Se ti riferisci a questa di regola:
Più che una regola questa è un sacro comandamento.
Quell'intermediario che non lo rispetta commette un peccato mortale.
Per se stesso ovviamente.
Appare singolare, che un mediatore della tua "leva", non lo ponga in evidenza, confermandone la sua assoluta limpidezza.
Se non altro, per dare un buon indirizzo a quelle più giovani di leve, che qui ci leggono.
Proprio ad evitare la confusione che tu stesso lamenti.
Di regole, ce ne sono fin troppe e di codici, invece pure.
Mentre alcune altre regole, vengono inserite nello svolgimento della professione, come ad esempio la prassi della presa visione, oppure quelle della lista clienti, che hanno visionato l'alloggio.
Consuetudini (sbagliate), che si vogliono sostituire a semplici ed efficaci norme.
Inutile poi, lamentarsi e scomodare la disonestà o la furberia, se non si vogliono osservare i codici cardine.
I fondamentali, che illustrano la disciplina giuridica dell'attività di mediazione, prevedono l'acquisizione del mandato o dell'incarico, che dir si voglia.
Fin dalla notte dei tempi, non è prevista da nessuna parte, una sorta di prelazione o di marchio di appartenenza, affinchè altri mediatori siano obbligati a riconoscere compensi ad un collega, per una semplice segnalazione.
Giacchè quel cliente acquirente, muove nella sua azione di compera, ovviamente nel suo esclusivo interesse.
Quindi se tu stai a Forlì ed hai un cliente che cerca a Canicattì, o ti muovi fino in Sicilia con lui, per il tuo e per il suo interesse;
Diversamente, non puoi inventarti regole e codici, per pretendere compensi, che arrivino dal cielo, mentre stai comodamente seduto in Emilia Romagna.
Non mi stavo riferendo a questo ovviamente e non capisco perché ti sei sentito chiamato in causa.