Mi pare di capire che anche la tua agenzia, come quella per cui lavoro io, non è un'agenzia affiliata ad un grande gruppo, quindi non ci sono processi di formazione "standard".
Da "nuova leva" posso dirti che la cosa che importa di più è capire il motivo per il quale i tuoi collaboratori sono lì.
Come spesso accade la soluzione del problema ("come mi pongo?") è nell'indagine della domanda ("verso chi mi sto ponendo?" "chi è?" "perché è qui?"). Se sei in grado di far fronte a simili interrogativi, il rapporto sarà più proficuo per entrambe le parti (ho la mediazione nel sangue!
La cosa che conta di più per me in questo momento è imparare.
Si impara di più quando chi insegna è gentile e ti fa sentire "dalla stessa sua parte", specialmente in un lavoro dove per la maggior parte del tempo sei da solo, per la strada a fare zona.
Se devi criticare fai che siano critiche costruttive. E' banale? Vallo a dire al mio titolare, miglioreresti di molto le mie giornate
Ma soprattutto anticipa la (frequente) degenerazione delle incomprensioni parlandone!
Non è debole chi parla di queste cose, ma forte! Al contrario, chi non ha emozioni è arido, non forte. Chi è troppo buono non è buono per niente, inteso non realizzerà niente. Ma otterrà ben poco anche chi fa il burbero (se lo "fai" allora sbaglierai a dosare i comportamenti)
Ti auguro di essere forte