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Intanto esprimo la netta sensazione che Grecia, Portogallo e Spagna siano solo l'anello debole della catena euro, e che questa serie di attacchi siano solo l'inizio della fine dell'eurozona così come la concepiamo oggi. Confesso di avere qualche brivido lungo la schiena.

Questa notte a Bruxelles, in queste ore della notte, si sta combattendo una drammatica battaglia per salvare l'euro e trovare uno strumento di "pronto soccorso" per salvare i bilanci dei governi dell'eurozona, quando nasca un' emergenza di insolvenza per uno di loro.
Quindi, secondo me, i Capi di Stato e di Governo dell'UE prevedono, altre nazioni in pericolo di liquidità, in futuro. Di fallimento sovrano.

Altra questione, altro problema. Stiamo assistendo da quattro giorni, impotenti, alla caduta verticale delle borse europee. Milano sta perdendo in media il 4% a giorno. Un vero inabissamento, un profondo rosso difficilmente riscontrabile con questa intensità e con questa ripetitività.
Ma non si è appena detto che i fondamentali dell’economia italiana ( escluso il debito pubblico ) sono sani e robusti? Ce lo dicono Tremonti, Draghi...
Ma allora?
Le reali cause di questo crollo borsistico crediamo si saperle oppure ci sono ignote e ce le tengono nascoste?.
Ho l’ impressione che un’altra botta all’economia come quella, fortissima del 2008, nessun stato europeo se lo può più permettere. Non lo sopporterebbe. Si romperebbero le difese e le tutele approntate anche questa notte. Si sarebbe al si salvi chi può.
Si può salvare la Grecia, e a quale prezzo e fatica si è appena visto, non si potrebbero salvare le economie disastrate del Portogallo, della Spagna, dell’ Irlanda, della Gran Bretagna, dell’ Italia in ordine di probabilità…

Comunque il disastro borsistico di questi giorni è il semplice riflesso, credo, del tentativo speculativo americano di distrugger il mercato dei bond europei per far fuggire denaro fresco al riparo dei bond americani che ne hanno tanto bisogno….
Il dramma dell’ Occidente: ci sono troppi debiti, manca la liquidità per coprirli….la coperta e troppo corta, se i soldi vanno in Europa soffre la Borsa di Wall Street, se vanno negli Stati Uniti soffrono i mercati dell’eurozona…
Intanto Cina, India, Brasile, Indonesia si stanno sviluppando a vista d’occhio, a percentuali quasi a due cifre…
Si è la fine di una epoca. E’ la fine delle magnifiche sorti e progressive per l’economia occidentale.
Il pallino del comando e del potere economico sta spostando lentamente ma inesorabilmente dall’ Atlantico, al Pacifico…

Noi contemporanei stiamo testimoni di un momento epocale della storia.

Ma, eseguendo un salto pindarico, questo è il punto di domanda:
Come, tutti questi avvenimenti, possono influenzare il mercato immobiliare italiano?
Una drammatica e possibile, ma non auspicabile, crisi finanziaria e di liquidità sovrana, come quella della Grecia, porterebbe, secondo voi, all’abbassamento o ad un’ulteriore rivalutazione, anche come concetto, dell’economia immobiliare?
Scottati dalla cartamoneta, si tornerebbe a investire esclusivamente nel solido mattone?
...
Chissà come si sta comportando attualmente il mercato immobiliare ellenico?
 
I

immpittaro

Ospite
Si si tornerà ad investire nel mattone......ma con quali soldi??? Rimarrebbero in pochi a comprare con una offerta gigantesca. Comunque la fine del made in Italy e l'invito a trasferire i propri interessi in India Cina e Brasile non è novità...già 15 girni fa è stato detto dai Benetton :sorrisone:
 

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