Ci sono in diverse zone della città,principalmente nel centro storico,delle cave sotterranee che provocano cedimenti strutturali ai fabbricati.Particolare attenzione in Via Peschiera e Via Marengo,vi cito i fatti.
Sapevano già tutto quando Gianluca Morelli ha ottenuto la concessione edilizia per costruire una palazzina di due piani più seminterrato in via Marengo.Era il 2003.
La sua domanda è rimasta parcheggiata per un anno negli uffici di via Nazario Sauro, poi dopo aver esaminato attentamente il progetto finale, il Comune ha dato il via libera al cantiere. Anche se intorno a quel palazzotto nato nel giro di pochi mesi sul colle che guarda Tuvixeddu, c'è una roccia che assomiglia da vicino a una forma di gruviera. E, dicono oggi le perizie di ingegneri e geologi, esiste un «grave pericolo» di smottamenti, che per giunta potrebbero essere «anche imminenti».
Peccato che sei anni fa il problema dei vuoti sotto piazza d'Armi e dintorni fosse noto da tempo. E che un certo Signor Morelli nel 1999 avesse ottenuto anche un risarcimento dall'amministrazione comunale per le crepe e le filature nell'intonaco della propria casa, sempre in via Marengo, causate da una voragine aperta a causa di una perdita della rete idrica, al tempo di proprietà e competenza del Municipio.
I legali che curano gli interessi di sei famiglie che abitano tra via Marengo e via Peschiera sostengono che è il Comune, insieme al progettista, a dover accertare se esistano i presupposti per costruire e pertanto conosceva i pericoli,chi ha costruito invece no, e non era neanche obbligato a saperlo.
Recentemente in uno dei febbricati un residente è rimasto intrappolato nell'ascensore che lo stava portando al secondo piano,l'elevatore si è inclinato insieme alla casa.
La mattina di Ferragosto gli inquilini si sono visti notificare un'ordinanza con decorrenza immediata, dove vengono invitati a monitorare le strutture e mettere in sicurezza gli stabili, a proprie spese.
Sempre i legali ribadiscono che non si può chiedere ai privati di anticipare le somme necessarie per i lavori. È un'opera di protezione civile,chi ci abita rischia la vita, è il Comune a dover intervenire.
Penso che in attesa degli interventi pubblici i residenti per prudenza dovrebbero lasciare gli immobili e chiedere,ove e quando possibile,i risarcimenti.
Sapevano già tutto quando Gianluca Morelli ha ottenuto la concessione edilizia per costruire una palazzina di due piani più seminterrato in via Marengo.Era il 2003.
La sua domanda è rimasta parcheggiata per un anno negli uffici di via Nazario Sauro, poi dopo aver esaminato attentamente il progetto finale, il Comune ha dato il via libera al cantiere. Anche se intorno a quel palazzotto nato nel giro di pochi mesi sul colle che guarda Tuvixeddu, c'è una roccia che assomiglia da vicino a una forma di gruviera. E, dicono oggi le perizie di ingegneri e geologi, esiste un «grave pericolo» di smottamenti, che per giunta potrebbero essere «anche imminenti».
Peccato che sei anni fa il problema dei vuoti sotto piazza d'Armi e dintorni fosse noto da tempo. E che un certo Signor Morelli nel 1999 avesse ottenuto anche un risarcimento dall'amministrazione comunale per le crepe e le filature nell'intonaco della propria casa, sempre in via Marengo, causate da una voragine aperta a causa di una perdita della rete idrica, al tempo di proprietà e competenza del Municipio.
I legali che curano gli interessi di sei famiglie che abitano tra via Marengo e via Peschiera sostengono che è il Comune, insieme al progettista, a dover accertare se esistano i presupposti per costruire e pertanto conosceva i pericoli,chi ha costruito invece no, e non era neanche obbligato a saperlo.
Recentemente in uno dei febbricati un residente è rimasto intrappolato nell'ascensore che lo stava portando al secondo piano,l'elevatore si è inclinato insieme alla casa.
La mattina di Ferragosto gli inquilini si sono visti notificare un'ordinanza con decorrenza immediata, dove vengono invitati a monitorare le strutture e mettere in sicurezza gli stabili, a proprie spese.
Sempre i legali ribadiscono che non si può chiedere ai privati di anticipare le somme necessarie per i lavori. È un'opera di protezione civile,chi ci abita rischia la vita, è il Comune a dover intervenire.
Penso che in attesa degli interventi pubblici i residenti per prudenza dovrebbero lasciare gli immobili e chiedere,ove e quando possibile,i risarcimenti.