AM444

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Buongiorno,
Spero la sezione sia giusta.
In breve: sono un conduttore, con regolare contratto registrato (3+2), da meno di un anno solare, avendolo stipulato proprio alla fine del 2022.

La casa locata, fin dalle prime settimane, si è rivelata problematica. Registro chiamate alla mano, ho dovuto "aprire" la casa ciclicamente e a cadenza mensile, da dicembre 2022 fino a oggi. Da interventi anche gravosi in uno dei bagni, ad altri interventi con operai esterni per perdite, fori, infiltrazioni, fino a una lunga serie di periti (del proprietario, di altri condomini, del condominio) proprio in riferimento ai danni causati dalla casa da me affittata. Sapevo non fosse ristrutturata, ma nemmeno pensavo potesse rivelarsi un colabrodo.
Detto questo, giusto per mettere a fuoco il quadro completo, il proprietario, finito un ciclo di problemi e conseguenti visite, lavori e periti, intorno a giugno-luglio decide infine di mettere in vendita la casa, ad appena 6-7 mesi dall'effettiva stipula del contratto di locazione.

Sono consapevole che è un suo diritto, al pari delle visite immobiliari. Sono in ugual modo consapevole che è mio diritto imporre e dettare l'agenda visite, senza limiti di orario o di giorno, in totale dipendenza dalle mie necessità e dalla mia personale disponibilità.
Sono una persona ragionevole, ho quindi permesso le visite sostanzialmente a cadenza settimanale, per 1h e 30 minuti, talvolta 2h, talvolta 1h.
Da luglio-agosto a oggi sono state di conseguenza effettuate numerosissime visite, con decine e decine di "potenziali clienti" in casa mia. A oggi, so per certo che nessuno è in trattativa e nessuno ha mai avanzato una proposta concreta. Per varie ragioni.

Nulla togliendo alla professione di agente immobiliare, non serve un dottorato per capire che: a) la casa è locata, con almeno altri 2 anni (facciamo 4...) di contratto. b) il prezzo richiesto è molto alto, direi irragionevole, superiore a quello di altri due immobili venduti nel corso del 2022-2023 nello stesso palazzo, che erano comunque case libere, pronte all'uso e in migliori condizioni strutturali o di base c) il prezzo richiesto è "pieno", pari o finanche superiore a quello di numerosissimi immobili messi in vendita nella stessa zona/quartiere. A differenza di moltissime altre case in vendita, nella stessa zona e di sostanzialmente uguale tipologia, anno e metratura, la casa da me locata ha un prezzo che non sembra tenere conto della presenza del conduttore, ma anche dell'assenza di riscaldamento, di un'esposizione su retro prospetto, del necessitare di una ristrutturazione completa, dell'essere un piano intermedio... etc.

Ora. Esistono limiti al generico diritto di visita del locatore?
In sostanza, quando diventa non più diritto di vendita, ma effettiva molestia, in grado di danneggiare il pacifico godimento della casa?

Se ho una casa, la affitto e l'indomani la voglio vendere, ma chiedo una cifra così alta da essere platealmente irragionevole e, pur in presenza di 15 visite immobiliari e 50 potenziali clienti, nulla va in porto anche a causa della mia rigida inflessibilità, si può davvero continuare a imporre al conduttore l'apertura delle porte di casa?
Parliamo di un surplus di 40.000 rispetto a quello che la casa, concretamente, vale. Alcuni visitatori, condomini con cui ho un rapporto cortese che magari vorrebbero acquistare per figli/figlie, mi hanno esplicitamente riferito di avere sì un forte interesse, di avere sì tentato di formulare una proposta, ma senza risultato perché il mandato stesso dell'agenzia ha una soglia così alta da non permettere nessun margine di manovra.

E in effetti ormai, nell'ultimo mese-mese e mezzo, è irrilevante il tempo da me concesso per le visite. Potrei dare 3 ore come 10 minuti, trattandosi al massimo di una persona, generalmente già venuta altre volte, giusto per dare un'altra occhiata (non conoscevo il termine turismo immobiliare... posso attestare che sì, tantissime persone hanno come hobby il vedere case in vendita...).

Questo atteggiamento, che tutto fa pensare tranne alla vera, concreta volontà di vendere la casa, insieme alle numerosissime problematiche precedenti (ma nemmeno tanto precedenti, una crisi idrica si è verificata a cavallo con una visita immobiliare), può in qualche modo far sì che io possa imporre la fine delle visite? O dilazionarle in modo molto lasso, a mia totale discrezione?

In sostanza, quando il diritto smette di essere tale e diviene follia?

Ultime note: sì, ho fatto a suo tempo rimodulare parzialmente il contratto di locazione, la frase standard dell'avere trovato l'immobile adatto all'uso convenuto. Ho fatto aggiungere, non senza resistenze, una frase che sottolineava che, per quanto io potessi vedere, in assenza di utenze etc., l'immobile sembrava adeguato.
Sì, ho tentato la risoluzione bonaria col proprietario, proponendogli di darmi un indennizzo per trasloco e altre possibili spese (anche uno sconto canone, non per forza soldi contanti), andandomene quindi in 3-6 mesi massimo. Con in cambio la certezza, per iscritto, di non far partire le visite immobiliari. Ha detto di no.
Ultima nota: il proprietario possiede non soltanto la sua casa e quella da me affittata, ma altri e numerosi immobili nella stessa città. Variamente affittati.
 

francesca63

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Sembra quasi che ti inondi di visite per convincerti ad andar
via spontaneamente …
Io proverei a parlare con l’agente, chiedendo che faccia una miglior scrematura dei potenziali interessati, dando tutte le info a chi lo contatta (compreso il fatto che l’appartamento è locato) per evitare visite inutili perdite di tempo per tutti.
Non credo proprio tu possa imporre uno stop, ma fai velatamente presente che potresti fare controdinamica ( presentandoti in ritardo agli appuntamenti, lasciando la casa in estremo disordine, spiegando esplicitamente ai clienti tutti i difetti dell’immobile etc.).
 
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philippo

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In breve: sono un conduttore, con regolare contratto registrato (3+2), da meno di un anno solare, avendolo stipulato proprio alla fine del 2022.

La casa locata, fin dalle prime settimane, si è rivelata problematica. Registro chiamate alla mano, ho dovuto "aprire" la casa ciclicamente e a cadenza mensile, da dicembre 2022 fino a oggi. Da interventi anche gravosi in uno dei bagni, ad altri interventi con operai esterni per perdite, fori, infiltrazioni, fino a una lunga serie di periti (del proprietario, di altri condomini, del condominio) proprio in riferimento ai danni causati dalla casa da me affittata. Sapevo non fosse ristrutturata, ma nemmeno pensavo potesse rivelarsi un colabrodo.
Detto questo, giusto per mettere a fuoco il quadro completo, il proprietario, finito un ciclo di problemi e conseguenti visite, lavori e periti, intorno a giugno-luglio decide infine di mettere in vendita la casa, ad appena 6-7 mesi dall'effettiva stipula del contratto di locazione.

Sono consapevole che è un suo diritto, al pari delle visite immobiliari. Sono in ugual modo consapevole che è mio diritto imporre e dettare l'agenda visite, senza limiti di orario o di giorno, in totale dipendenza dalle mie necessità e dalla mia personale disponibilità.
Sono una persona ragionevole, ho quindi permesso le visite sostanzialmente a cadenza settimanale, per 1h e 30 minuti, talvolta 2h, talvolta 1h.
Da luglio-agosto a oggi sono state di conseguenza effettuate numerosissime visite, con decine e decine di "potenziali clienti" in casa mia. A oggi, so per certo che nessuno è in trattativa e nessuno ha mai avanzato una proposta concreta. Per varie ragioni.

Nulla togliendo alla professione di agente immobiliare, non serve un dottorato per capire che: a) la casa è locata, con almeno altri 2 anni (facciamo 4...) di contratto. b) il prezzo richiesto è molto alto, direi irragionevole, superiore a quello di altri due immobili venduti nel corso del 2022-2023 nello stesso palazzo, che erano comunque case libere, pronte all'uso e in migliori condizioni strutturali o di base c) il prezzo richiesto è "pieno", pari o finanche superiore a quello di numerosissimi immobili messi in vendita nella stessa zona/quartiere. A differenza di moltissime altre case in vendita, nella stessa zona e di sostanzialmente uguale tipologia, anno e metratura, la casa da me locata ha un prezzo che non sembra tenere conto della presenza del conduttore, ma anche dell'assenza di riscaldamento, di un'esposizione su retro prospetto, del necessitare di una ristrutturazione completa, dell'essere un piano intermedio... etc.

Ora. Esistono limiti al generico diritto di visita del locatore?
In sostanza, quando diventa non più diritto di vendita, ma effettiva molestia, in grado di danneggiare il pacifico godimento della casa?

Se ho una casa, la affitto e l'indomani la voglio vendere, ma chiedo una cifra così alta da essere platealmente irragionevole e, pur in presenza di 15 visite immobiliari e 50 potenziali clienti, nulla va in porto anche a causa della mia rigida inflessibilità, si può davvero continuare a imporre al conduttore l'apertura delle porte di casa?
Parliamo di un surplus di 40.000 rispetto a quello che la casa, concretamente, vale. Alcuni visitatori, condomini con cui ho un rapporto cortese che magari vorrebbero acquistare per figli/figlie, mi hanno esplicitamente riferito di avere sì un forte interesse, di avere sì tentato di formulare una proposta, ma senza risultato perché il mandato stesso dell'agenzia ha una soglia così alta da non permettere nessun margine di manovra.

E in effetti ormai, nell'ultimo mese-mese e mezzo, è irrilevante il tempo da me concesso per le visite. Potrei dare 3 ore come 10 minuti, trattandosi al massimo di una persona, generalmente già venuta altre volte, giusto per dare un'altra occhiata (non conoscevo il termine turismo immobiliare... posso attestare che sì, tantissime persone hanno come hobby il vedere case in vendita...).

Questo atteggiamento, che tutto fa pensare tranne alla vera, concreta volontà di vendere la casa, insieme alle numerosissime problematiche precedenti (ma nemmeno tanto precedenti, una crisi idrica si è verificata a cavallo con una visita immobiliare), può in qualche modo far sì che io possa imporre la fine delle visite? O dilazionarle in modo molto lasso, a mia totale discrezione?

In sostanza, quando il diritto smette di essere tale e diviene follia?

Ultime note: sì, ho fatto a suo tempo rimodulare parzialmente il contratto di locazione, la frase standard dell'avere trovato l'immobile adatto all'uso convenuto. Ho fatto aggiungere, non senza resistenze, una frase che sottolineava che, per quanto io potessi vedere, in assenza di utenze etc., l'immobile sembrava adeguato.
Sì, ho tentato la risoluzione bonaria col proprietario, proponendogli di darmi un indennizzo per trasloco e altre possibili spese (anche uno sconto canone, non per forza soldi contanti), andandomene quindi in 3-6 mesi massimo. Con in cambio la certezza, per iscritto, di non far partire le visite immobiliari. Ha detto di no.
Ultima nota: il proprietario possiede non soltanto la sua casa e quella da me affittata, ma altri e numerosi immobili nella stessa città. Variamente affittati.
Ciao, le visite vanno concordate con i tuoi impegni e le tue disponibilità . Essendo l'immobile casa tua , sta a te mettere dei limiti al disturbo . Anche se scritto sul contratto di affitto , il mancato rispetto e la mancata disponibilità ale visite , se troppo frequenti,non configura sanzioni nei tuoi confronti . E ricorda , che le disponibilità le dai tu , non devi adeguarti agli orari che ti impongono .
 

CheCasa!

Moderatore
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Agente Immobiliare
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La casa locata, fin dalle prime settimane, si è rivelata problematica. Registro chiamate alla mano, ho dovuto "aprire" la casa ciclicamente e a cadenza mensile, da dicembre 2022 fino a oggi. Da interventi anche gravosi in uno dei bagni, ad altri interventi con operai esterni per perdite, fori, infiltrazioni, fino a una lunga serie di periti (del proprietario, di altri condomini, del condominio) proprio in riferimento ai danni causati dalla casa da me affittata. Sapevo non fosse ristrutturata, ma nemmeno pensavo potesse rivelarsi un colabrodo.
Detto questo, giusto per mettere a fuoco il quadro completo, il proprietario, finito un ciclo di problemi e conseguenti visite, lavori e periti, intorno a giugno-luglio decide infine di mettere in vendita la casa, ad appena 6-7 mesi dall'effettiva stipula del contratto di locazione.

Sono consapevole che è un suo diritto, al pari delle visite immobiliari. Sono in ugual modo consapevole che è mio diritto imporre e dettare l'agenda visite, senza limiti di orario o di giorno, in totale dipendenza dalle mie necessità e dalla mia personale disponibilità.
Sono una persona ragionevole, ho quindi permesso le visite sostanzialmente a cadenza settimanale, per 1h e 30 minuti, talvolta 2h, talvolta 1h.
Da luglio-agosto a oggi sono state di conseguenza effettuate numerosissime visite, con decine e decine di "potenziali clienti" in casa mia. A oggi, so per certo che nessuno è in trattativa e nessuno ha mai avanzato una proposta concreta. Per varie ragioni.

Nulla togliendo alla professione di agente immobiliare, non serve un dottorato per capire che: a) la casa è locata, con almeno altri 2 anni (facciamo 4...) di contratto. b) il prezzo richiesto è molto alto, direi irragionevole, superiore a quello di altri due immobili venduti nel corso del 2022-2023 nello stesso palazzo, che erano comunque case libere, pronte all'uso e in migliori condizioni strutturali o di base c) il prezzo richiesto è "pieno", pari o finanche superiore a quello di numerosissimi immobili messi in vendita nella stessa zona/quartiere. A differenza di moltissime altre case in vendita, nella stessa zona e di sostanzialmente uguale tipologia, anno e metratura, la casa da me locata ha un prezzo che non sembra tenere conto della presenza del conduttore, ma anche dell'assenza di riscaldamento, di un'esposizione su retro prospetto, del necessitare di una ristrutturazione completa, dell'essere un piano intermedio... etc.

Ora. Esistono limiti al generico diritto di visita del locatore?
In sostanza, quando diventa non più diritto di vendita, ma effettiva molestia, in grado di danneggiare il pacifico godimento della casa?

Se ho una casa, la affitto e l'indomani la voglio vendere, ma chiedo una cifra così alta da essere platealmente irragionevole e, pur in presenza di 15 visite immobiliari e 50 potenziali clienti, nulla va in porto anche a causa della mia rigida inflessibilità, si può davvero continuare a imporre al conduttore l'apertura delle porte di casa?
Parliamo di un surplus di 40.000 rispetto a quello che la casa, concretamente, vale. Alcuni visitatori, condomini con cui ho un rapporto cortese che magari vorrebbero acquistare per figli/figlie, mi hanno esplicitamente riferito di avere sì un forte interesse, di avere sì tentato di formulare una proposta, ma senza risultato perché il mandato stesso dell'agenzia ha una soglia così alta da non permettere nessun margine di manovra.

E in effetti ormai, nell'ultimo mese-mese e mezzo, è irrilevante il tempo da me concesso per le visite. Potrei dare 3 ore come 10 minuti, trattandosi al massimo di una persona, generalmente già venuta altre volte, giusto per dare un'altra occhiata (non conoscevo il termine turismo immobiliare... posso attestare che sì, tantissime persone hanno come hobby il vedere case in vendita...).

Questo atteggiamento, che tutto fa pensare tranne alla vera, concreta volontà di vendere la casa, insieme alle numerosissime problematiche precedenti (ma nemmeno tanto precedenti, una crisi idrica si è verificata a cavallo con una visita immobiliare), può in qualche modo far sì che io possa imporre la fine delle visite? O dilazionarle in modo molto lasso, a mia totale discrezione?

In sostanza, quando il diritto smette di essere tale e diviene follia?

Ultime note: sì, ho fatto a suo tempo rimodulare parzialmente il contratto di locazione, la frase standard dell'avere trovato l'immobile adatto all'uso convenuto. Ho fatto aggiungere, non senza resistenze, una frase che sottolineava che, per quanto io potessi vedere, in assenza di utenze etc., l'immobile sembrava adeguato.
Sì, ho tentato la risoluzione bonaria col proprietario, proponendogli di darmi un indennizzo per trasloco e altre possibili spese (anche uno sconto canone, non per forza soldi contanti), andandomene quindi in 3-6 mesi massimo. Con in cambio la certezza, per iscritto, di non far partire le visite immobiliari. Ha detto di no.
Ultima nota: il proprietario possiede non soltanto la sua casa e quella da me affittata, ma altri e numerosi immobili nella stessa città. Variamente affittati.
Incredibilmente, la legge al riguardo tace per cui... vale esattamente ciò che le parti concordano sul contratto di locazione.

Tanto è quello che devi concedere al proprietario. Generalmente nei contratti tipo vengono previste due ore settimanali.

Ma, come dici tu, difficilmente si potrà vendere l'immobile dichiarando all'acquirente che il medesimo verrà liberato tra 4 anni visto che, disponendo il proprietario di altri immobili, non sarà possibile dare la disdetta per vendita alla prima scadenza...
 

philippo

Membro Assiduo
Professionista
Ho rispolverato il mio vecchio contratto di affitto ,recitava così
il conduttore si impegna a consentire la visita dell’unità immobiliare da parte di aspiranti acquirenti durante tutto il rapporto locatizio, una volta la settimana per almeno un ora
Ora il buon senso vuole che a me conduttore , non mi si deve arrecare disturbo per cui una visita ogni tanto può anche starci , compatibilmente con i miei impegni .laddove però fossero frequenti e fastidiose (ogni settimana per esempio ) ,non specificando orari e giorni . La mia disponibilità potrebbe anche essere dalle 22 alle 23 di domenica o dalle 5 alle 6 di mattina di lunedì , senza che io conduttore , possa essere inadempiente . Bisogna stare attenti a non forzare troppo , perché da perdere ha più il proprietario
 

francesca63

Moderatore
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Privato Cittadino
conduttore si impegna a consentire la visita dell’unità immobiliare da parte di aspiranti acquirenti durante tutto il rapporto locatizio, una volta la settimana per almeno un ora
Generalmente si intende un’ora in un giorno alla settima prefissato ( ad esempio tutto i martedì dalle 18,30 alle 19,30), in modo che il conduttore si possa organizzare con largo anticipo .
Sarà cura dell’agenzia fissare gli eventuali appuntamenti solo in quel lasso di tempo.
 

AM444

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Grazie per le risposte.
Penso che io debba, tempo e voglia permettendo, fare un passaggio col mio legale. E vedremo un po'. La prospettiva di essere disturbato per altri anni francamente non è allettante. Considerata la sterilità del tutto. Altro che possibile danno economico.

Come ho già scritto, ho dato la mia disponibilità al recesso anticipato, con sconto canone o indennizzo. Immagino per amore dell'affitto e data l'assenza dell'acquirente, il proprietario ha detto (garbatamente) di no.

Che poi sia ogni tanto l'agenzia stessa a disdire per totale mancanza di clienti (immagino dato il mix di prezzo richiesto, casa locata per tanti anni, orari serali per le visite) è un altro discorso.

Non credo che 6 mesi, 50 visitatori e nessuna proposta sia la norma, francamente. Ma per carità, non sono fatti miei.

Ma d'altra parte, se uno vuol vendere qualcosa e si prende la briga di dare mandato a un'agenzia immobiliare, ci si dovrebbe aspettare un minimo di interesse per la faccenda. O no?

L'agenzia fa pochissime visite. Pochissima gente interessata date le condizioni. Non si cerca il dialogo e il punto d'incontro col conduttore. Sfido io a trovare un affittuario che propone da sé un indennizzo ragionevole (ripeto, ragionevole), per andarsene in 2-3 mesi. Che senso ha allora parlare di "vendere"?
 

philippo

Membro Assiduo
Professionista
Generalmente si intende un’ora in un giorno alla settima prefissato ( ad esempio tutto i martedì dalle 18,30 alle 19,30), in modo che il conduttore si possa organizzare con largo anticipo .
Sarà cura dell’agenzia fissare gli eventuali appuntamenti solo in quel lasso di tempo.
Se non c'è scritto il giorno sul contratto , sarà il conduttore a decidere . Non tutti facciamo orario d'ufficio e non tutti siamo a casa durante la settimana .non mi risulta che sui contratti ci sia scritto giorno e ora di disponibilità .
 

philippo

Membro Assiduo
Professionista
Grazie per le risposte.
Penso che io debba, tempo e voglia permettendo, fare un passaggio col mio legale. E vedremo un po'. La prospettiva di essere disturbato per altri anni francamente non è allettante. Considerata la sterilità del tutto. Altro che possibile danno economico.

Come ho già scritto, ho dato la mia disponibilità al recesso anticipato, con sconto canone o indennizzo. Immagino per amore dell'affitto e data l'assenza dell'acquirente, il proprietario ha detto (garbatamente) di no.

Che poi sia ogni tanto l'agenzia stessa a disdire per totale mancanza di clienti (immagino dato il mix di prezzo richiesto, casa locata per tanti anni, orari serali per le visite) è un altro discorso.

Non credo che 6 mesi, 50 visitatori e nessuna proposta sia la norma, francamente. Ma per carità, non sono fatti miei.

Ma d'altra parte, se uno vuol vendere qualcosa e si prende la briga di dare mandato a un'agenzia immobiliare, ci si dovrebbe aspettare un minimo di interesse per la faccenda. O no?

L'agenzia fa pochissime visite. Pochissima gente interessata date le condizioni. Non si cerca il dialogo e il punto d'incontro col conduttore. Sfido io a trovare un affittuario che propone da sé un indennizzo ragionevole (ripeto, ragionevole), per andarsene in 2-3 mesi. Che senso ha allora parlare di "vendere"?
Mettilo alla prova , la prossima volta che ti chiama digli che sei a casa domenica pomeriggio dalle 18 alle 20
 

francesca63

Moderatore
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Privato Cittadino
Se non c'è scritto il giorno sul contratto , sarà il conduttore a decidere . Non tutti facciamo orario d'ufficio e non tutti siamo a casa durante la settimana .non mi risulta che sui contratti ci sia scritto giorno e ora di disponibilità .
Ovvio che sia il conduttore a decidere; ma deve essere un orario compatibile con quello di lavoro delle agenzie, perlomeno.
Se lui non può, incaricherà altri; d’altronde è scritto nel contratto.
 

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