Prezzi residenziale, Economist: “In Italia superano del 12% potere d'acquisto stipendi”
14/01/2013
I prezzi delle case in Italia superano del 12% il potere d'acquisto degli stipendi.
A indicarlo il settimanale The Economist nel suo ultimo rapporto sul mercato immobiliare relativo al 2012.
Esistono due fattori per misurare l'equilibrio dei prezzi.
Il “Price to rent” si calcola mettendo in relazione il prezzo medio dell'affitto con il prezzo medio dell'acquisto.
Se i due fattori sono in equilibrio il rapporto è zero.
Nel caso dell'Italia, l'Economist indica che il rapporto è addirittura negativo, a meno 1, e comunque prossimo allo zero.
C'è poi il “Price to income” dove si mette in relazione il prezzo di acquisto con gli stipendi medi.
Da questo risulta che le case italiane costano un 12% di troppo: facendo una media tra i due valori, l'eccesso sui prezzi risulta pari al 6%.
I prezzi tuttavia sarebbero già diminuiti del 4% nel 2012 e dell'11,3% rispetto all'ultimo trimestre del 2007, considerato a livello mondiale il culmine della curva crescente dei valori delle abitazioni.
Il nostro Paese viene indicato dall'Economist nel novero di quelli la cui la diminuzione dei prezzi si è accentuata l'anno scorso, anche se i cali più drastici dell'ultimo quinquiennio sono avvenuti in Irlanda (-49,4%) e in Spagna (-24,3%).
Il paese iberico presenta inoltre il maggior crollo del 2012 (-9,3%) mentre in Italia la discesa è cominciata leggermente più tardi, nel terzo trimestre 2008.
Scarica la tabella
Posted by Monitorimmobiliare
House-price indicators_The Economist
14/01/2013
I prezzi delle case in Italia superano del 12% il potere d'acquisto degli stipendi.
A indicarlo il settimanale The Economist nel suo ultimo rapporto sul mercato immobiliare relativo al 2012.
Esistono due fattori per misurare l'equilibrio dei prezzi.
Il “Price to rent” si calcola mettendo in relazione il prezzo medio dell'affitto con il prezzo medio dell'acquisto.
Se i due fattori sono in equilibrio il rapporto è zero.
Nel caso dell'Italia, l'Economist indica che il rapporto è addirittura negativo, a meno 1, e comunque prossimo allo zero.
C'è poi il “Price to income” dove si mette in relazione il prezzo di acquisto con gli stipendi medi.
Da questo risulta che le case italiane costano un 12% di troppo: facendo una media tra i due valori, l'eccesso sui prezzi risulta pari al 6%.
I prezzi tuttavia sarebbero già diminuiti del 4% nel 2012 e dell'11,3% rispetto all'ultimo trimestre del 2007, considerato a livello mondiale il culmine della curva crescente dei valori delle abitazioni.
Il nostro Paese viene indicato dall'Economist nel novero di quelli la cui la diminuzione dei prezzi si è accentuata l'anno scorso, anche se i cali più drastici dell'ultimo quinquiennio sono avvenuti in Irlanda (-49,4%) e in Spagna (-24,3%).
Il paese iberico presenta inoltre il maggior crollo del 2012 (-9,3%) mentre in Italia la discesa è cominciata leggermente più tardi, nel terzo trimestre 2008.
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