Buonasera,
sto cercando di acquistare una prima casa da adibire ad abitazione principale.
L'immobile che ho trovato ha un buon prezzo e ho deciso di formalizzare la mia offerta. Ma quando mi sono seduta al tavolo dell’agenzia immobilaire ho scoperto che, diversamente da quello che mi era stato detto fino a quel momento, il venditore non era un privato ma una s.r.l. Da un mio controllo è risultato che l’immobile è libero da ipoteche, però la società venditrice (che svolge attività di gestione immobiliare consistente in acquisto, affitto e rivendita di immobili) è posseduta al 100% da un’altra società “straniera” con sede in “Lussemburgo” (e dietro questa società estera non so chi vi sia) e i suoi bilanci (della srl italiana venditrice) risultano in perdita da almeno due anni e nel corso del 2012 ha avuto ben 3 assegni protestati per un totale di 30.000 euro.
Come posso cautelarmi, nel caso che la società venditrice fallisca entro un anno dal mio acquisto, per non rischiare di subire una revocatoria?
Ciò che più mi preoccupa è la nuova formulazione della legge fallimentare per gli acquisti effettuati da chi utilizzerà la casa come abitazione principale: è stato disposto che non c’è revocatoria se l’acquisto viene fatto al “giusto prezzo”.
Mi preoccupa il concetto di "giusto prezzo" perché non esiste un “giusto prezzo” uguale per tutti. E spiego il perché. Io sto acquistando mediante un annuncio immobiliare che è pubblicato da mesi anche su internet; l’immobile è gestito da più agenzie (credo almeno tre); l’offerta era partita da euro 490.000 per poi scendere a 429.000 ed è da due mesi circa ferma su quest'ultima cifra. Io ho fatto un’offerta di 380.000 e l’agente immobiliare mi ha assciurato che avremmo chiuso a 390.000- 400.000. Facendo però una valutazione dell'appartamento prendendo come riferimento i prezzi medi di zona pubblicati sul sito dell’osservatorio dell’Agenzia del Territorio (attualmente sono disponibili solo i prezzi medi relativi al 2° semestre 2012) si ottiene una stima media di ben 500.000 euro. Temo che nell’ipotesi sfortunata (ma non remota in tempo di crisi) in cui la società fallisca entro un anno dal mio acquisto, un perito nominato dal Tribunale possa valutare l’immobile 500.000 euro e conseguentemente potrei essere vittima della revocatoria nel caso io abbia acquistato a 390.000.
Vorrei poter acquistare senza avere una spada di Damocle puntata per un anno sulla testa.
Esiste una soluzione per poter acquistare al prezzo di 390.000 senza incorrere nel rischio di revocatoria fallimentare?
O mi consigliate di rinunciare all’acquisto?
grazie
Gaetano
sto cercando di acquistare una prima casa da adibire ad abitazione principale.
L'immobile che ho trovato ha un buon prezzo e ho deciso di formalizzare la mia offerta. Ma quando mi sono seduta al tavolo dell’agenzia immobilaire ho scoperto che, diversamente da quello che mi era stato detto fino a quel momento, il venditore non era un privato ma una s.r.l. Da un mio controllo è risultato che l’immobile è libero da ipoteche, però la società venditrice (che svolge attività di gestione immobiliare consistente in acquisto, affitto e rivendita di immobili) è posseduta al 100% da un’altra società “straniera” con sede in “Lussemburgo” (e dietro questa società estera non so chi vi sia) e i suoi bilanci (della srl italiana venditrice) risultano in perdita da almeno due anni e nel corso del 2012 ha avuto ben 3 assegni protestati per un totale di 30.000 euro.
Come posso cautelarmi, nel caso che la società venditrice fallisca entro un anno dal mio acquisto, per non rischiare di subire una revocatoria?
Ciò che più mi preoccupa è la nuova formulazione della legge fallimentare per gli acquisti effettuati da chi utilizzerà la casa come abitazione principale: è stato disposto che non c’è revocatoria se l’acquisto viene fatto al “giusto prezzo”.
Mi preoccupa il concetto di "giusto prezzo" perché non esiste un “giusto prezzo” uguale per tutti. E spiego il perché. Io sto acquistando mediante un annuncio immobiliare che è pubblicato da mesi anche su internet; l’immobile è gestito da più agenzie (credo almeno tre); l’offerta era partita da euro 490.000 per poi scendere a 429.000 ed è da due mesi circa ferma su quest'ultima cifra. Io ho fatto un’offerta di 380.000 e l’agente immobiliare mi ha assciurato che avremmo chiuso a 390.000- 400.000. Facendo però una valutazione dell'appartamento prendendo come riferimento i prezzi medi di zona pubblicati sul sito dell’osservatorio dell’Agenzia del Territorio (attualmente sono disponibili solo i prezzi medi relativi al 2° semestre 2012) si ottiene una stima media di ben 500.000 euro. Temo che nell’ipotesi sfortunata (ma non remota in tempo di crisi) in cui la società fallisca entro un anno dal mio acquisto, un perito nominato dal Tribunale possa valutare l’immobile 500.000 euro e conseguentemente potrei essere vittima della revocatoria nel caso io abbia acquistato a 390.000.
Vorrei poter acquistare senza avere una spada di Damocle puntata per un anno sulla testa.
Esiste una soluzione per poter acquistare al prezzo di 390.000 senza incorrere nel rischio di revocatoria fallimentare?
O mi consigliate di rinunciare all’acquisto?
grazie
Gaetano