Un bilocale in corte.
Prezzo affare.
Proprietaria è una Signora anziana ricoverata.
Il nipote si è obbligato con la struttura di ricovero per pagare la retta.
A parte questo piccolo bilocale, questo signore ha una proprietà cointestata con la stessa zia, ove risiede con la sua abitazione e la sua attività che svolge all'interno di un grande laboratorio con piazzale.
Proprietà valida.
Vorrebbe vendere anche questa proprietà ma la sua zia ricoverata intanto non firma la procura e questo "salamotto" quattrini per pagare la retta non ne ha più.
Il cliente si è rivolto ad un amico di infanzia, che da tempo cura i loro interessi ( .. e meno male che è stato chiamato per curarli..).
Quest'altro genio, in prima istanza, è andato alla casa di riposo, con una agenzia immobiliare mia acerrima concorrente, a fargli firmare il mandato di vendita e l'anziana Signora lo ha firmato.
Nel mentre che mi stavo "avvicinando" a quest'acquisizione, il nipote "neo"proprietario, all'oscuro del fatto che sia stato firmato un incarico di vendita, mi aveva fissato l'appuntamento per vedere il bilocale, contattando questo amico di infanzia per la mattina successiva.
Segnato l'appuntamento in agenda, neanche un'ora dopo mi richiama l'amico di infanzia.
Dicendomi che vi è in essere il mandato con questa altra agenzia e che l'indomani questi avrebbero dovuto fare un appuntamento di seconda visione con un cliente e che poi questo si sarebbe recato subito dopo in ufficio a formulare una proposta.
Capisco subito la panzana ma intanto mi ritiro.
La mattina seguente ore 8.30 telefonata a freddo all'amico di infanzia e gli dico di non aver bene "agganciato" lui chi fosse.
Tentenna..
Mi dice di essere il fratello del nipote neo proprietario e che ha bisogno tempo per farmi vedere il bilocale.
"Ma hai una procura rilasciata dalla Signora..?" altra domanda a freddo.
Tentenna..
Proprio quello che mi aspettavo.
Inoltre mi ero già informato se il nipote avesse fratelli.
Ormai sono deciso: il prezzo è buono, il pezzo (RI)vendibile, lo voglio comprare.
Vado dal nipote che lavora assieme al fratello - quello vero - scoperchiando il "vaso di pandora" del millantato rapporto di fratellanza spacciato dell'amico curatore di interessi.
"Sono qui lo voglio comprare e "quello lì" anzichè venderlo e portarvi i soldi sta li' ad aspettare non si sà cosa con non si sa chi, ed è una settimana che lo chiamo e non risponde".
Convocato presso di loro, l'amico viene "allisciato" pesantemente in mia presenza
Ora siamo in attesa che l'anziana Signora firmi per procedere.
Se dovesse andare un colpo al cerchio e uno alla botte..
Prezzo affare.
Proprietaria è una Signora anziana ricoverata.
Il nipote si è obbligato con la struttura di ricovero per pagare la retta.
A parte questo piccolo bilocale, questo signore ha una proprietà cointestata con la stessa zia, ove risiede con la sua abitazione e la sua attività che svolge all'interno di un grande laboratorio con piazzale.
Proprietà valida.
Vorrebbe vendere anche questa proprietà ma la sua zia ricoverata intanto non firma la procura e questo "salamotto" quattrini per pagare la retta non ne ha più.
Il cliente si è rivolto ad un amico di infanzia, che da tempo cura i loro interessi ( .. e meno male che è stato chiamato per curarli..).
Quest'altro genio, in prima istanza, è andato alla casa di riposo, con una agenzia immobiliare mia acerrima concorrente, a fargli firmare il mandato di vendita e l'anziana Signora lo ha firmato.
Nel mentre che mi stavo "avvicinando" a quest'acquisizione, il nipote "neo"proprietario, all'oscuro del fatto che sia stato firmato un incarico di vendita, mi aveva fissato l'appuntamento per vedere il bilocale, contattando questo amico di infanzia per la mattina successiva.
Segnato l'appuntamento in agenda, neanche un'ora dopo mi richiama l'amico di infanzia.
Dicendomi che vi è in essere il mandato con questa altra agenzia e che l'indomani questi avrebbero dovuto fare un appuntamento di seconda visione con un cliente e che poi questo si sarebbe recato subito dopo in ufficio a formulare una proposta.
Capisco subito la panzana ma intanto mi ritiro.
La mattina seguente ore 8.30 telefonata a freddo all'amico di infanzia e gli dico di non aver bene "agganciato" lui chi fosse.
Tentenna..
Mi dice di essere il fratello del nipote neo proprietario e che ha bisogno tempo per farmi vedere il bilocale.
"Ma hai una procura rilasciata dalla Signora..?" altra domanda a freddo.
Tentenna..
Proprio quello che mi aspettavo.
Inoltre mi ero già informato se il nipote avesse fratelli.
Ormai sono deciso: il prezzo è buono, il pezzo (RI)vendibile, lo voglio comprare.
Vado dal nipote che lavora assieme al fratello - quello vero - scoperchiando il "vaso di pandora" del millantato rapporto di fratellanza spacciato dell'amico curatore di interessi.
"Sono qui lo voglio comprare e "quello lì" anzichè venderlo e portarvi i soldi sta li' ad aspettare non si sà cosa con non si sa chi, ed è una settimana che lo chiamo e non risponde".
Convocato presso di loro, l'amico viene "allisciato" pesantemente in mia presenza
Ora siamo in attesa che l'anziana Signora firmi per procedere.
Se dovesse andare un colpo al cerchio e uno alla botte..
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