Ciao a tutti,
nel mese di marzo ho effettuato tramite agenzia una proposta (che all'accettazione si è perfezionata in preliminare) per un immobile che mi è piaciuto subito molto, versando tutte le caparre alla parte venditrice e la commissione all'agenzia (al momento sono fuori di circa 50 mila euro).
Nello stesso documento si fa riferimento all'immobile specificando che trattasi di edilizia privata/libero, senza vincoli o ipoteche, con provenienza "acquisto", e viene indicata una data di rogito entro il 30/06 (quindi la fine del mese corrente). Non mi è mai stato specificato null'altro.
Oggi l'agenzia mi contatta per informarmi che l'immobile è in realtà un ex Aler (casa popolare), riscattato dal comune dall'attuale proprietà 17 anni fa, ma potrebbero esserci degli slittamenti sulla data del rogito (45-60 giorni) poichè esiste un diritto di prelazione da parte dell'Aler, per la quale la parte venditrice deve versare il 10% del valore dell'immobile per ottenere la rinuncia al diritto di prelazione.
La parte venditrice è propensa a sanare la situazione, ma ovviamente lo slittamento in avanti del rogito comporta per me dei costi non indifferenti (proprio settimana scorsa ho iniziato ad acquistare cucina, piastrelle, porte in vista dell'imminente ristrutturazione, senza contare il fatto che avevo previsto di alloggiare in albergo solo per un breve periodo per il cambio di casa). Inoltre, la situazione di poca chiarezza non è rassicurante per me: ad oggi a parte il documento della proposta e il catasto, non ho in mano nulla, l'agenzia si sta occupando di tutto. Vi confesso che se fossi stato a conoscenza della condizione particolare dell'immobile al momento della proposta non avrei fatto la mia offerta, poichè sto investendo tutti i risparmi della mia vita e ho cercato di evitare qualsiasi situazione poco chiara.
La domanda che vi faccio è questa: il preliminare resta valido, anche se effettuata in un momento in cui l'immobile si trovava in regime di edilizia convenzionata/con diritto di prelazione e solo all'atto del futuro rogito slittato diverrà edilizia privata? Ci sono gli estremi per annullarlo e/o chiedere i danni? Anche in considerazione del periodo di coronavirus, che ha comportato ritardi da parte di tutti, è possibile farsi riconoscere le spese anche solo per il ritardo rispetto alla data di rogito concordata?
Grazie anticipatamente per le risposte.
nel mese di marzo ho effettuato tramite agenzia una proposta (che all'accettazione si è perfezionata in preliminare) per un immobile che mi è piaciuto subito molto, versando tutte le caparre alla parte venditrice e la commissione all'agenzia (al momento sono fuori di circa 50 mila euro).
Nello stesso documento si fa riferimento all'immobile specificando che trattasi di edilizia privata/libero, senza vincoli o ipoteche, con provenienza "acquisto", e viene indicata una data di rogito entro il 30/06 (quindi la fine del mese corrente). Non mi è mai stato specificato null'altro.
Oggi l'agenzia mi contatta per informarmi che l'immobile è in realtà un ex Aler (casa popolare), riscattato dal comune dall'attuale proprietà 17 anni fa, ma potrebbero esserci degli slittamenti sulla data del rogito (45-60 giorni) poichè esiste un diritto di prelazione da parte dell'Aler, per la quale la parte venditrice deve versare il 10% del valore dell'immobile per ottenere la rinuncia al diritto di prelazione.
La parte venditrice è propensa a sanare la situazione, ma ovviamente lo slittamento in avanti del rogito comporta per me dei costi non indifferenti (proprio settimana scorsa ho iniziato ad acquistare cucina, piastrelle, porte in vista dell'imminente ristrutturazione, senza contare il fatto che avevo previsto di alloggiare in albergo solo per un breve periodo per il cambio di casa). Inoltre, la situazione di poca chiarezza non è rassicurante per me: ad oggi a parte il documento della proposta e il catasto, non ho in mano nulla, l'agenzia si sta occupando di tutto. Vi confesso che se fossi stato a conoscenza della condizione particolare dell'immobile al momento della proposta non avrei fatto la mia offerta, poichè sto investendo tutti i risparmi della mia vita e ho cercato di evitare qualsiasi situazione poco chiara.
La domanda che vi faccio è questa: il preliminare resta valido, anche se effettuata in un momento in cui l'immobile si trovava in regime di edilizia convenzionata/con diritto di prelazione e solo all'atto del futuro rogito slittato diverrà edilizia privata? Ci sono gli estremi per annullarlo e/o chiedere i danni? Anche in considerazione del periodo di coronavirus, che ha comportato ritardi da parte di tutti, è possibile farsi riconoscere le spese anche solo per il ritardo rispetto alla data di rogito concordata?
Grazie anticipatamente per le risposte.