Confedilizia: affitto, grande assente della campagna elettorale
Italia • Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato: “C’è un grande assente in questa campagna elettorale: è l’affitto, sul quale il livello di tassazione produce effetti devastanti.
L’affitto svolge una grande funzione sociale, favorendo – anche – la mobilità sul territorio di lavoratori, studenti, impiegati pubblici.
E’ il grande assente di ogni dibattito. Nessuno si occupa dell’emergenza abitativa, che si aggrava di giorno in giorno essendo stato condannato all’estinzione l’affitto (la cui fine porta con sé anche la fine dell’investimento in immobili) dato che sugli immobili affittati della proprietà diffusa pesa in modo insostenibile l’IMU, con aliquote stabilite nella medesima misura delle case a disposizione dei proprietari al mare o ai monti.
E questo, chiamando «seconde case» le case in affitto e giocando, cioè, sulle parole.
Allo stesso modo, pesa sull’affitto la riduzione dal già insufficiente 15 per cento ad un irrisorio 5 per cento della deduzione forfettaria IRPEF a titolo di spese, che ha sancito di fatto il principio della tassazione delle spese stesse.
Questo, mentre l’affitto è sempre stato assicurato, in Italia, dalla proprietà diffusa, oggi invece discriminata.
E’ necessario allora che le forze politiche che si candidano alla guida del Paese si pronuncino su questo tema e dicano se hanno o meno intenzione di salvare l’affitto e la sua funzione sociale. Prima che sia troppo tardi”.
Comunicato stampa
Italia • Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato: “C’è un grande assente in questa campagna elettorale: è l’affitto, sul quale il livello di tassazione produce effetti devastanti.
L’affitto svolge una grande funzione sociale, favorendo – anche – la mobilità sul territorio di lavoratori, studenti, impiegati pubblici.
E’ il grande assente di ogni dibattito. Nessuno si occupa dell’emergenza abitativa, che si aggrava di giorno in giorno essendo stato condannato all’estinzione l’affitto (la cui fine porta con sé anche la fine dell’investimento in immobili) dato che sugli immobili affittati della proprietà diffusa pesa in modo insostenibile l’IMU, con aliquote stabilite nella medesima misura delle case a disposizione dei proprietari al mare o ai monti.
E questo, chiamando «seconde case» le case in affitto e giocando, cioè, sulle parole.
Allo stesso modo, pesa sull’affitto la riduzione dal già insufficiente 15 per cento ad un irrisorio 5 per cento della deduzione forfettaria IRPEF a titolo di spese, che ha sancito di fatto il principio della tassazione delle spese stesse.
Questo, mentre l’affitto è sempre stato assicurato, in Italia, dalla proprietà diffusa, oggi invece discriminata.
E’ necessario allora che le forze politiche che si candidano alla guida del Paese si pronuncino su questo tema e dicano se hanno o meno intenzione di salvare l’affitto e la sua funzione sociale. Prima che sia troppo tardi”.
Comunicato stampa