Buongiorno,
Spero la sezione sia giusta.
In breve: sono un conduttore, con regolare contratto registrato (3+2), da meno di un anno solare, avendolo stipulato proprio alla fine del 2022.
La casa locata, fin dalle prime settimane, si è rivelata problematica. Registro chiamate alla mano, ho dovuto "aprire" la casa ciclicamente e a cadenza mensile, da dicembre 2022 fino a oggi. Da interventi anche gravosi in uno dei bagni, ad altri interventi con operai esterni per perdite, fori, infiltrazioni, fino a una lunga serie di periti (del proprietario, di altri condomini, del condominio) proprio in riferimento ai danni causati dalla casa da me affittata. Sapevo non fosse ristrutturata, ma nemmeno pensavo potesse rivelarsi un colabrodo.
Detto questo, giusto per mettere a fuoco il quadro completo, il proprietario, finito un ciclo di problemi e conseguenti visite, lavori e periti, intorno a giugno-luglio decide infine di mettere in vendita la casa, ad appena 6-7 mesi dall'effettiva stipula del contratto di locazione.
Sono consapevole che è un suo diritto, al pari delle visite immobiliari. Sono in ugual modo consapevole che è mio diritto imporre e dettare l'agenda visite, senza limiti di orario o di giorno, in totale dipendenza dalle mie necessità e dalla mia personale disponibilità.
Sono una persona ragionevole, ho quindi permesso le visite sostanzialmente a cadenza settimanale, per 1h e 30 minuti, talvolta 2h, talvolta 1h.
Da luglio-agosto a oggi sono state di conseguenza effettuate numerosissime visite, con decine e decine di "potenziali clienti" in casa mia. A oggi, so per certo che nessuno è in trattativa e nessuno ha mai avanzato una proposta concreta. Per varie ragioni.
Nulla togliendo alla professione di agente immobiliare, non serve un dottorato per capire che: a) la casa è locata, con almeno altri 2 anni (facciamo 4...) di contratto. b) il prezzo richiesto è molto alto, direi irragionevole, superiore a quello di altri due immobili venduti nel corso del 2022-2023 nello stesso palazzo, che erano comunque case libere, pronte all'uso e in migliori condizioni strutturali o di base c) il prezzo richiesto è "pieno", pari o finanche superiore a quello di numerosissimi immobili messi in vendita nella stessa zona/quartiere. A differenza di moltissime altre case in vendita, nella stessa zona e di sostanzialmente uguale tipologia, anno e metratura, la casa da me locata ha un prezzo che non sembra tenere conto della presenza del conduttore, ma anche dell'assenza di riscaldamento, di un'esposizione su retro prospetto, del necessitare di una ristrutturazione completa, dell'essere un piano intermedio... etc.
Ora. Esistono limiti al generico diritto di visita del locatore?
In sostanza, quando diventa non più diritto di vendita, ma effettiva molestia, in grado di danneggiare il pacifico godimento della casa?
Se ho una casa, la affitto e l'indomani la voglio vendere, ma chiedo una cifra così alta da essere platealmente irragionevole e, pur in presenza di 15 visite immobiliari e 50 potenziali clienti, nulla va in porto anche a causa della mia rigida inflessibilità, si può davvero continuare a imporre al conduttore l'apertura delle porte di casa?
Parliamo di un surplus di 40.000 rispetto a quello che la casa, concretamente, vale. Alcuni visitatori, condomini con cui ho un rapporto cortese che magari vorrebbero acquistare per figli/figlie, mi hanno esplicitamente riferito di avere sì un forte interesse, di avere sì tentato di formulare una proposta, ma senza risultato perché il mandato stesso dell'agenzia ha una soglia così alta da non permettere nessun margine di manovra.
E in effetti ormai, nell'ultimo mese-mese e mezzo, è irrilevante il tempo da me concesso per le visite. Potrei dare 3 ore come 10 minuti, trattandosi al massimo di una persona, generalmente già venuta altre volte, giusto per dare un'altra occhiata (non conoscevo il termine turismo immobiliare... posso attestare che sì, tantissime persone hanno come hobby il vedere case in vendita...).
Questo atteggiamento, che tutto fa pensare tranne alla vera, concreta volontà di vendere la casa, insieme alle numerosissime problematiche precedenti (ma nemmeno tanto precedenti, una crisi idrica si è verificata a cavallo con una visita immobiliare), può in qualche modo far sì che io possa imporre la fine delle visite? O dilazionarle in modo molto lasso, a mia totale discrezione?
In sostanza, quando il diritto smette di essere tale e diviene follia?
Ultime note: sì, ho fatto a suo tempo rimodulare parzialmente il contratto di locazione, la frase standard dell'avere trovato l'immobile adatto all'uso convenuto. Ho fatto aggiungere, non senza resistenze, una frase che sottolineava che, per quanto io potessi vedere, in assenza di utenze etc., l'immobile sembrava adeguato.
Sì, ho tentato la risoluzione bonaria col proprietario, proponendogli di darmi un indennizzo per trasloco e altre possibili spese (anche uno sconto canone, non per forza soldi contanti), andandomene quindi in 3-6 mesi massimo. Con in cambio la certezza, per iscritto, di non far partire le visite immobiliari. Ha detto di no.
Ultima nota: il proprietario possiede non soltanto la sua casa e quella da me affittata, ma altri e numerosi immobili nella stessa città. Variamente affittati.
Spero la sezione sia giusta.
In breve: sono un conduttore, con regolare contratto registrato (3+2), da meno di un anno solare, avendolo stipulato proprio alla fine del 2022.
La casa locata, fin dalle prime settimane, si è rivelata problematica. Registro chiamate alla mano, ho dovuto "aprire" la casa ciclicamente e a cadenza mensile, da dicembre 2022 fino a oggi. Da interventi anche gravosi in uno dei bagni, ad altri interventi con operai esterni per perdite, fori, infiltrazioni, fino a una lunga serie di periti (del proprietario, di altri condomini, del condominio) proprio in riferimento ai danni causati dalla casa da me affittata. Sapevo non fosse ristrutturata, ma nemmeno pensavo potesse rivelarsi un colabrodo.
Detto questo, giusto per mettere a fuoco il quadro completo, il proprietario, finito un ciclo di problemi e conseguenti visite, lavori e periti, intorno a giugno-luglio decide infine di mettere in vendita la casa, ad appena 6-7 mesi dall'effettiva stipula del contratto di locazione.
Sono consapevole che è un suo diritto, al pari delle visite immobiliari. Sono in ugual modo consapevole che è mio diritto imporre e dettare l'agenda visite, senza limiti di orario o di giorno, in totale dipendenza dalle mie necessità e dalla mia personale disponibilità.
Sono una persona ragionevole, ho quindi permesso le visite sostanzialmente a cadenza settimanale, per 1h e 30 minuti, talvolta 2h, talvolta 1h.
Da luglio-agosto a oggi sono state di conseguenza effettuate numerosissime visite, con decine e decine di "potenziali clienti" in casa mia. A oggi, so per certo che nessuno è in trattativa e nessuno ha mai avanzato una proposta concreta. Per varie ragioni.
Nulla togliendo alla professione di agente immobiliare, non serve un dottorato per capire che: a) la casa è locata, con almeno altri 2 anni (facciamo 4...) di contratto. b) il prezzo richiesto è molto alto, direi irragionevole, superiore a quello di altri due immobili venduti nel corso del 2022-2023 nello stesso palazzo, che erano comunque case libere, pronte all'uso e in migliori condizioni strutturali o di base c) il prezzo richiesto è "pieno", pari o finanche superiore a quello di numerosissimi immobili messi in vendita nella stessa zona/quartiere. A differenza di moltissime altre case in vendita, nella stessa zona e di sostanzialmente uguale tipologia, anno e metratura, la casa da me locata ha un prezzo che non sembra tenere conto della presenza del conduttore, ma anche dell'assenza di riscaldamento, di un'esposizione su retro prospetto, del necessitare di una ristrutturazione completa, dell'essere un piano intermedio... etc.
Ora. Esistono limiti al generico diritto di visita del locatore?
In sostanza, quando diventa non più diritto di vendita, ma effettiva molestia, in grado di danneggiare il pacifico godimento della casa?
Se ho una casa, la affitto e l'indomani la voglio vendere, ma chiedo una cifra così alta da essere platealmente irragionevole e, pur in presenza di 15 visite immobiliari e 50 potenziali clienti, nulla va in porto anche a causa della mia rigida inflessibilità, si può davvero continuare a imporre al conduttore l'apertura delle porte di casa?
Parliamo di un surplus di 40.000 rispetto a quello che la casa, concretamente, vale. Alcuni visitatori, condomini con cui ho un rapporto cortese che magari vorrebbero acquistare per figli/figlie, mi hanno esplicitamente riferito di avere sì un forte interesse, di avere sì tentato di formulare una proposta, ma senza risultato perché il mandato stesso dell'agenzia ha una soglia così alta da non permettere nessun margine di manovra.
E in effetti ormai, nell'ultimo mese-mese e mezzo, è irrilevante il tempo da me concesso per le visite. Potrei dare 3 ore come 10 minuti, trattandosi al massimo di una persona, generalmente già venuta altre volte, giusto per dare un'altra occhiata (non conoscevo il termine turismo immobiliare... posso attestare che sì, tantissime persone hanno come hobby il vedere case in vendita...).
Questo atteggiamento, che tutto fa pensare tranne alla vera, concreta volontà di vendere la casa, insieme alle numerosissime problematiche precedenti (ma nemmeno tanto precedenti, una crisi idrica si è verificata a cavallo con una visita immobiliare), può in qualche modo far sì che io possa imporre la fine delle visite? O dilazionarle in modo molto lasso, a mia totale discrezione?
In sostanza, quando il diritto smette di essere tale e diviene follia?
Ultime note: sì, ho fatto a suo tempo rimodulare parzialmente il contratto di locazione, la frase standard dell'avere trovato l'immobile adatto all'uso convenuto. Ho fatto aggiungere, non senza resistenze, una frase che sottolineava che, per quanto io potessi vedere, in assenza di utenze etc., l'immobile sembrava adeguato.
Sì, ho tentato la risoluzione bonaria col proprietario, proponendogli di darmi un indennizzo per trasloco e altre possibili spese (anche uno sconto canone, non per forza soldi contanti), andandomene quindi in 3-6 mesi massimo. Con in cambio la certezza, per iscritto, di non far partire le visite immobiliari. Ha detto di no.
Ultima nota: il proprietario possiede non soltanto la sua casa e quella da me affittata, ma altri e numerosi immobili nella stessa città. Variamente affittati.