Buonasera a tutti, spero di stare inserendo il quesito nella sezione corretta.
Sono in procinto di acquistare un negozio da adibire a studio fotografico e/o ufficio.
La mia situazione è la seguente: sono in regime ordinario e ho due codici ateco (74.90.99 e 74.20.19 - uno come consulente nell'ambito della sicurezza e uno da fotografo freelance), nessuno dei due con iscrizione alla camera di commercio. Quindi due professioni totalmente diverse con necessità diverse.
Attualmente la mia abitazione risulta ad uso promiscuo, e il locale che vorrei acquistare è accatastato C1.
Quello che mi è stato detto fino ad ora dalla mia commercialista è che:
- non è possibile detrarre/dedurre alcunchè sulle spese di acquisto dell'immobile
- le spese effettivamente detraibili saranno l'IMU e le spese condominiali, oltre alle bollette, se queste verranno intestate alla p. IVA.
- che potrei detrarre eventuali spese di ristrutturazione fino al 5% dei cespiti dell'attività (nel mio caso, pochissimi purtroppo)
- che posso mantenere la casa come uso promiscuo e aprire una unità locale, senza dover pagare la tassa annua alla camera di commercio, non essendovi iscritta.
Un secondo commercialista mi ha detto che il discorso unità locale è infattibile, proprio perchè non sono iscritta alla camera di commercio, e mi ha detto di acquistare come privato per poi fare un comodato d'uso gratuito a me stessa come professionista (?).
La situazione mi pare quindi abbastanza confusa. Ovviamente mi piacerebbe trovare il modo di avere qualche sgravio sul negozio e contemporaneamente non perdere quelli sull'abitazione - dal momento che, a tutti gli effetti, svolgerei una professione in un posto e l'altra nell'altro.
NB: So che per la fotografia il distinguo tra gli artigiani e i liberi professionisti è collegato alla tipologie di attrezzature (non so se anche alle strutture), quindi vorrei avere la tranquillità di poterlo adibire a studio fotografico a tutti gli effetti - senza stampe o produzione di altri materiali destinati alla vendita - e non essere costretta ad dichiararlo come "ufficio" per la mia altra attività (si tratta di consulenza nell'ambito della fisica sanitaria).
Spero di avere esposto il quesito in maniera comprensibile, anche se è abbastanza articolato.
Sono in procinto di acquistare un negozio da adibire a studio fotografico e/o ufficio.
La mia situazione è la seguente: sono in regime ordinario e ho due codici ateco (74.90.99 e 74.20.19 - uno come consulente nell'ambito della sicurezza e uno da fotografo freelance), nessuno dei due con iscrizione alla camera di commercio. Quindi due professioni totalmente diverse con necessità diverse.
Attualmente la mia abitazione risulta ad uso promiscuo, e il locale che vorrei acquistare è accatastato C1.
Quello che mi è stato detto fino ad ora dalla mia commercialista è che:
- non è possibile detrarre/dedurre alcunchè sulle spese di acquisto dell'immobile
- le spese effettivamente detraibili saranno l'IMU e le spese condominiali, oltre alle bollette, se queste verranno intestate alla p. IVA.
- che potrei detrarre eventuali spese di ristrutturazione fino al 5% dei cespiti dell'attività (nel mio caso, pochissimi purtroppo)
- che posso mantenere la casa come uso promiscuo e aprire una unità locale, senza dover pagare la tassa annua alla camera di commercio, non essendovi iscritta.
Un secondo commercialista mi ha detto che il discorso unità locale è infattibile, proprio perchè non sono iscritta alla camera di commercio, e mi ha detto di acquistare come privato per poi fare un comodato d'uso gratuito a me stessa come professionista (?).
La situazione mi pare quindi abbastanza confusa. Ovviamente mi piacerebbe trovare il modo di avere qualche sgravio sul negozio e contemporaneamente non perdere quelli sull'abitazione - dal momento che, a tutti gli effetti, svolgerei una professione in un posto e l'altra nell'altro.
NB: So che per la fotografia il distinguo tra gli artigiani e i liberi professionisti è collegato alla tipologie di attrezzature (non so se anche alle strutture), quindi vorrei avere la tranquillità di poterlo adibire a studio fotografico a tutti gli effetti - senza stampe o produzione di altri materiali destinati alla vendita - e non essere costretta ad dichiararlo come "ufficio" per la mia altra attività (si tratta di consulenza nell'ambito della fisica sanitaria).
Spero di avere esposto il quesito in maniera comprensibile, anche se è abbastanza articolato.