Rispondi alla discussione

Fonte: L'Unione Sarda .



La Procura indaga, il Comune ispeziona le case di sindaco, assessori e consiglieri.

Vedi le foto L a Vigilanza edilizia busse alle porte degli amministratori comunali, sindaco compreso, a caccia di eventuali abusi. È l'ennesimo capitolo di una vicenda che da mesi tiene con il fiato sospeso componenti della Giunta e degli Consiglio. Fino a oggi sono stati eseguiti sedici sopralluoghi, e soltanto un consigliere si è opposto alla “visita a domicilio”, impedendo agli addetti della Vigilanza edilizia di entrare nella sua abitazione. Solo un provvedimento della Procura potrà ora sbloccare la situazione.

L'ANONIMO Tutto è iniziato dopo l'arrivo in Municipio di alcune lettere anonime, nelle quali si accusavano di presunti abusi edilizi circa trenta cittadini, tra cui sette persone tra assessori e consiglieri in carica. Il Comune aveva avviato gli accertamenti, bloccati dopo alcuni giorni. Solo il presidente del Consiglio, Gianni Argiolas, aveva fatto in tempo ad aprire la porta della sua casa alla Vigilanza edilizia, perché dal Municipio si era deciso di inviare l'intera documentazione in Procura e aspettare l'esito delle indagini.

LA REGIONE Quelle lettere, però, erano arrivate anche alla Regione, che quest'estate ha intimato all'amministrazione guidata da Marco Sini di proseguire con i sopralluoghi nelle case in cui l'anonimo segnalava gli abusi.

I NOMI Fra le trenta persone accusate (a torto o a ragione, questo lo stabiliranno gli accertamenti), spiccano i nomi di sette amministratori: lo stesso sindaco Marco Sini, Franca Cicotto (assessore alla Cultura), Antonio Atzori (assessore ai Lavori pubblici), Gianni Argiolas (presidente del Consiglio) e i consiglieri Andrea Angioni, Efisio Sanna e Carlo Diana. Nei loro confronti, l'Urbanistica ha riattivato il procedimento di verifica.

IL SINDACO «Credo di poter dire a nome di tutti gli amministratori coinvolti», spiega il sindaco Marco Sini, confermando le ispezioni, «che attendiamo con serenità l'esito dei sopralluoghi». Il primo cittadino continua a sostenere «ciò che ho dichiarato in Consiglio comunale all'inizio di questa vicenda: le lettere anonime costituiscono un uso strumentale e barbaro della democrazia, che dovrebbe essere bandito». Non resta ora che aspettare l'esito delle verifiche della Vigilanza edilizia per mettere la parola fine, se così sarà, alla stagione dei veleni a Monserrato.

SERENA SEQUI


Indietro
Alto