Allora cominciamo: il mandato a reperire potenziali clienti NON esiste. In tema di mediazione non è necessario NULLA ai fini della nascita del diritto, tranne l'azione del mediatore, attraverso il contatto sociale (concetto da approfondire), che diventa nesso causale. Ora , se è vero che il nesso causale in filosofia è un concetto diciamo "vago", in diritto non lo è (interpretazioni a parte dei vari giudici a seconda della colazione).
Per chiarire il mio delirio, che quindi va ignorato rispetto alla analisi professionale avuta in precedenza, la mediazione nasce nel momento in cui si svolge, non per effetto di un incarico, l'incarico risiede nella accettazione dell'azione del mediatore, che se c'è, c'è.
Basta quindi che il mediatore si qualifichi come tale, ne abbia i diritti (e quindi i requisiti) e che svolga l'azione che determina la chiusura dell'affare (che non è mettere un annuncio) tramite il contatto sociale tra individui, conversando (e quindi non attraverso un mezzo di comunicazione generico come un cartello) e interagendo (e abbiamo anche delirato sul diritto dei giornalini e dei cartelli, che chiaramente è come dice la nostra professionista sopra, chiariamoci, il mio è un semplice delirio).
A differenza della nostra professionista sopra questo pensionato da bar dello sport afferma, con l'assoluta certezza data dal rin*******imento, che NESSUNO campa du questo diritto ingiustamente. Nessuno ci MARCIA. Semmai azi, MOLTI marciano proprio sui contratti che lei e il F***** (suo degno compare) amano alal follia. Infatti alcuni "abusi" negli affari si sono avverati molto più spesso per "esclusive", caso tipico il caso in cui un acquirente che abbia visionato una casa con l'agente a in gennaio, poi voglia comprarla in febbraio quando il proprietario ha oramai sottoscritto esclusiva con agente B.
Sulla battuta dei giornalini, che assomiglia al delirio della mediazione da cartello, stendo un velo pietosissimo. cavolo, un minimo di responsabilità! Certe affermazioni spuxxanano la vostra categoria più delle mie invettive!
Chiarito il punto si prosegue.
Nel caso in esame, che non conosciamo se no per due righe, abbiamo due possibili casi, penso:
- un mediatore ha proposto un immobile senza avere diretto contatto con il proprietario, al quale ha fatto concludere un affare o ha pubblicizzato l'immobile solamente.
- un mediatore ha fatto concludere l'affare a un proprietario che in forza del 2non ho firmato nulla" non vuole pagare alcun compenso.
Nel primo caso, se l'agente ha pubblicizzato la casa in modo che si riconscesse, con foto ad esempio, rischia. Se ha fatto le visure invece non rischia nula, nemmeno se è adato in conservatoria a prendere i documenti. Al comune invece non avrebbe dovuto poter accedere a alcune informazioni.
Detto ciò, se l'agente avesse comunque creato il nesso per concludere l'affare, e avesse dichiarato la sua azione PRIMA della conclusione al proprietario (la mediazione all'insaputa non esiste) probabilmente il diritto al compenso rimarrebbe, non in forza di un assurdo come la professionale staff ci ha voluto dimostrare, ma in forza di un diritto sacrosanto del mediatore (ma lei ha il patentino quindi prendete le mia come follie da bar).
Nel secondo caso, che sospetto sia la fattispecie (come parlo bene
) ma posso sbagliarmi, ce lo dirà l'utente, avremmo invece un caso dove il proprietario, convinto che non firmando nulla nulla deve, ha accettato l'azione di un mediatore che ha concluso l'affare, grazie alla sua azione, ma poi alal richiesta del compenso cerca di travare punti da contrapporre alal richiesta, che secondo un povero vecchietto, parrebbe lecita.
Aspetto conferme o smentite o precisazioni per dare il mio parere finale.