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Buongiorno cercherò di essere breve. Sto comprando un appartamento in edilizia libera a prezzo convenzionato (durata residua di 3 anni). Comune Milano.

Abbiamo definito un importo che è imposto da 3 voci: prezzo appartamento ricapitalizzato, migliorie ricapitalizzate e tramite scrittura privata mobilio lasciato dai venditori.

I venditori avevano comprato dal costruttore e Nota Bene le migliorie sono state fatturate, a loro, prima del rogito originario e non inserite nel valore della casa stessa a rogito. Es valore casa 10, valore migliorie 2. Nel rogito originario riportato solo 10. Anche se i venditori hanno copia delle fatture.

Ora tre notai contattati rifiutano di inserire nell'atto il valore delle migliorie, anche se giustificato dalle fatture, mentre il venditore nutre dei dubbi su questa interpretazione. I principali dubbi dei notai sono dati da: lavori fatti pre rogito originario (non presenti come importo nel rogito stesso) e sul fatto che la convenzione non specifichi qualcosa relativo alle migliorie.

Cancellare la convinzione comunale è possibile ma richiede tempo e vorremmo se possibile evitare tale prassi per chiudere entro i tempi stabiliti nel compromesso. Entrambi vogliamo avere la consapevolezza di fare le cose per bene, ma non vorremmo essere incappati in un eccesso di prudenza da parte dei notai.

Cosa ne pensate?
 

Bagudi

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Possono essere valutate nel prezzo dell'immobile solo le migliorie eseguite dopo il rogito.

Nulla osta, però, a inserire nel rogito anche il costo di alcuni elementi (tendone, impianto climatizzazione, inferriate di sicurezza, ecc.) per giustificare una uscita maggiore di denaro (per la tracciabilità) ma senza esagerare e facendola inserire come prezzo a parte rispetto all'immobile.
 

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