mi sto allora chiedendo visto che da quello che si deduce, ormai anche per il nostro paese, c'è un pericolo reale di default ( fallimento), so che è molto difficile prevedere il futuro ma sinceramente non riesco a comprendere la gravità che ci potra essere in questo caso con un mutuo casa sulle spalle, in poche parole cosa succede a noi poveri dopo sacrifici e un mutuo casa ? Finora nessuno me la saputo dire nella cerchia di conoscenti, sicuramente ci sarà un aumento dei tassi ma la mia paura è che ci sarà ben altro. La situazione in grecia sarà un punto di riferimento ma non trovo notizie in merito ad una ipotetica situazione descritta...
Buona sera..
Sergio
Caro Sergio vedo che i telegiornali e la stampa ti hanno creato un'ansia
esagerata. Ti può sembrare che io sia particolarmente ottimista ma non è così e cerco di chiarire i tuoi dubbi.
- Pericolo default Italia: la Grecia che tu citi come esempio non è del tutto da prendere come esempio perchè il problema del debito greco è realtivo alla parte di deficit corrente (per una famiglia equivale alle spese correnti che superano di oltre il 10% le entrate) mentre la situazione dell'Italia è decisamente migliore. Sempre a proposito della situazione della Grecia i mercati finanziari scontano oramai il fallimento (questo si deduce dai titoli di Stato che in molti casi quotano al 50% del loro valore portando il rendimento in alcuni casi oltre il 20%) rendendo di fatto insostenibile il debito pubblico mentre per l'Italia non è così perché anche le ultime aste di BOT e BTP sono andate bene.
- Inflazione e tassi: la Banca Centrale ha già effettuato un primo aumento dei tassi perché l'inflazione è superiore all'obiettivo imposto dal trattato di Maastricht (2%). C'è il rischio che un aumento dei prezzi delle materie prime (petrolio e agricole) ci faccia "importare" inflazione dall'estero sopratutto se perdura la debolezza del dollaro che è la moneta con cui si pagano le materie prime.
Fatta questa doverosa premessa c'è un' altra considerazione da fare che ti potrà sembrare dura o insensibile ma la crisi c'è per chi perde il lavoro o è costretto a chiudere la propria azienda perché non ha lavoro, per tutti gli altri non cambia nulla, anzi per chi ha denaro da spendere la crisi rappresenta un'opportunità perchè i prezzi dei prodotti o servizi calano in assenza o carenza di domanda.
Ora vengo alle risposte che cerchi premettendo che la sfera di cristallo non c'è l'ha nessuno e come dice un comico dialettale qui da noi
quello che deve ancora accadere nessuno se lo ricorda.
- Se dovvese esserci un default dell'Italia (cosa per ora improbabile e non è questa la sede per discussioni simili) il primo problema c'è l'avrebbero i possessori di titoli di Stato che vedrebbero decurtarti i valori nominali e allungate le scadenze (vedi Argentina).
- Non ritengo probabile una super inflazione che faccia crollare i valori nominali di titoli di stato e beni immobili (almeno per ora e finchè esiste l'euro) perchè gli stati di tutta l'area Euro Germania compresa dovrebbero pagare molti più interessi sul proprio debito rischiando di diventare tutti insolventi. Ad ogni modo chi ritiene che il rischio inflazione sia elevato può sottoscrive un mutuo a tasso fisso.
- Se la crisi economica per te è un problema nel senso che ritieni probabile la perdita del lavoro è consigliabile proteggersi con una polizza perdita impiego che almeno per 12 mesi si sostituisce a te nel pagamento delle rate.
P.S. nei casi catastrofici descritti prima ( es. valore che scende da 200.000 a 20.000) saremo alla catatrofe e lì non ci sarebbe soluzione per nessuno.
Aggiunto dopo 11 minuti :
A proposito della mancanza di informazioni sulla crisi greca lamentata da Sergio di seguito riporto il commento che ho appena ricevuto da un team di gestori di fondi comuni (avrei voluto aggiugerlo nel post precedente ma non ho potuto farli perchè avevo superato il tempo massimo consentito di 10 min.
).
Gentile GRAZIANO CAVALLINI,
Secondo la Banca Centrale Europea la minaccia che la crisi del debito in Grecia possa trasferirsi al sistema bancario è il maggior rischio per la stabilità finanziaria dell’Eurozona.
La stabilità finanziaria dell’Eurozona è ancora a rischio e una ristrutturazione del debito sovrano della Grecia sarebbe molto pericolosa. Questo è l’allarme lanciato dalla banca Centrale Europea nel rapporto semestrale che rinnova l’allerta sullo stato di salute finanziaria dei paesi che adottano l’Euro.
È opportuno segnalare che nonostante il miglioramento delle condizioni economiche e finanziarie dell’economia globale e dell’area euro, lo scenario complessivo resta molto difficile nell'eurozona.
La profonda crisi finanziaria è alle spalle, ma l’eredità lasciata è ricca di problematiche irrisolte che ha favorito l’amplificarsi delle difficoltà di paesi e istituti di credito che non hanno messo in cantiere piani di risanamento.
La BCE nel suo ultimo rapporto è tornata a mettere in guardia sui rischi di un possibile default della Grecia. Un riassetto del debito di Atene avrebbe conseguenze potenzialmente pericolose per il paese e per il sistema bancario nel suo complesso. Il rapporto sulla stabilità indica cinque criticità:
Vulnerabilità delle finanze pubbliche e del settore finanziario con potenziali effetti di contagi - In particolare la stretta interconnessione tra comparto pubblico e le banche che detengono ampie quote di titoli di Stato dei paesi periferici è il rischio principale e presenta il potenziale per creare effetti di contagio
Problematiche legate alla raccolta del sistema bancario - La BCE segnala che circa il 30% del debito delle banche deve essere rifinanziato tra il 2011 e il 2012 creando condizioni difficili per gruppi bancari che presentano una minore capacità di accesso al mercato dei capitali all’ingrosso
Possibili perdite per le Banche – Tale fenomeno potrebbe legarsi al declino dei prezzi degli immobili commerciali e residenziali in alcuni paesi dell’Eurozona. . La Bce sottolinea infatti che in alcuni paesi euro i prezzi delle case continuano ad essere sopravvalutati nonostante la correzione in basso dal 2009. Francia e Spagna presentano nel primo trimestre dell'anno presentano prezzi superiori alla media rispettivamente del 30 e del 15%. L'Italia invece non e' stata caratterizzata dalla bolla immobiliare e anche se i valori delle case sono superiori di circa il 10% rispetto all'andamento di lungo periodo, il mercato italiano (che vale il 17% dell'intero settore immobiliare dell'area euro) mostra un trend piuttosto allineato alla media
Possibili rialzi inattesi dei tassi d’interesse
Tensioni nei flussi internazionali dei capitali, nella crescita dei prezzi delle attività nei paesi emergenti e rischi legati al ri-emergere degli squilibri globali
Nonostante debbano essere superati ancora alcuni ostacoli, c’è più ottimismo sulla soluzione della crisi greca.
Il primo ministro Papandreou incassa il voto di fiducia dopo il rimpasto del governo (Prossimo appuntamento l’approvazione della manovra fiscale del 28 Giugno).
L’intonazione rimane negativa sui titoli di stato nella giornata in cui si svolgono i primi contatti tra governi e banche per studiare il piano di roll-over del debito ellenico: i tassi sui bond greci aumentano infatti di 25pb sui titoli a due anni, mentre quelli portoghesi e irlandesi subiscono rialzi di quasi mezzo punto percentuale sulle stesse scadenze.
Salgono anche i rendimenti di Spagna e Italia che registrano incrementi rispettivamente pari a 5 e 8pb su tutte le scadenze.
Infine, i tassi sul Bund e titoli francesi segnalano modeste flessioni comprese tra 2 e 3pb.
Nonostante il voto di fiducia ottenuto dal Governo greco in Parlamento, il mercato del credito è apparso debole (rilevazione del 22 Giugno 2011), probabilmente appesantito dalle attese per l’esito del FOMC e dalla consapevolezza che il voto greco non è che un passo in direzione di una soluzione (ancora molto incerta) della crisi del debito.