Ciao a tutti!
Sono nuova, ma devo dire che questo forum si sta rivelando una fonte preziosa di informazioni.
Ho aperto questa discussione perché spero in un vostro aiuto in merito a una faccenda che mi sta togliendo il sonno.
In autunno ho fatto una proposta per una casa. Non ero sicura di volerla fare, mi sembrava che l'immobile necessitasse di troppi lavori di ristrutturazione e le mie finanze non me lo avrebbero permesso. L'AI mi ha assicurato che, dentro, la casa era pressoché nuova e che l'unica spesa che avrei dovuto sostenere avrebbe riguardato l'esterno, dove una "giungla" impedisce l'accesso in auto alla struttura. Io, al tempo, non avevo ancora ricevuto una proposta per la vendita di casa mia, quindi mi dimostro ancora più titubante in merito alla proposta. L'AI, tuttavia, mi spinge a farla, rassicurandomi con la clausola sospensiva. Nella mia enorme ignoranza, ho dato ascolto a quanto mi veniva detto e ho fatto la proposta.
La proposta era valida e irrevocabile per 40 giorni lavorativi (si possono mettere lavorativi?). Proposta che è stata accettata dopo 41 giorni liberi.
Ma qui non si presentava ancora il problema, perché la casa mi piaceva (mi piace) e, in seguito a un colloquio con un broker, ero certa che sarei stata in grado di comprarla. Peccato che il broker mi avesse fatto un calcolo senza estratto conto, senza un'idea precisa dei miei finanziamenti (ero andata solo per una chiacchierata preventiva, quando ancora non ero certa di fare la proposta). Inoltre, io stessa sapevo che a un altro cliente lui aveva dato la certezza di prendere un mutuo, quando poi questo è stato negato (lo so perché, in quel caso, io ero la parte venditrice e mi sono vista saltare la vendita - ovviamente senza trattenere alcuna caparra e senza visionare alcun diniego di una banca).
Quando ho finalmente ricevuto una proposta per la vendita di casa mia, mi sono recata in banca, bypassando il broker di agenzia, di cui non mi fidavo molto - e che non volevo pagare per evitare di aggiungere ulteriori spese.
Nella prima banca dove sono stata - quella dove ho attualmente il mutuo - mi hanno detto, in modo abbastanza brutale, che non c'erano possibilità che io prendessi quel mutuo, soprattutto non per un 90% dell'importo (come pensavamo di fare, con la conoscenza dell'AI, per affrontare le spese di ristrutturazione). Ho provato a chiedere per l'80%, ma anche lì mi hanno fatto problemi: sarebbe servita la firma di un garante, ma la mia garante ha sessant'anni, quindi potrebbero darmi al massimo 20 anni di mutuo: la rata sarebbe troppo alta.
Disperata, provo in un'altra banca. Anche lì mi dicono che ho poche possibilità, sebbene si mostrino più accoglienti. Insomma, le possibilità di ottenere il mutuo si abbassano.
Nel frattempo, dopo un mese e mezzo dall'accettazione della proposta, riesco finalmente a rivedere la casa. Durante questa seconda visita, scopro che i lavori da fare sono molto più importanti di quello che pensavo/mi era stato detto. L'AI mi rivela anche che ci sono degli abusi edilizi da sanare. In proposta vi è scritto: "qualora l'immobile dovesse essere gravato da difformità urbanistiche e/o catastali la rettifica degli stessi sarà a totale onere della parte promissaria venditrice, nei tempi minimi necessari." Peccato che gli abusi non mi fossero stati notificati prima. Ma, ancora una volta, l'errore è stato mio.
Ve la faccio breve: mi presento in banca e chiedo di avviare la pratica per presentare poi un diniego. La banca, successivamente, mi rilascia un foglio su carta intestata, dove dichiara che la mia richiesta di mutuo non può essere soddisfatta. Io invio tutto tramite pec - e tramite legale - direttamente all'agenzia. L'AI a questo punto mi richiama per dirmi che il foglio non va bene, perché non presenta alcuni dati (importi, numero pratica ecc). La banca mi ha detto che ha omesso volutamente certi dati per una questione di privacy nei miei confronti, e che loro non intendono rilasciare ulteriori fogli, che quello è l'unico disponibile.
Ormai è passata una settimana dall'invio del diniego, ma l'agenzia ancora non mi ha restituito gli assegni (caparra + commissioni). La scadenza per presentare diniego/accettazione è ad aprile, quindi c'è ancora tempo, ma la fiducia che riponevo nell'AI è ormai svanita e io ho il terrore che voglia giocarmi un brutto tiro. Questo perché, probabilmente, è convinto che io, in realtà, possa chiedere il mutuo, che il diniego ottenuto sia solo un favore di qualcuno interno alla banca, e che ciò che mi spinge a tirarmi dietro non è il mutuo, ma il fatto che io non voglio più acquistare l'immobile per le troppe spese - di cui comunque ho parlato con l'AI, quando ho fatto presente che in banca mi stavano facendo problemi.
Vi riporto la parte relativa al diniego della clausola sospensiva: qualora il predetto esito non dovesse pervenire entro il limite convenuto il presente contratto sarà da intendersi efficace e vincolante in ogni suo punto. In caso di diniego della richiesta di mutuo la comunicazione dovrà essere espressa ufficialmente dall'istituto di credito ex mutuante, prodotta su carta intestata dallo stesso, entro il suddetto termine di giorni 120, il tutto recapitato tramite pec e/o raccomandata. All'ottenimento del succitato diniego, le somme trattenute a deposito verranno restituite con effetto immediato.
Nella proposta, tuttavia, non è presente alcun importo che devo richiedere in banca per il mutuo.
Il diniego che mi hanno dato in banca, su carta intestata e con timbro, dice:
Oggetto: richiesta di mutuo fondiario per acquisto immobile.
In merito all'oggetto, il nostro istituto non ha riscontrato, al momento, i presupposti per procedere alla delibera di quanto da lei richiesto.
La mia domanda è: il foglio che ho presentato è davvero inefficace? Come dovrei comportarmi?
Rischio di perdere 15000€ tra caparra e commissioni... sarei rovinata
Sono nuova, ma devo dire che questo forum si sta rivelando una fonte preziosa di informazioni.
Ho aperto questa discussione perché spero in un vostro aiuto in merito a una faccenda che mi sta togliendo il sonno.
In autunno ho fatto una proposta per una casa. Non ero sicura di volerla fare, mi sembrava che l'immobile necessitasse di troppi lavori di ristrutturazione e le mie finanze non me lo avrebbero permesso. L'AI mi ha assicurato che, dentro, la casa era pressoché nuova e che l'unica spesa che avrei dovuto sostenere avrebbe riguardato l'esterno, dove una "giungla" impedisce l'accesso in auto alla struttura. Io, al tempo, non avevo ancora ricevuto una proposta per la vendita di casa mia, quindi mi dimostro ancora più titubante in merito alla proposta. L'AI, tuttavia, mi spinge a farla, rassicurandomi con la clausola sospensiva. Nella mia enorme ignoranza, ho dato ascolto a quanto mi veniva detto e ho fatto la proposta.
La proposta era valida e irrevocabile per 40 giorni lavorativi (si possono mettere lavorativi?). Proposta che è stata accettata dopo 41 giorni liberi.
Ma qui non si presentava ancora il problema, perché la casa mi piaceva (mi piace) e, in seguito a un colloquio con un broker, ero certa che sarei stata in grado di comprarla. Peccato che il broker mi avesse fatto un calcolo senza estratto conto, senza un'idea precisa dei miei finanziamenti (ero andata solo per una chiacchierata preventiva, quando ancora non ero certa di fare la proposta). Inoltre, io stessa sapevo che a un altro cliente lui aveva dato la certezza di prendere un mutuo, quando poi questo è stato negato (lo so perché, in quel caso, io ero la parte venditrice e mi sono vista saltare la vendita - ovviamente senza trattenere alcuna caparra e senza visionare alcun diniego di una banca).
Quando ho finalmente ricevuto una proposta per la vendita di casa mia, mi sono recata in banca, bypassando il broker di agenzia, di cui non mi fidavo molto - e che non volevo pagare per evitare di aggiungere ulteriori spese.
Nella prima banca dove sono stata - quella dove ho attualmente il mutuo - mi hanno detto, in modo abbastanza brutale, che non c'erano possibilità che io prendessi quel mutuo, soprattutto non per un 90% dell'importo (come pensavamo di fare, con la conoscenza dell'AI, per affrontare le spese di ristrutturazione). Ho provato a chiedere per l'80%, ma anche lì mi hanno fatto problemi: sarebbe servita la firma di un garante, ma la mia garante ha sessant'anni, quindi potrebbero darmi al massimo 20 anni di mutuo: la rata sarebbe troppo alta.
Disperata, provo in un'altra banca. Anche lì mi dicono che ho poche possibilità, sebbene si mostrino più accoglienti. Insomma, le possibilità di ottenere il mutuo si abbassano.
Nel frattempo, dopo un mese e mezzo dall'accettazione della proposta, riesco finalmente a rivedere la casa. Durante questa seconda visita, scopro che i lavori da fare sono molto più importanti di quello che pensavo/mi era stato detto. L'AI mi rivela anche che ci sono degli abusi edilizi da sanare. In proposta vi è scritto: "qualora l'immobile dovesse essere gravato da difformità urbanistiche e/o catastali la rettifica degli stessi sarà a totale onere della parte promissaria venditrice, nei tempi minimi necessari." Peccato che gli abusi non mi fossero stati notificati prima. Ma, ancora una volta, l'errore è stato mio.
Ve la faccio breve: mi presento in banca e chiedo di avviare la pratica per presentare poi un diniego. La banca, successivamente, mi rilascia un foglio su carta intestata, dove dichiara che la mia richiesta di mutuo non può essere soddisfatta. Io invio tutto tramite pec - e tramite legale - direttamente all'agenzia. L'AI a questo punto mi richiama per dirmi che il foglio non va bene, perché non presenta alcuni dati (importi, numero pratica ecc). La banca mi ha detto che ha omesso volutamente certi dati per una questione di privacy nei miei confronti, e che loro non intendono rilasciare ulteriori fogli, che quello è l'unico disponibile.
Ormai è passata una settimana dall'invio del diniego, ma l'agenzia ancora non mi ha restituito gli assegni (caparra + commissioni). La scadenza per presentare diniego/accettazione è ad aprile, quindi c'è ancora tempo, ma la fiducia che riponevo nell'AI è ormai svanita e io ho il terrore che voglia giocarmi un brutto tiro. Questo perché, probabilmente, è convinto che io, in realtà, possa chiedere il mutuo, che il diniego ottenuto sia solo un favore di qualcuno interno alla banca, e che ciò che mi spinge a tirarmi dietro non è il mutuo, ma il fatto che io non voglio più acquistare l'immobile per le troppe spese - di cui comunque ho parlato con l'AI, quando ho fatto presente che in banca mi stavano facendo problemi.
Vi riporto la parte relativa al diniego della clausola sospensiva: qualora il predetto esito non dovesse pervenire entro il limite convenuto il presente contratto sarà da intendersi efficace e vincolante in ogni suo punto. In caso di diniego della richiesta di mutuo la comunicazione dovrà essere espressa ufficialmente dall'istituto di credito ex mutuante, prodotta su carta intestata dallo stesso, entro il suddetto termine di giorni 120, il tutto recapitato tramite pec e/o raccomandata. All'ottenimento del succitato diniego, le somme trattenute a deposito verranno restituite con effetto immediato.
Nella proposta, tuttavia, non è presente alcun importo che devo richiedere in banca per il mutuo.
Il diniego che mi hanno dato in banca, su carta intestata e con timbro, dice:
Oggetto: richiesta di mutuo fondiario per acquisto immobile.
In merito all'oggetto, il nostro istituto non ha riscontrato, al momento, i presupposti per procedere alla delibera di quanto da lei richiesto.
La mia domanda è: il foglio che ho presentato è davvero inefficace? Come dovrei comportarmi?
Rischio di perdere 15000€ tra caparra e commissioni... sarei rovinata