Avvincente caso immobiliare. Cittadina di provincia con circa 15000 abitanti, nemmeno tanto ridente. La cittadinanza e le cronache locali stanno seguendo, con partecipazione e preoccupazione, la vicenda della sede di un’importante associazione, il cui ruolo è insostituibile per il tessuto sociale e non solo. L’idea che tale sede storica sia messa in vendita, soprattutto senza fornire alternative ragionevoli, è ritenuto da più parti semplicemente inaccettabile. Non si tratta infatti solo di un luogo fisico. Mentre le immagini scorrono in tv, Adelia MM, una nonnina di quasi 90 anni, ha deciso il futuro del bene di cui è proprietaria. Donna dallo spirito libertario, nel tempo aveva permesso che lo stabile fosse occupato abusivamente e temporaneamente negli anni ’70, ristrutturato a sue spese grazie alle sue facoltà ampie dell’epoca, gestito nel corso degli anni da centri sociali e poi dall’associazione. L’immobile, anche fisicamente e per la storia, le voci, le persone che l’hanno costruito, vissuto, animato, è un luogo dalla potente simbologia, un punto di aggregazione per generazioni di cittadini. A coprire le spese dell'affitto è l'associazione, che si occupa di tutte le incombenze ordinarie del caso; i volontari hanno anche fatto qualche lavoretto e risistemato i locali. La quota stabilita dal contratto è sensibilmente inferiore rispetto al valore di locazione dell'immobile sul mercato, perché non è la rendita economica il motore di questo gesto di solidarietà, non vanificato fintanto che il giogo fiscale, e l’evenienza di un esteso e oneroso intervento di manutenzione straordinaria, non più procrastinabile, non solo per ragioni estetiche perché imposto dalle norme in tema di sicurezza per garantire l’uso dei locali, diventano insostenibili per le erose disponibilità della vecchia. E l'occasione non tarda ad arrivare. L'architetto Ermanno XX, marito della nipote dell'anziana, esperto intermediario, ha ricevuto un incarico esclusivo di vendita. Presto, quando non ancora del tutto fuori dai rigori dell'inverno le piante si rivestono di delicati fiori bianchi, che annunciano l'imminente primavera, oltre la montagna di scatoloni, l'incertezza del futuro. Non sa se, quando e dove riprenderà l'attività, l'associazione in procinto di restare senza sede. «Non potremo permetterci alcun affitto a valori correnti di mercato, né fare progetti per il domani». È sconsolato, Aurelio CC, storico presidente dell'associazione. La messa in vendita non significa solo togliere genericamente la sede ad un’associazione, ma recare un danno all’identità della città. Marco T., sindaco della cittadina, si è lungamente sottratto al confronto: dopo che decine di rappresentanti istituzionali si sono sollevati a favore di una soluzione civica. L’immobile non deve essere venduto se non ad un soggetto pubblico. Ma siamo davanti, invece, ancora ad una volta ad un ente locale che vuole completare le vendite del proprio irrisorio patrimonio pubblico, ingiustificato ed ingiustificabile, figuriamoci se disponibile ad accollarsi una gatta da pelare del genere. Ecco arriva un'estate torrida. L'umidità raggiunge percentuali inaspettate e l'aria diventa irrespirabile. La decisione di vendere l’immobile, anche solo ad un quarto del suo valore potenziale, diviene operativa alla manifestazione di interesse da parte di alcuni grandi proprietari immobiliari; ma c’è ancora chi pensa non sia credibile l’ineluttabile esigenza economica da parte dell’arzilla vegliarda. Viene così portata la questione con urgenza in consiglio comunale da parte di alcuni membri dell’opposizione, ribadendo che la palazzina appartiene alla storia della città. Una storia che non è in vendita. Ora, incassato l'ennesimo euro-buco nell'acqua, è quanto mai opportuno che l’amministrazione esca dalla retorica dei facili slogan. Sotto i riflettori puntati della politica, comunque, per garantire un equo confronto, le trattative vengono effettuate, valutando tutti gli aspetti ed eventuali adeguamenti. Dopo due mesi di trattative serrate, le quali hanno coinvolto anche consulenti da parte di tutti i soggetti della negoziazione e hanno richiesto riunioni della durata di intere giornate, ecco l’esito. La cordata CCCC sottoscrive il cosiddetto “contratto preliminare di vendita”. Valore convenuto pari al 90% della già misera richiesta e condizione sospensiva in attesa di ottenere l'erogazione di un mutuo. E’ autunno, con un perpetuo fracassarsi di foglie sotto gli alberi. Si sa solo che la proprietà è destinata a cambiare letteralmente volto, oltre che contenuti. Questo, almeno, nelle intenzioni del gruppo immobiliare acquirente, che restano avvolte nel mistero. Avendo constatato la sordità delle autorità competenti, di fronte alle svariate pressioni popolari che si sono sviluppate prima ed ora, l’associazione torna alla carica e riempie le cronache e le pagine dei giornali, diventando essa stessa una posta in gioco, al di là di una vetrina e una bagarre mediatica spesso pelosa. È l'intervallo più lungo di tutta storia, e coincide i mesi precedenti l’atto. A poco a poco si sta tramando un altro complotto; l'imminenza delle elezioni amministrative attizza le ambizioni personali e questa volta, il sindaco ricandidato, se ne esce dichiarando che, riguardo al prestigioso rudere, giammai avverranno cambi di destinazione d'uso, né variazione del piano regolatore generale, né concessioni in deroga alle norme ordinarie che regolano i vigenti strumenti urbanistici. Ultimo colpo di scena, le banche si defilano. La cordata CCCC ha interpellato alcuni istituti per ottenere alle migliori condizioni l’erogazione del mutuo necessario all’acquisto. Il Comune vuole comunque evitare ogni apparenza di disinteresse, e nello stesso tempo lasciare alla parte acquirente la difficile scelta di dove contrarre un finanziamento a condizioni agevolate. Ecco la prima giornata di sole dopo giorni di tempo pessimo, però non fa meno freddo: l'inverno persiste. Grazie a qualche alchimia, quale ultima ratio, si delinea un intervento da parte della cassa di risparmio locale, fortemente partecipata da mano pubblica. I dubbi vengono messi da parte, si procede spediti verso l’atto - gogna. Ebbene, è arrivato il grande giorno. Il notaio riceverà l’atto in presenza delle parti convenute e farà al loro cospetto tutto ciò che è necessario alla validità del medesimo: ma, sorpresa, poche ore prima si apprende che la banca ha ben pensato di modificare le condizioni del mutuo deliberato. Una riduzione di un terzo dell'importo finanziato. Il trucco sta nel fatto che alcune garanzie reali associate all’operazione da parte dell’immobiliare sono state valutate meno consistenti sulla scorta di una più attenta analisi delle evidenze prodotte. In ricordo il manifesto della pubblicità della passata di pomodoro “O così. O pomì”. La vecchietta arcistufa non protesta. Si sofferma incerta a scorgere un passaggio, che la farà andare avanti come può. Accompagnata dall’architetto, con un pelo sullo stomaco a cui persino le malattie stanno lontano, quasi mai toccato dalla malasorte, e da un anziano leguleio, con astuzie degne di lui, si appropinqua al campo di battaglia. Ahimè bisognosa di fresco contante, non si contenta dello smagrito importo messo sul banco dalla controparte, per via della decurtazione della somma mutuata, in assenza e impossibilità totale di attingere a nuove fonti. C’è la soluzione geniale pur di procedere e non doversi rivalere in sede legale. Lo strumento è l'ipoteca legale, in relazione con i casi in cui il venditore non può ricevere l'intero prezzo del bene venduto. Sull'atto ben chiara sarà la dichiarazione che l’acquirente ha lasciato un pagamento di conguaglio in sospeso. La vegliarda dall’agile memoria si è ben ricordata ancora di avere acquistato la casa, ora in vendita, firmando decine di “cambiali ipotecarie” nei lontani anni ’50……. I consulenti hanno in seduta stante accomodato la questione alle attuali circostanze. La campagna elettorale imperversa ancora. Ampio dibattito sui media locali e nelle piazze, dopo la pubblicazione della notizia dell’avvenuto trasferimento di proprietà, tanto da apparire in certi casi come una strumentalizzazione. Il rituale pubblico è servito: offrire il colpevole, anzi un colpevole, qualsiasi esso sia e ora tocca all’astuta megera. Non si è accollata l’onere di evitare una lottizzazione, peraltro accendendo il diritto a future poste. Poi la notte dei verdetti. Marco T. è riconfermato sindaco: con il 60,5% dei voti supera il candidato della lista opposta. Un lungo anno non un secolo è passato: soltanto perchè la trattativa è stata privata e al grande ribasso. Il caldo scirocco vivace da sud carezza la collina, la sua aria spettina con respiro loquace le argentee chiome dell’anziana e, forse perenne, creditrice….