Salvatore 17/07/2019
Nell'ottobre del 2003 ho venduto un'immobile composto; Di garage, primo e secondo piano, mentre, il vano a terzo pian, in quanto abusivo e' stato venduto con scrittura privata dallo stesso notaio, con l'obbligo per me di attivarmi qualora le leggi future consentiranno di provvedere alla sanatoria di detto vano al terzo piano, e' il costo di tali oneri, compreso la stipula dell'atto pubblico e' a totale carico dell'acquirente. Dopo quindici anni, si attiva il comune, non capisco perché dopo tanto tempo, chiedendomi l'imposta IMU del terzo piano in questione. ho chiesto la rivalsa di pagamento e ripetutamente ha risposto di si, pero' poi, a distanza di un'anno quel si e' diventato palesemente no. Nella scrittura privata, si legge tra l'altro, che l'immobile e' stato ristrutturato con la licenza rilasciata nel 1957 e ulteriore licenza nel 1973 quest'ultima licenza riquadrerebbe confusamente la chiusura di una finestra a piano terra e il libero calpestio del terrazzo a secondo piano. Questa dubbia licenza del 1973 ha precluso la possibilita' di potere commercializzare il terzo piano in unico contesto, secondo quanto prevede la legge Ponte per le costruzioni ante 01/09/1967. Considerando che l'intera struttura e' stata realizzata fino al secondo piano con la prima licenza del 1957, il notaio poteva non dichiarare l'esistenza della licenza datata 1973? Il notaio poteva consigliare la sanatoria del terzo piano, e poi stipulare l'atto ? Il compratore nelle more e' tenuto a pagare l'imposta IMU, in previsione di un probabile usucapione ventennale nella quale, sussistano tutti i presupposti (UTI DOMINUS)? Si potrebbe ipotizzare un'errore del notaio e quindi chiedere la rettifica dell'atto e l'inserimento del vano a terzo piano? La ringrazio anticipatamente cordiali saluti Salvatore.
Nell'ottobre del 2003 ho venduto un'immobile composto; Di garage, primo e secondo piano, mentre, il vano a terzo pian, in quanto abusivo e' stato venduto con scrittura privata dallo stesso notaio, con l'obbligo per me di attivarmi qualora le leggi future consentiranno di provvedere alla sanatoria di detto vano al terzo piano, e' il costo di tali oneri, compreso la stipula dell'atto pubblico e' a totale carico dell'acquirente. Dopo quindici anni, si attiva il comune, non capisco perché dopo tanto tempo, chiedendomi l'imposta IMU del terzo piano in questione. ho chiesto la rivalsa di pagamento e ripetutamente ha risposto di si, pero' poi, a distanza di un'anno quel si e' diventato palesemente no. Nella scrittura privata, si legge tra l'altro, che l'immobile e' stato ristrutturato con la licenza rilasciata nel 1957 e ulteriore licenza nel 1973 quest'ultima licenza riquadrerebbe confusamente la chiusura di una finestra a piano terra e il libero calpestio del terrazzo a secondo piano. Questa dubbia licenza del 1973 ha precluso la possibilita' di potere commercializzare il terzo piano in unico contesto, secondo quanto prevede la legge Ponte per le costruzioni ante 01/09/1967. Considerando che l'intera struttura e' stata realizzata fino al secondo piano con la prima licenza del 1957, il notaio poteva non dichiarare l'esistenza della licenza datata 1973? Il notaio poteva consigliare la sanatoria del terzo piano, e poi stipulare l'atto ? Il compratore nelle more e' tenuto a pagare l'imposta IMU, in previsione di un probabile usucapione ventennale nella quale, sussistano tutti i presupposti (UTI DOMINUS)? Si potrebbe ipotizzare un'errore del notaio e quindi chiedere la rettifica dell'atto e l'inserimento del vano a terzo piano? La ringrazio anticipatamente cordiali saluti Salvatore.