Buongiorno, devo accatastare una soffitta mai accatastata posta al terzo piano di un edificio, realizzata in sopraelevazione circa 30 anni fa, con regolare concessione edilizia (tuttavia mai accatastata).
All'epoca i proprietari dell'edificio erano 3 fratelli (eredi di chi costruì l'edificio), ciascuno con la propria abitazione (per semplicità diciamo che l'edificio consta solamente di 3 abitazioni: una al piano T, una al piano 1 e una al piano 2), i quali insieme decisero di sopraelevare e costruire di fatto un piano in più (tuttavia con altezze ridotte, perché parliamo di un sottotetto di altezza massima pari a 2m), per "sanare" le infiltrazioni derivanti dalla terrazza di allora, che di fatto è diventata il piano di calpestio del sottotetto da accatastare.
I 3 per fortuna vanno d'accordo e sono sempre stati unanimi sul fatto che tale unità spettasse solamente ad uno dei 3 eredi e cioè al proprietario dell'unica proprietà posta al secondo piano (che all'epoca corrispondeva con l'ultimo piano del palazzo), come da accordi relativi all'eredità che si spartirono.
L'accesso al sottotetto avviene tramite le scale condominiali.
Ora ci sono 2 strade:
1) si accatasta a nome del proprietario dell'appartamento posto al secondo piano (preferiremmo), di fatto saltando un passaggio notarile ("invocando" ad esempio l'art. del 1127 c.c.), oppure
2) si accatasta 1/3 1/3 1/3 e si va dal Notaio...
Se possibile, vorremmo saltare il passaggio notarile, per ovvi motivi legati ai costi (anche perchè, qualora dovessero nascere questioni anche tra i futuri eredi, di fatto il locale è già utilizzato da oltre 20 anni dal proprietario dell'appartamento posto al secondo piano, quindi già sarebbe bello che usucapito).
Il dubbio è che in una futura rivendita poi il Notaio potrebbe fare questioni... (l'atto di provenienza di fatto non esiste, e potrebbe dire che di fatto sarebbe dei 3 e non del singolo...).
Cosa ne pensate? Grazie.
All'epoca i proprietari dell'edificio erano 3 fratelli (eredi di chi costruì l'edificio), ciascuno con la propria abitazione (per semplicità diciamo che l'edificio consta solamente di 3 abitazioni: una al piano T, una al piano 1 e una al piano 2), i quali insieme decisero di sopraelevare e costruire di fatto un piano in più (tuttavia con altezze ridotte, perché parliamo di un sottotetto di altezza massima pari a 2m), per "sanare" le infiltrazioni derivanti dalla terrazza di allora, che di fatto è diventata il piano di calpestio del sottotetto da accatastare.
I 3 per fortuna vanno d'accordo e sono sempre stati unanimi sul fatto che tale unità spettasse solamente ad uno dei 3 eredi e cioè al proprietario dell'unica proprietà posta al secondo piano (che all'epoca corrispondeva con l'ultimo piano del palazzo), come da accordi relativi all'eredità che si spartirono.
L'accesso al sottotetto avviene tramite le scale condominiali.
Ora ci sono 2 strade:
1) si accatasta a nome del proprietario dell'appartamento posto al secondo piano (preferiremmo), di fatto saltando un passaggio notarile ("invocando" ad esempio l'art. del 1127 c.c.), oppure
2) si accatasta 1/3 1/3 1/3 e si va dal Notaio...
Se possibile, vorremmo saltare il passaggio notarile, per ovvi motivi legati ai costi (anche perchè, qualora dovessero nascere questioni anche tra i futuri eredi, di fatto il locale è già utilizzato da oltre 20 anni dal proprietario dell'appartamento posto al secondo piano, quindi già sarebbe bello che usucapito).
Il dubbio è che in una futura rivendita poi il Notaio potrebbe fare questioni... (l'atto di provenienza di fatto non esiste, e potrebbe dire che di fatto sarebbe dei 3 e non del singolo...).
Cosa ne pensate? Grazie.