il problema è che non si parlano.
@elisabettam ,
Aldilà dei tecnicismi che ti faranno solo buttar via tempo e risorse, l'unica cosa avveduta che puoi fare è, da una parte, quella di mantenere avvelenati i pozzi tra lui e lei.
Rendendo sterile se non dannosa l'azione intermediata per il tramite della concorrenza.
Atteso che senza la firma del marito la moglie non potrà vendere.
Dall 'altra parte, incomincia a tessere le fila dei rapporti, complici, cortesi e propositivi, con la moglie.
Probabilmente la parte più forte del contratto.
Sicuramente nel pieno possesso dell'alloggio e, da questo effetto, che presumibilmente scaturisce la possibilità di conferire incarichi di intermediazione prestandosi purr a sostenerne l'onere di espletamento, senza nemmeno rendicontare il marito.
Se non è una pazza molto probabilmente conosce bene i suoi polli.
Se il marito avvelenato, manterrà quella linea, ignorando ogni offerta che si rappresenterà, alla scadenza del mandato, gioucoforza e pure agli occhi della moglie, sarai l'unica in grado di farlo ragionare e firmare, rendendoti determinante per la conclusione della vendita.
Se invece il marito, si farà addomesticare da qualche offerta, lo vedrai fare "il salto della quaglia" e, da un giorno all'altro, da tuo cliente che era, il giorno dopo diventerà cliente della concorrenza.
Sua maestà il danaro può avere di questi effetti e la moglie probabilmente lo sapeva.
Resta sempre valida la malizia da adottare in questi casi.
Come per i coeredi così per i comproprietari.
Più li fai litigare tra loro meglio è.
Il miglior mediatore è colui che riesce a gettare acqua sulla tempesta.
Riuscendo nella discordia a saper trovare un intesa tra le parti.
Se controlli, accendi e spegni il fuoco, sedare la tempesta, non è così difficile.
Ai senior, ai membri storici, agli accademici, ai matusa ai prepensionati associated, certe cose, non si imparano sui libri.