Quattro possibilità:
1- classico contratto di affitto commerciale intestato a tutte le figure coinvolte (per il proprietario è il top perché, essendo il contratto indiviso, ha più referenti obbligati in solido a cui poter attingere. In caso uno di questi non paghi sta agli altri versare la "quota" mancante). I vari utenti dovranno accordarsi tra loro per il pagamento dei canoni (una soluzione potrebbe essere che una volta paga uno , una volta un altro etc etc).
2- contratto di affitto ad uno solo degli utenti, con possibilità di sublocazione solo agli altri identificati. In sto caso il proprietario ha un solo referente al quale richiedere i pagamenti. Quest'ultimo dovrà occuparsi di recuperare i denari dagli altri o dovrà versare di propria tasca le varie mensilità.
3- contratto di locazione parziale ai singoli utenti (un contratto per ogni utente e se uno di questi se ne va, al proprietario mancherà una quota di affitto). Ma mi pare che si volesse evitare questo tipo di situazione. Credo (ma è da verificare) che si possa predisporre che i rimanenti avranno un aumento del canone a copertura della parte mancante, ma immagino che si dovrebbe inizialmente redigere un contratto a canone più alto, inserire la clausola di abbassamento del canone già dal primo mese di locazione, rinnovare detta clausola fintanto che va tutto bene ed eliminarla qualora una o più parti dovessero lasciare l'immobile o smettessero di versare la propria pigione. (insomma è un po' casino).
4- contratto di somministrazione: analogo al punto 3 ma non si parla più di locazione/affitto, ergo la durata non è più soggetta al minimo di 6 anni ed a livello di tassazione di solito diventa interessante. Anche in questo caso però sono più contratti (in caso di condivisione, probabilmente io sceglierei questo, sia come proprietario che come "inquilino"). Per il proprietario diventa utile il fatto di poter espellere l'inadempiente senza dover aspettare i tempi di legge.