I mediani cosiddetti di spinta, sono calciatori tosti, decisi, risoluti, senza paura; sono delle rocce dalla grande prestanza fisica; devono porsi davanti alla difesa e opporre un primo ostacolo all’attacco della squadra avversaria, sbrogliare situazioni delicate nella propria area e rilanciare immediatamente l’azione quando la palla torna in possesso della propria squadra, appoggiare l’attacco nella sua azione e concludere in porta quando si presenta l’occasione propizia.
Dura la vita del mediano, costantemente in mezzo al gioco, sempre in prima linea, di continuo nella trincea a combattere una dura battaglia fisica ma scarsamente celebrato dai media, solo raramente ricompensato da titoli in prima pagina. Il mediano è un giocatore che non affascina, che non fa audience, che non fa innamorare il tifoso a prima vista. Un calciatore che rischia di passare inosservato.
Eppure ci sono stati in Italia grandissimi mediani che hanno fatto epoca.
Come non ricordare il giocatore della Fiorentina Beppe Chiappella ( anche difensore )?
Oppure Giovanni Trapattoni, un mito per i tifosi del Milan?
E Carlo Tagnin? Instancabile faticatore del centrocampo e vincitore di ben due Coppe di Campioni con l’ Inter di Helenio Herrera?
E chi non ricorda il grandissimo Roberto Bertini, mediano di spinta, prima della Fiorentina e poi dell’Inter anni ’60 e ’70, autentico eroe, nella leggendaria semifinale di Mexico ’70, giocata contro la Germania?
Oppure Pierluigi Cera che, con la sua classe e versatilità, giocò libero nella Nazionale di Valcareggi e mediano nel Cagliari di Manlio Scopigno e Gigi Riva, Campione d’ Italia del 1970?
E il grandissimo Romeo Benetti, una quercia nodosa, un vero armadio a quattro ante, uno scoglio durissimo da affrontare, un giocatore senza stile, dalla corsa goffa con, però, una buona tecnica di base e un tiro al fulmicotone?
E l’indimenticabile Beppe Furino con ben sette polmoni? Vincitore di ben - otto scudetti otto - con la Juve?
Possiamo citare anche Patrizio Sala che dette un decisivo contributo alla conquista dello scudetto del Torino nel 1976.
E come non ricordare il mediano campione del mondo in Spagna con la nostra Nazionale, Lele Oriali? Una vera forza della natura. Tosto, risoluto e marcatore implacabile della mezzala avversaria.
Come dimenticarlo, uno così?
E Fernando De Napoli, che giocò affianco a Maradona nel mitico Napoli degli anni ’80?
E l’atletico, forte e prestante Dino Baggio, fortissimo di testa e dal tiro a lunghissima gittata, non lo possiamo certamente trascurare, come non possiamo dimenticare il biondo Angelo Colombo, il mediano-motorino del Milan stratosferico di Sacchi.
Avvicinandoci ai nostri tempi, come non citare il combattente nato Daniele De Rossi, campione del Mondo in Germania nel 2006, uno che non si dà mai per vinto e il suo, quasi omologo, Alberto Aquilani, adesso in forza alla Juve?
Poi, in ultimo, dobbiamo assolutamente citare quello “strano” mediano che è più un regista arretrato, un regista assolutamente geniale, che corrisponde al nome di Andrea Pirlo. Un mediano - regista, capace di tenera unita anche la squadra più squinternata e con il “dono” della punizione fatale dal limite. Un calciatore che sembra che trotterelli svagato per il campo da gioco ma che poi risulta sempre quello che macina più chilometri rispetto agli altri. A conferma della fatica di vivere una vita da mediano.
Qual'è il vostro mediano di spinta preferito?
Dura la vita del mediano, costantemente in mezzo al gioco, sempre in prima linea, di continuo nella trincea a combattere una dura battaglia fisica ma scarsamente celebrato dai media, solo raramente ricompensato da titoli in prima pagina. Il mediano è un giocatore che non affascina, che non fa audience, che non fa innamorare il tifoso a prima vista. Un calciatore che rischia di passare inosservato.
Eppure ci sono stati in Italia grandissimi mediani che hanno fatto epoca.
Come non ricordare il giocatore della Fiorentina Beppe Chiappella ( anche difensore )?
Oppure Giovanni Trapattoni, un mito per i tifosi del Milan?
E Carlo Tagnin? Instancabile faticatore del centrocampo e vincitore di ben due Coppe di Campioni con l’ Inter di Helenio Herrera?
E chi non ricorda il grandissimo Roberto Bertini, mediano di spinta, prima della Fiorentina e poi dell’Inter anni ’60 e ’70, autentico eroe, nella leggendaria semifinale di Mexico ’70, giocata contro la Germania?
Oppure Pierluigi Cera che, con la sua classe e versatilità, giocò libero nella Nazionale di Valcareggi e mediano nel Cagliari di Manlio Scopigno e Gigi Riva, Campione d’ Italia del 1970?
E il grandissimo Romeo Benetti, una quercia nodosa, un vero armadio a quattro ante, uno scoglio durissimo da affrontare, un giocatore senza stile, dalla corsa goffa con, però, una buona tecnica di base e un tiro al fulmicotone?
E l’indimenticabile Beppe Furino con ben sette polmoni? Vincitore di ben - otto scudetti otto - con la Juve?
Possiamo citare anche Patrizio Sala che dette un decisivo contributo alla conquista dello scudetto del Torino nel 1976.
E come non ricordare il mediano campione del mondo in Spagna con la nostra Nazionale, Lele Oriali? Una vera forza della natura. Tosto, risoluto e marcatore implacabile della mezzala avversaria.
Come dimenticarlo, uno così?
E Fernando De Napoli, che giocò affianco a Maradona nel mitico Napoli degli anni ’80?
E l’atletico, forte e prestante Dino Baggio, fortissimo di testa e dal tiro a lunghissima gittata, non lo possiamo certamente trascurare, come non possiamo dimenticare il biondo Angelo Colombo, il mediano-motorino del Milan stratosferico di Sacchi.
Avvicinandoci ai nostri tempi, come non citare il combattente nato Daniele De Rossi, campione del Mondo in Germania nel 2006, uno che non si dà mai per vinto e il suo, quasi omologo, Alberto Aquilani, adesso in forza alla Juve?
Poi, in ultimo, dobbiamo assolutamente citare quello “strano” mediano che è più un regista arretrato, un regista assolutamente geniale, che corrisponde al nome di Andrea Pirlo. Un mediano - regista, capace di tenera unita anche la squadra più squinternata e con il “dono” della punizione fatale dal limite. Un calciatore che sembra che trotterelli svagato per il campo da gioco ma che poi risulta sempre quello che macina più chilometri rispetto agli altri. A conferma della fatica di vivere una vita da mediano.
Qual'è il vostro mediano di spinta preferito?