Una clausola tipo questa:
CEDOLARE SECCA e AGGIORNAMENTO ISTAT. Il locatore dichiara di volersi
avvalere della modalità di tassazione sui redditi da locazione di fabbricati introdotta
dall’art. 3 del D.Lgs. 23/2011 denominata “cedolare secca”, riservandosi, tuttavia, la
facoltà di revocare tale opzione in ciascuna annualità contrattuale successiva a
quella in corso, da esercitarsi a mezzo raccomandata a.r. prima della scadenza
dell'annualità contrattuale. L’opzione in oggetto comporta, per il periodo corrispondente alla sua durata, il venir meno dell’obbligo di versamento delle imposte di registro e di bollo relative al suddetto contratto, comprese quelle dovute
sulla risoluzione e sulle proroghe del contratto stesso. Non verrà inoltre applicata
negli anni di decorrenza del contratto alcuna maggiorazione del canone, inclusa la variazione accertata dall’ISTAT. Se in futuro il locatore decidesse di revocare l’applicazione di tale regime fiscale, sull’importo annuo del canone dovrà essere pagata l’imposta di registro nella misura del 2% (di cui metà a carico del locatore e metà a carico del conduttore), e verrà applicato l’aumento del canone in base all’indice ISTAT nella misura del 100% della variazione assoluta in aumento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, verificatasi rispetto al mese precedente quello di decorrenza del presente contratto. In caso di recesso da parte del conduttore, la relativa imposta di registro sarà a carico dello stesso.