Vi allego un editoriale interessante di Locatelli sul fenomeno che sta emergendo: le banche stanno ricominciando timidamente a fare capolino nelle pubblicità sui mutui....
Real Estate: l'ultimo anello della catena
L'editoriale di Pietro Locatelli | Italia | Locatelli Pietro
Gino Pagliuca, uno dei bravi giornalisti specializzati in finanza immobiliare, in un recente articolo apparso su Corriereconomia ha trattato con la chiarezza sua solita il problema della convenienza o meno di estinguere anticipatamente il mutuo in presenza di disponibilità liquide.
Il contributo parte dal presupposto che l'investimento della liquidità alternativa potrebbe essere più opportunamente investita in BPT. Il risultato, provato con conteggi e raffronti, sempre puntuali, porta a dire che almeno oggi conviene tenere in vita il mutuo ed investire la liquidità come indicato.
Il tutto ci conduce inevitabilmente a qualche riflessione non certo positiva per la ripresa economica.
Infatti viene da pensare che, alla base della stretta nella concessione dei mutui alle famiglie di questi ultimi anni e intrapresa con decisione dal sistema bancario, ci possa stare anche questa valutazione.
La modesta liquidità disponibile presso le banche, il continuo aumento del contenzioso relativo ai mutui concessi alle famiglie, la poca volontà di impegnare la risicata liquidità disponibile in operazioni a lungo termine e, non ultimo, anche la tentazione di investire in BOT in attesa di tempi migliori, può certamente aver contribuito ad imporre la stretta creditizia verso i mutui alle famiglie.
Viene spontaneo giungere a queste conclusioni poichè se il presupposto è che oggi al mutuatario non conviene estinguere il proprio mutuo ma, più opportunamente investire in BOT, perchè non potrebbe fare lo stesso pensiero la banca che è chiamata a rispondere ai propri azionisti dei risultati dell'esercizio e alla luce del facile disinvestimento dei titoli di Stato in contrapposizione all'immobilismo finanziario per troppi anni del mutuo anche in previsione dell'attuale non facile ricorso, in questi tempi, alle cartolarizzazioni.
Non è neppure sostenibile, per le banche, la convinzione che concedere mutui porta ad acquisire clienti e che, il cliente con mutuo erogato, rimane nella norma fidelizzato per lungo tempo.
Le banche infatti con la possibilità di accedere all'istituto della surroga (decreto Bersani) hanno dovuto constatare che il cliente buono viene conteso dalla concorrenza e spesso la banca che lo perde non recupera nemmeno le spese di impianto del mutuo stipulato di recente non potendo neppure contare sulle penalità di estinzione anticipata e non dovendo in questi casi il mutuatario sostenere o quasi spese per portare in porto la surroga.
La prova di quanto affermato è verificabile con statistiche.
Proprio Quotidiano Immobiliare con il video del 14/5 u. s. ha posto in risalto che nel marzo di questo anno l'erogazione dei mutui è diminuita del 47% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ed ancora le poche concessioni sono di importo più contenuto tale che, in molti casi, il mutuatario deve rinunciare all'acquisto per una coperta troppo corta nel pagamento nonostante la concessione del mutuo.
Anche alla luce di questi dati è quindi verosimile, in questi ultimi tempi, che le banche questo pensiero lo abbiano fatto e, forse, dal loro punto di vista ci può anche stare in presenza di una pesantissima crisi finanziaria e di un contenzioso per mutui case in continuo aumento. Vi è anche da aggiungere che non ci si deve preoccupare particolarmente circa l'investimento alternativo in nostri titoli sovrani poichè essendo gli stessi titoli dello Stato Italiano, se dovesse divenire insolvente lo Stato salterebbe tutto il nostro sistema economico a partire dal sistema bancario.
Ma come si concilia tutto questo scenario con il fatto che alcune banche, non molte per la verità, sembrano essere sulla via di riproporsi nel mercato dei mutui alle famiglie?
E' chiaro che finalmente comincia a passare il concetto che la ripresa dell'intera economia italiana passa in modo importante anche dal R.E.
Quindi se il sistema bancario continua a tenere interrotto l'ultimo anello della catena dell'industria delle costruzioni non sostenendo l'acquirente di casa con il mutuo, vorrebbe significare continuare a tenere bloccata l'intera filiera del real estate che, con l'indotto, muove oltre il 15 % del PIL.
Le banche infatti sono consce che dietro quel 15% vi sono non soltanto le imprese di costruzione ma anche i fornitori delle stesse, quali quelle per i materiali edili, i tecnici professionisti, gli impiantisti fino a giungere agli arredatori, tappezzieri, ditte di trasloco, agenzie immobiliari e chi ne ha più ne metta.
In verità sono tutti clienti che, in questi tempi, soffrono la crisi e che di fatto fanno soffrire le banche.
Finalmente tutti si rendono conto che la ripresa economica passa, per sua buona parte, anche dal sostenere o meno l'ultimo anello della catena che si identifica come il potenziale acquirente di casa. Ecco perchè, finalmente e fortunatamente, si comincia ad intravedere il ritorno alla strategia di concedere con regolarità i mutui alle famiglie italiane che meritano credito; infatti in questi giorni sono anche riprese le forme di pubblicità allo scopo.
Non è mai troppo tardi e... speriamo bene, almeno per le imprese di settore e dell'indotto che sono riuscite, fino ad ora, a sopravvivere alla crisi.
Real Estate: l'ultimo anello della catena
L'editoriale di Pietro Locatelli | Italia | Locatelli Pietro
Gino Pagliuca, uno dei bravi giornalisti specializzati in finanza immobiliare, in un recente articolo apparso su Corriereconomia ha trattato con la chiarezza sua solita il problema della convenienza o meno di estinguere anticipatamente il mutuo in presenza di disponibilità liquide.
Il contributo parte dal presupposto che l'investimento della liquidità alternativa potrebbe essere più opportunamente investita in BPT. Il risultato, provato con conteggi e raffronti, sempre puntuali, porta a dire che almeno oggi conviene tenere in vita il mutuo ed investire la liquidità come indicato.
Il tutto ci conduce inevitabilmente a qualche riflessione non certo positiva per la ripresa economica.
Infatti viene da pensare che, alla base della stretta nella concessione dei mutui alle famiglie di questi ultimi anni e intrapresa con decisione dal sistema bancario, ci possa stare anche questa valutazione.
La modesta liquidità disponibile presso le banche, il continuo aumento del contenzioso relativo ai mutui concessi alle famiglie, la poca volontà di impegnare la risicata liquidità disponibile in operazioni a lungo termine e, non ultimo, anche la tentazione di investire in BOT in attesa di tempi migliori, può certamente aver contribuito ad imporre la stretta creditizia verso i mutui alle famiglie.
Viene spontaneo giungere a queste conclusioni poichè se il presupposto è che oggi al mutuatario non conviene estinguere il proprio mutuo ma, più opportunamente investire in BOT, perchè non potrebbe fare lo stesso pensiero la banca che è chiamata a rispondere ai propri azionisti dei risultati dell'esercizio e alla luce del facile disinvestimento dei titoli di Stato in contrapposizione all'immobilismo finanziario per troppi anni del mutuo anche in previsione dell'attuale non facile ricorso, in questi tempi, alle cartolarizzazioni.
Non è neppure sostenibile, per le banche, la convinzione che concedere mutui porta ad acquisire clienti e che, il cliente con mutuo erogato, rimane nella norma fidelizzato per lungo tempo.
Le banche infatti con la possibilità di accedere all'istituto della surroga (decreto Bersani) hanno dovuto constatare che il cliente buono viene conteso dalla concorrenza e spesso la banca che lo perde non recupera nemmeno le spese di impianto del mutuo stipulato di recente non potendo neppure contare sulle penalità di estinzione anticipata e non dovendo in questi casi il mutuatario sostenere o quasi spese per portare in porto la surroga.
La prova di quanto affermato è verificabile con statistiche.
Proprio Quotidiano Immobiliare con il video del 14/5 u. s. ha posto in risalto che nel marzo di questo anno l'erogazione dei mutui è diminuita del 47% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ed ancora le poche concessioni sono di importo più contenuto tale che, in molti casi, il mutuatario deve rinunciare all'acquisto per una coperta troppo corta nel pagamento nonostante la concessione del mutuo.
Anche alla luce di questi dati è quindi verosimile, in questi ultimi tempi, che le banche questo pensiero lo abbiano fatto e, forse, dal loro punto di vista ci può anche stare in presenza di una pesantissima crisi finanziaria e di un contenzioso per mutui case in continuo aumento. Vi è anche da aggiungere che non ci si deve preoccupare particolarmente circa l'investimento alternativo in nostri titoli sovrani poichè essendo gli stessi titoli dello Stato Italiano, se dovesse divenire insolvente lo Stato salterebbe tutto il nostro sistema economico a partire dal sistema bancario.
Ma come si concilia tutto questo scenario con il fatto che alcune banche, non molte per la verità, sembrano essere sulla via di riproporsi nel mercato dei mutui alle famiglie?
E' chiaro che finalmente comincia a passare il concetto che la ripresa dell'intera economia italiana passa in modo importante anche dal R.E.
Quindi se il sistema bancario continua a tenere interrotto l'ultimo anello della catena dell'industria delle costruzioni non sostenendo l'acquirente di casa con il mutuo, vorrebbe significare continuare a tenere bloccata l'intera filiera del real estate che, con l'indotto, muove oltre il 15 % del PIL.
Le banche infatti sono consce che dietro quel 15% vi sono non soltanto le imprese di costruzione ma anche i fornitori delle stesse, quali quelle per i materiali edili, i tecnici professionisti, gli impiantisti fino a giungere agli arredatori, tappezzieri, ditte di trasloco, agenzie immobiliari e chi ne ha più ne metta.
In verità sono tutti clienti che, in questi tempi, soffrono la crisi e che di fatto fanno soffrire le banche.
Finalmente tutti si rendono conto che la ripresa economica passa, per sua buona parte, anche dal sostenere o meno l'ultimo anello della catena che si identifica come il potenziale acquirente di casa. Ecco perchè, finalmente e fortunatamente, si comincia ad intravedere il ritorno alla strategia di concedere con regolarità i mutui alle famiglie italiane che meritano credito; infatti in questi giorni sono anche riprese le forme di pubblicità allo scopo.
Non è mai troppo tardi e... speriamo bene, almeno per le imprese di settore e dell'indotto che sono riuscite, fino ad ora, a sopravvivere alla crisi.