Nel 2013 ho ricevuto, dopo 1 anno di attesa, il permesso dell'ufficio urbanistico del mio comune di residenza a usufruire del piano casa per costruire in adiacenza alla mia abitazione una seconda abitazione collegata solo da una struttura tipo pergola alla prima. Il piano casa prevede costruzioni in adiacenza e non solo in aderenza al corpo principale ed il comune ha voluto che facessi un atto notarile in cui mi impegno a non vendere separatamente le due case. Ricevuto il permesso pago quanto dovuto, faccio i lavori e accatasto la nuova cubatura al catasto di roma. Dopo alcuni mesi l'ufficio del catasto mi comunica che per loro quella costruita è una seconda abitazione e come tale viene classificata. Il comune ribadisce che io non ho una "licenza di costruzione" ma un "permesso di ampliamento". Sono fuori legge per il comune o per il catasto? Possibile che l'ufficio tecnico del comune non comunichi con il catasto? Questa cosa mi costa circa 1000 euro all'anno tra ICI, dichiarazione dei redditi..... Inoltre ho un solo indirizzo, un solo contatore della luce, gas etc. Una confusione terribile che nessuno mi sa risolvere perchè i due uffici rimangono della loro convinzione. Devo mettere un avvocato? Contro chi? E' proprio vero che fare tutto legalmente e secondo le regole non paga!!!!