BUongiorno,
non sò se questo è il posto giusto per formulare il mio quesito:
A luglio ho sottoscritto una porposta d'acquisto su un immobile lasciando all'agenzia un assegno di 5000 euro intestato ai proprietari, il prezzo proposto era di 240.000 euro con l'impegno di sottoscrivere il preliminare entro il 30 settembre e il rogito entro il 20 dicembre (2010).
DOpo circa 10 giorni ci richiama l'agente immobiliare dicendo che i proprietari hanno accettato l'offerta e preso l'assegno, e che ci saremmo sentiti a settembre anche perchè voloevano interessare il nostro notaio per l'ipoteca, al chè io ho osservato che per l'ipoteca della banca si faceva tutto al rogito (avevo appena venduto il mio appartamento) ma a questo punto sono stata informata che avevano anche un'altra ipoteca, della Gerit.
Al rientro dalle ferie siamo corsi a parlare con i proprietari per capire come stavano le cose e abbiamo scoperto dell'esistenza di un debito molto grande (circa la metà del valore dell'immobile) che quindi non può essere estinto con la cifra prevista al preliminare (20.000 euro).
Ci hanno proposto di saldare il debito al rogito, ma la banca in questo caso non erogherebbe il mutuo. A questo punto iniziano le dolenti note, perchè noi ci siamo mostrati intenzionati a rinunciare all'acquisto e i signori inizialmente si sono mostrati comprensivi (pur non potendo restituire i 5000 euro intascati).
Il giorno successivo ci hanno informato che si stavano attivando per un prestito e quindi volevano procedere.
Abbiamo chiesto di presentare la documentazione di quanto stava accadendo (cancellazione ipoteca, estinzione debito, prestito in corso) entro il termine stabilito per il preliminare.
Il termine è scaduto senza notizie, e solo successivamente ci ha risposto il loro avvocato dicendo che per il prestito era necessario più tempo del previsto, e il compromesso stesso (presumo perchè non avendo nulla a garanzia del prestito la finanziaria volesse un vincolo più forte della semplice proposta d'acquisto) postecipando il termine per il rogito al 28 febbraio 2011 con il vincolo che in caso di mancato prestito e quindi mancata cancellazione dell'ipoteca ci saremmo ripresi solo la caparra senza chiedere il doppio.
Ora, premesso che noi abbiamo venduto e siamo senza casa, ospiti da parenti in 4 (ho 2 bambini piccoli), i termini proposti non ci sembravano accettabili e ci siamo rifiutati si sottoscriverli.
Giusto per completezza, i signori in questione non stanno neanche pagando il mutuo (altri 90.000 di debito)
Questi signori adesso ci chiedono i danni.... (oltre ai già citati 5000 che si tengono)
Come se ne esce da questo incubo visto che io a questo punto devo anche cercarmi casa in affitto?
Grazie
non sò se questo è il posto giusto per formulare il mio quesito:
A luglio ho sottoscritto una porposta d'acquisto su un immobile lasciando all'agenzia un assegno di 5000 euro intestato ai proprietari, il prezzo proposto era di 240.000 euro con l'impegno di sottoscrivere il preliminare entro il 30 settembre e il rogito entro il 20 dicembre (2010).
DOpo circa 10 giorni ci richiama l'agente immobiliare dicendo che i proprietari hanno accettato l'offerta e preso l'assegno, e che ci saremmo sentiti a settembre anche perchè voloevano interessare il nostro notaio per l'ipoteca, al chè io ho osservato che per l'ipoteca della banca si faceva tutto al rogito (avevo appena venduto il mio appartamento) ma a questo punto sono stata informata che avevano anche un'altra ipoteca, della Gerit.
Al rientro dalle ferie siamo corsi a parlare con i proprietari per capire come stavano le cose e abbiamo scoperto dell'esistenza di un debito molto grande (circa la metà del valore dell'immobile) che quindi non può essere estinto con la cifra prevista al preliminare (20.000 euro).
Ci hanno proposto di saldare il debito al rogito, ma la banca in questo caso non erogherebbe il mutuo. A questo punto iniziano le dolenti note, perchè noi ci siamo mostrati intenzionati a rinunciare all'acquisto e i signori inizialmente si sono mostrati comprensivi (pur non potendo restituire i 5000 euro intascati).
Il giorno successivo ci hanno informato che si stavano attivando per un prestito e quindi volevano procedere.
Abbiamo chiesto di presentare la documentazione di quanto stava accadendo (cancellazione ipoteca, estinzione debito, prestito in corso) entro il termine stabilito per il preliminare.
Il termine è scaduto senza notizie, e solo successivamente ci ha risposto il loro avvocato dicendo che per il prestito era necessario più tempo del previsto, e il compromesso stesso (presumo perchè non avendo nulla a garanzia del prestito la finanziaria volesse un vincolo più forte della semplice proposta d'acquisto) postecipando il termine per il rogito al 28 febbraio 2011 con il vincolo che in caso di mancato prestito e quindi mancata cancellazione dell'ipoteca ci saremmo ripresi solo la caparra senza chiedere il doppio.
Ora, premesso che noi abbiamo venduto e siamo senza casa, ospiti da parenti in 4 (ho 2 bambini piccoli), i termini proposti non ci sembravano accettabili e ci siamo rifiutati si sottoscriverli.
Giusto per completezza, i signori in questione non stanno neanche pagando il mutuo (altri 90.000 di debito)
Questi signori adesso ci chiedono i danni.... (oltre ai già citati 5000 che si tengono)
Come se ne esce da questo incubo visto che io a questo punto devo anche cercarmi casa in affitto?
Grazie