In Italia, quella degli Agenti Immobiliari, è, forse, l’unica categoria professionale, partendo dall’ Impero Romano, alla quale, il Parlamento della Repubblica Italiana, ha, con una manovra infida e vigliacca, tolto un albo, faticosamente conquistato nel 1989…e dopo decine di anni di lotta per averlo. Nello stesso tempo e davanti allo stesso Parlamento, si snoda una fila lunga così ( sicuramente già segnalata dal CIS, Viaggiare Informati…), di postulanti e lobbisti che hanno l’obiettivo di spingere, sollecitare, incalzare la classe politica affinché riconosca albi e ruoli ai più disparati e disperati lavori ( es. buttafuori...). Un albo, in Italia, non si nega a nessuno…evidentemente gli Agenti Immobiliari sono men che nessuno ( scherzo, ma in modo amaro…).
Assodato che, i mediatori professionisti sono, guardando i fatti concreti, una categoria mortificata e strapazzata dai poteri pubblici ( considerati gli obblighi e le imposizioni….) e, perdipiù, nemmeno molto considerata dal popolo italiano ( solo una striminzita percentuale del 45% di connazionali si affida ai loro servigi professionali…), mi domando cosa attendono ancora per diventare una autentica FAMIGLIA. Perché temporeggiano, perche esitano, perché indugiano a diventare una categoria compatta, coesa, chiusa a testuggine, organizzata come una falange macedone pronta, così, a scatenare la “guerra finale” per esigere, una volta per tutte, quelli che sono solo dei diritti sacrosanti (nuovo albo, sgravi fiscali, abolizione della responsabilità in solido, ecc ecc… ) e non graziose concessioni del Sovrano? Lo so; voi dite: “manca il tempo e la voglia, noi abbiamo l'imperativo di guadagnare, la pagnotta non ce la passa lo Stato, la sera arriviamo spremuti come limoni, dopo giornate a volte allucinati e poi la situazione è questa, i fatti sono testardi, cerchiamo di non peggiorare le cose, di essere concreti, indirizziamo la nostra laboriosità verso la speranza di in una ripresa del mercato…”
Ma…
Lo sapete tutti di avere un unico destino di lavoro e di sacrificio, di impegno quotidiano e di responsabilità a tempo indeterminato?
Vi sentite tutti partecipi di un’unica avventura, ricca di peripezie e di episodi imprevisti?
Credo di sì.
Sicuramente vi sapete in sintonia di intenti ( insomma…i franchising…la lotta accanita per strappare vicendevolmente gli incarichi di vendita…ma nessuno è perfetto…), siete consci di parlare lo stesso linguaggio, il codice di azione è il medesimo, remate sulla stessa barca e nessuno ha interesse di farla affondare.
Ma questa corrispondenza di finalità elettive quando, finalmente, svilupperà, nella categoria, operativamente piuttosto individualista, degli agenti immobiliare, un comune sentire, la salda consapevolezza di essere MEMBRI DI UNA SOLA FAMIGLIA?
Di essere tutti FRATELLI E SORELLE?
A questo proposito, ritenete che una community virtuale come Immobilio, con le innumerevoli intersecazione che provoca nelle traiettoria delle vita di ciascuno di voi , possa aiutarvi nello scopo di rendervi finalmente concordi e di farvi marciare, tutti, verso un’unica direzione?
Però mi sorge un dubbio…
E se il fascino un po’ blasè che vi portate dietro, quell’aurea di romanticismo un po’ sfatto e consumato dall’esperienza delle cose e dalla cognizione esistenziale che tutte le ore feriscono ma l’ultima uccide… ( simile ai personaggi dei film di quel grandioso e sui generis regista francese, a torto dimenticato, che corrisponde al nome di Jean-Pierre Melville) non scaturisca, pertinentemente, proprio dal vostro inguaribile e cronico individualismo che, forse, a ben pensare, non è che un altro modo di chiamare il puro e semplice amore per la libertà….
Quanti di voi è diventato mediatore perché amava e ama la libertà?
Assodato che, i mediatori professionisti sono, guardando i fatti concreti, una categoria mortificata e strapazzata dai poteri pubblici ( considerati gli obblighi e le imposizioni….) e, perdipiù, nemmeno molto considerata dal popolo italiano ( solo una striminzita percentuale del 45% di connazionali si affida ai loro servigi professionali…), mi domando cosa attendono ancora per diventare una autentica FAMIGLIA. Perché temporeggiano, perche esitano, perché indugiano a diventare una categoria compatta, coesa, chiusa a testuggine, organizzata come una falange macedone pronta, così, a scatenare la “guerra finale” per esigere, una volta per tutte, quelli che sono solo dei diritti sacrosanti (nuovo albo, sgravi fiscali, abolizione della responsabilità in solido, ecc ecc… ) e non graziose concessioni del Sovrano? Lo so; voi dite: “manca il tempo e la voglia, noi abbiamo l'imperativo di guadagnare, la pagnotta non ce la passa lo Stato, la sera arriviamo spremuti come limoni, dopo giornate a volte allucinati e poi la situazione è questa, i fatti sono testardi, cerchiamo di non peggiorare le cose, di essere concreti, indirizziamo la nostra laboriosità verso la speranza di in una ripresa del mercato…”
Ma…
Lo sapete tutti di avere un unico destino di lavoro e di sacrificio, di impegno quotidiano e di responsabilità a tempo indeterminato?
Vi sentite tutti partecipi di un’unica avventura, ricca di peripezie e di episodi imprevisti?
Credo di sì.
Sicuramente vi sapete in sintonia di intenti ( insomma…i franchising…la lotta accanita per strappare vicendevolmente gli incarichi di vendita…ma nessuno è perfetto…), siete consci di parlare lo stesso linguaggio, il codice di azione è il medesimo, remate sulla stessa barca e nessuno ha interesse di farla affondare.
Ma questa corrispondenza di finalità elettive quando, finalmente, svilupperà, nella categoria, operativamente piuttosto individualista, degli agenti immobiliare, un comune sentire, la salda consapevolezza di essere MEMBRI DI UNA SOLA FAMIGLIA?
Di essere tutti FRATELLI E SORELLE?
A questo proposito, ritenete che una community virtuale come Immobilio, con le innumerevoli intersecazione che provoca nelle traiettoria delle vita di ciascuno di voi , possa aiutarvi nello scopo di rendervi finalmente concordi e di farvi marciare, tutti, verso un’unica direzione?
Però mi sorge un dubbio…
E se il fascino un po’ blasè che vi portate dietro, quell’aurea di romanticismo un po’ sfatto e consumato dall’esperienza delle cose e dalla cognizione esistenziale che tutte le ore feriscono ma l’ultima uccide… ( simile ai personaggi dei film di quel grandioso e sui generis regista francese, a torto dimenticato, che corrisponde al nome di Jean-Pierre Melville) non scaturisca, pertinentemente, proprio dal vostro inguaribile e cronico individualismo che, forse, a ben pensare, non è che un altro modo di chiamare il puro e semplice amore per la libertà….
Quanti di voi è diventato mediatore perché amava e ama la libertà?