Stefano__74

Membro Junior
Privato Cittadino
Buonasera a tutti, vi seguo da tanto ed ora ho deciso di scrivere per analizzare insieme a voi un problema un tantino spinoso.

Sono in cerca di un appartamento, settimana scorsa credo di averlo individuato: in condominio, piccolo condominio, chiamo (il proprietario), 4 chiacchiere e mi descrive a grandi linee il tutto.



Mi dice che:
- l'appartamento arriva da una donazione fattagli dai genitori;
- nell'atto di donazione è inserita: la rinuncia dei suoi fratelli a quell'appartamento e nello stesso atto, i suoi fratelli, hanno avuto in donazione altri immobili (credo siano 3 in tutto i fratelli).
- qualche tempo fa avevano precedentemente affidato l'appartamento ad un'agenzia che non ha dato riscontri interessanti;
- sarebbero disponibili a firmare una polizza assicurativa (rispetto alla donazione) per l'intero valore dell'appartamento.

Da quanto ho appreso, i genitori sono ancora in vita (informazione essenziale), anzianissimi ma in vita.

Ciò premesso, ci daremo appuntamento per visionare l'appartamento più in là, chiusa la telefonata.

Due considerazioni che faccio e che vorrei appfondire con voi:
da quanto risulta a me, la rinuncia di riduzione o restituzione preventiva, ovverosi quando essa avviene con i donanti (genitori in questo caso) in vita (e ad oggi è così), non è ammessa dal punto di vista giuridico. La rinuncia che mi risulti è difatti un patto “successorio”;
Dovrei leggere l’atto di provenienza/donazione per comprendere esattamente da chi, se pur nulla dal punto di vista giuridico, la rinuncia sia stata fatta dai soli consangunei, dai figli, o anche da mogli e figli degli stessi;
Nonostante personalmente sia in una posizione finanziabile, ritengo che la banca (o molte di esse) si rifiuterà di aprire mutuo. Cash non li ho al momento.

So che esistono dei rimedi a questa situazione, vi elenco quelli che conosco:



La rinunzia all’azione di restituzione: credo sia da escludere poiché come detto prima, i donanti sono in vita.

La polizza assicurativa: in questo campo, seppure probabile che possa rappresentare la soluzione ideale, perché quanto meno consentirebbe a qualche banca di aprire mutuo ed accendere ipoteca, di certo non garantirebbe il sottoscritto per i prossimi anni. Ma anche se ciò accadesse, qualora anche venissi risarcito (ipotesi che non giudico rara, ma rarissima) comunque mi vedrebbe perdere l’appartamento in caso di riduzione/restituzione. O comunque dover riconoscere al legittimatario quota che il tribunale gli riconoscerebbe….



Soluzione che vedo unica percorribile sarebbe lo scioglimento per “Mutuo consenso” del precedente contratto di donazione, rientro dell’immobile nel patrimonio del donante e processo di acquisto da eseguire con il donante.



Al di là del “cercatene un’altra di casa”, suggerimento che accetterei volentieri, volevo capire con voi se ho esplorato bene le casistiche o se a vostro avviso, esiste, giuridicamente ineccepibile, una soluzione diversa che avete in passato percorso nel vostro lavoro quotidiano.

Grazie infinite.

Stefano.
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Hai fatto un'analisi concreta della situazione, e quindi non posso che condividere le tue considerazioni.
Non è possibile che i fratelli abbiano fatto rinuncia all'azione di riduzione, prima della morte dei donanti. Quindi, forse, il proprietario intendeva qualcos'altro, e si è espresso con termini non precisi; può essere che ci sia una qualche ammissione di aver ricevuto tutti beni di egual valore.

La polizza è oggigiorno ben vista da alcune banche, mentre fino a qualche anno fa si ricorreva più facilmente alla fideiussione personale da parte degli altri legittimari potenzialmente lesi dalla donazione; ma la polizza tutela più la banca che l'acquirente.

La risoluzione per mutuo consenso è altresì vista come il rimedio più sicuro, mentre anni fa era vista come una specie di "controdonazione", che complicava ulteriormente la situazione.

Mancano però alcune informazioni;
-da quanto è stata fatta la donazione
-entità donazioni ai fratelli; se i valori fossero davvero molto simili, pare evidente che il rischio sarebbe nullo, nessuno dei legittimari potendo invocare lesioni di legittima, quando i genitori mancheranno (dando per scontato, visto che si parla di donazioni da parte dei genitori, che entrambi fossero d'accordo, e il coniuge superstite non avrebbe motivo di impugnare alcunché).

Ultima considerazione; pensare di aver trovato la casa potenzialmente giusta ancora prima di vederla di persona mi pare una botta di ottimismo esagerata.
 

Stefano__74

Membro Junior
Privato Cittadino
Francesca grazie per la tua risposta.

Si adesso che mi ci fai pensare, credo anche io che abbiano “dichiarato” di ritenersi soddisfatti della donazione fattagli o cose del genere. Ma tant’è.

Ho parlato con un amico avvocato, ed in effetti mi parlava di interpretazioni che potrebbero prendere due strade, considerarla un’ulteriore donazione, e saremmo punto e a capo, o considerare ripristinata ex tunc la situazione originaria. E’ un po’ qui che nasce il mio dilemma. L’alea interpretativa non vorrei mi servisse un conto amaro (seppure siamo consapevoli che parliamo di situazioni “residuali”).

La donazione è stata fatta nel 2016.

La donazione fatta ai fratelli non la conosco, mi ha riferito che hanno ricevuto altro appartamento (vattelapesca capirne il valore).

Dico che è la casa potenzialmente valida perché conosco appartamenti in zona, ho visitato appartamenti in palazzi attigui, li conosco bene. Rimane da valutare lo stato oggettivo dello specifico appartamento senz’altro, assolutamente.
 

gagarin

Membro Attivo
Amm.re Condominio
Secondo me, potresti acquistare anche subito, ma all'atto dovrebbero partecipare tutti i futuri eredi dei donatori (ancora in vita), affinchè dichiarino in atto di rinunciare a qualsiasi rivalsa futura sull'immobile che stai acquistando. Forse il notaio potrebbe far mettere una firma per presa visione e accettazione anche ai donatori.
 

matusalemme

Membro Attivo
Privato Cittadino
Gagarin,

per me hai ragione.

occorre distinguere tra azione di RIDUZIONE ed azione di RESTITUZIONE

mentre la RINUNZIA alla prima è inammissibile finchè i donanti (genitori) sono in vita, ciò non vale per l'azione di restituzione, che riguarderebbe un'azione diversa, sempre tra fratelli

sarà sufficiente che i fratelli siano d'accordo, abbiano già ricevuto anch'essi i loro beni in donazione e intervengano nella compravendita a firmare - come ben hai scritto tu - la loro rinuncia alla RESTITUZIONE

ovviamente un buon notaio della zona, sveglio e capace, può fare la differenza per le preventive ricerche, accertamenti, etc.

quale briscola, si può imporre anche la polizza assicurativa

lascerei stare la risoluzione consensuale della donazione e la vendita diretta dai genitori perchè complicherebbe ulteriormente solo la vita, necessiterebbe di ulteriori atti (che costano),la gestione della moneta e ...creerebbe l'assurda situazione che il figlio "venditore" sarebbe quello - formalmente - più svantaggiato di tutti perchè non avrebbe ricevuto nulla dai genitori e ,invece, ha ricevuto la moneta (salvo configurare questa come donazione: altri soldini)

Sull’ammissibilità della rinuncia all'azione di restituzione (eclegal.it)


allego un atto del Notaio Riccardo Ricciardi relativo ad una situazione concreta

 

Murapa

Membro Attivo
Professionista
Come già riferito il problema donazione non è più un tabù (salvo eccezioni). Andando sul pratico, dato che ci sono delle polizze assicurative apposite, si tratta solo di scegliere una banca tra quelle che procedono anche in presenza di donazione (e ce ne sono diverse). Il resto è tutto molto interessante, ma alla fine... relativamente inutile.
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Concordo che la rinuncia all'azione di restituzione potrà essere una strada, ma per ora non mi pare così certa; ci sono state sentenze in merito, ma ancora solo di primo grado, e la dottrina sta ancora dibattendo in merito.
Nel tempo si sono evoluti i sistemi per evitare i rischi da donazione, forse questo si imporrà; ma, per ora, mi pare prematuro.
 

ab.qualcosa

Membro Storico
Agente Immobiliare
Non è possibile che i fratelli abbiano fatto rinuncia all'azione di riduzione, prima della morte dei donanti.

Per quello che mi risulta non è che non sia possibile (recentemente un Notaio ha consigliato la stessa cosa ad un mezzo parente, con mia sorpresa), è che non ha valore (che poi nella sostanza è lo stesso e forse quello che intendevi).
 

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