sfruttamento delle donne e della tutela della decenza nei luoghi pubblici.
Gli esperti e i mediatori di altre e ben più oneste case, cosa ne pensano della delicata questione “case chiuse”?
Nel film “Arrangiatevi” di Mauro Bolognini del 1959, un untuoso e subdolo “sensale di piazza” chiamato Pino Calamai, splendidamente interpretato dal tartufesco Vittorio Caprioli, intermediava, a un prezzo favorevolissimo, un contratto d’affitto di una “casa di quelle” a favore dello sventurato capo di famiglia Peppino Armentano, interpretato da Peppino De Filippo, che non riusciva a trovare, a Roma, un alloggio decente per sua moglie, per le figlie e per il padre, interpretato da un sottomesso Totò.
E così si doveva “arrangiare”.
Chissà, se all’epoca, i mitici sensali, gli antenati degli attuali e più professionali agenti immobiliari, fecero lo stesso nella realtà…
Io scommetto di sì. Nelle loro schiere si annidavano sicuramente più di un Pino Calamai...
Il mercato è il mercato, gli affari sono gli affari....