Salve, questa la "Problematica" di un mio amico.
Acquisto, a seguito di agiudicazione di asta pubblica, immobile in dismissione di proprietà dello stato la cui costruzione risale al 1950.
Lo stato conservativo dell'immobile è pessimo, al limite della abitabilità, al punto tale che richiede una ristrutturazione totale dello stesso.
Il prezzo di agiudicazione è stato di 145.000,00 euro, il valore catastale risulta essere di 1874,02.
L'atto di compravendita (il rogito) dovrebbe riportare il prezzo di acquisto e di conseguenza pagare tutti i diritti (tasse ed oneri del notaio) riferendosi appunto a 145.000 euro.
Perchè il notaio dice che nell'atto deve trascivere 250.000 euro, e pagare di conseguenza i diritti (cioe tasse e oneri del notaio) facendo riferimento appunto a 250.000 euro?
Il notaio riferisce che se procede con l'atto trascrivendo 145.000 poi, successivamente, oltre a pagare allo stato la differenza di tasse pagate in meno pagherei anche una forte multa.
E' vero che l'immobile una volta ristrutturato avrà un valore di mercato che si aggirerebbe sui 300/350.000 euro, ma di fatto oggi,
- per come è lo stato manutentivo (cade a pezzi);
- per quanto risulta essere censita al catasto 1874,02;
- per quanto è stata acquistata tramite asta pubblica 145.000;
il mio amico non trova logico quello che dice il notaio.
Aspetto Vostri consigli in modo che possa decidere come comportarsi.
Grazie.
Acquisto, a seguito di agiudicazione di asta pubblica, immobile in dismissione di proprietà dello stato la cui costruzione risale al 1950.
Lo stato conservativo dell'immobile è pessimo, al limite della abitabilità, al punto tale che richiede una ristrutturazione totale dello stesso.
Il prezzo di agiudicazione è stato di 145.000,00 euro, il valore catastale risulta essere di 1874,02.
L'atto di compravendita (il rogito) dovrebbe riportare il prezzo di acquisto e di conseguenza pagare tutti i diritti (tasse ed oneri del notaio) riferendosi appunto a 145.000 euro.
Perchè il notaio dice che nell'atto deve trascivere 250.000 euro, e pagare di conseguenza i diritti (cioe tasse e oneri del notaio) facendo riferimento appunto a 250.000 euro?
Il notaio riferisce che se procede con l'atto trascrivendo 145.000 poi, successivamente, oltre a pagare allo stato la differenza di tasse pagate in meno pagherei anche una forte multa.
E' vero che l'immobile una volta ristrutturato avrà un valore di mercato che si aggirerebbe sui 300/350.000 euro, ma di fatto oggi,
- per come è lo stato manutentivo (cade a pezzi);
- per quanto risulta essere censita al catasto 1874,02;
- per quanto è stata acquistata tramite asta pubblica 145.000;
il mio amico non trova logico quello che dice il notaio.
Aspetto Vostri consigli in modo che possa decidere come comportarsi.
Grazie.