G
giuseppe.cantarella
Ospite
Nel novembre del 2006 ho venduto un appartamento in edilizia convenzionata ex art. 35 della legge del 1971. Da premettere che ero il secondo proprietario, che la convenzione era stata stipulata nel 1981 e che proprietario della superficie per 99 anni sarebbe stato il Comune. Il prezzo di vendita vincolato stabilito dal Comune era di 71.500 euro e ne eravamo a conoscenza sia io che il compratore, ma ci accordammo per un prezzo di mercato di 132.000 euro da pagare in assegni circolari per 71000 euro, che era il prezzo indicato nel rogito e il resto in contanti. Dopo sette anni si fa vivo il compratore il quale pretende che restituisca i 60500 euro pagati in più rispetto al prezzo imposto dal Comune. Chiedo: 1) considerato che la legge del 1992 ha abrogato l'art. 35 della legge del 1971 che ha eliminato il vincolo, può costui chiedermi il rimborso ? 2) nel 1996 la superficie di proprietà del Comune fu riscattata dal condominio che ne divenne proprietario. Tuttavia il Comune incassò la cifra del riscatto ma per problemi burocratici a tutt'oggi formalmente non è stata modificata la convenzione che sarà firmata a giorni. Visto che comunque la superficie era stata pagata potevo vendere al prezzo di mercato ? 3) Alla luce delle sentenze della Cassazione del 2000 e del 2011 che indicano come destinatario del prezzo imposto solo il costruttore, in un eventuale giudizio mi daranno ragione ? 4) Dato che il compratore sapeva dell'esistenza del vincolo, indicato nel rogito e comunicatoci per iscritto ad ambedue le parti dall'agenzia intermediaria, posso eventualmente chiedere la nullità dell' atto di vendita ? 5) Quali conseguenze potrebbero esserci sia per me che per il compratore per avere dichiarato il falso (prezzo di vendita) in un atto pubblico ?
Per favore che qualcuno mi risponda al più presto. Grazie e saluti a tutti
Per favore che qualcuno mi risponda al più presto. Grazie e saluti a tutti