Nel 2003 ho acquistato un immobile, costruito nel 1979, e poi rivenduto nel 1989 e nel 1999. A settembre 2008 ho rivenduto. L'immobile è accatastato A7 ed è composto da 4 vani.
Nell'atto del 1979 non erano disponibili i dati catastali definitivi, in quello del 1989 si ma il notaio li ha trascritti in modo errato (particella 1485 anzichè 1483). I notai del 1999 e del 2003 hanno copiato l'errore. Così quando ho venduto nel 2008 il notaio dell'acquirente se ne è accorto ed io ho rettificato 3 atti notarili (1989, 1999 e 2003) a mie spese (1900€ !).
Prima domanda: ho modo per recuperare questi soldi?
Il peggio deve ancora venire. Oggi mi arriva una lettera dall'avvocato dell'acquirente, che in sintesi dice questo:
Da una verifica fatta in comune risulta che uno dei vani ha destinazione magazzino. Sul compromesso c'è scritto "immobile uso abitativo", ergo mi è stato venduto un immobile solo parzialmente abitabile e quindi di valore inferiore. Conclusione: chiedo 73000 € di rimborso, al venditore ed all'agenzia.
Seconda domanda: può farlo? E' possibile chiedere il rimborso di una vendita? C'è un tempo limite dal rogito?
Terza domanda: l'immobile sin dalla scheda di accatastamento risulta composto di 4 vani categoria A7. Come è possibile che in comune risulti una cosa diversa? Chi ha ragione se c'è una discrepanza? Hanno verificato 2 notai, 2 banche, 2 agenzie, e nessuno se ne è accorto. Nessuno ha fatto modifiche sin dalla costruzione. Esiste l'abitabilità. E' menzionata sul rogito ma io non l'ho letta.
Quarta domanda: se fossi costretto a pagare l'acquirente, posso rivalermi con qualcuno? Notai? Come?
Vi prego datemi una dritta. Ho venduto questa casa e con un mutuo di 150.000 € in 25 anni ne ho comprata un'altra. Ora altri 73000€ non saprei dove prenderli. Per me significherebbe vendere la casa in cui abito ed andare in affitto con i miei 3 figli piccoli.
Dopo anni di sacrifici, vita distrutta! E che colpa ne ho?
Grazie
Giuseppe
Nell'atto del 1979 non erano disponibili i dati catastali definitivi, in quello del 1989 si ma il notaio li ha trascritti in modo errato (particella 1485 anzichè 1483). I notai del 1999 e del 2003 hanno copiato l'errore. Così quando ho venduto nel 2008 il notaio dell'acquirente se ne è accorto ed io ho rettificato 3 atti notarili (1989, 1999 e 2003) a mie spese (1900€ !).
Prima domanda: ho modo per recuperare questi soldi?
Il peggio deve ancora venire. Oggi mi arriva una lettera dall'avvocato dell'acquirente, che in sintesi dice questo:
Da una verifica fatta in comune risulta che uno dei vani ha destinazione magazzino. Sul compromesso c'è scritto "immobile uso abitativo", ergo mi è stato venduto un immobile solo parzialmente abitabile e quindi di valore inferiore. Conclusione: chiedo 73000 € di rimborso, al venditore ed all'agenzia.
Seconda domanda: può farlo? E' possibile chiedere il rimborso di una vendita? C'è un tempo limite dal rogito?
Terza domanda: l'immobile sin dalla scheda di accatastamento risulta composto di 4 vani categoria A7. Come è possibile che in comune risulti una cosa diversa? Chi ha ragione se c'è una discrepanza? Hanno verificato 2 notai, 2 banche, 2 agenzie, e nessuno se ne è accorto. Nessuno ha fatto modifiche sin dalla costruzione. Esiste l'abitabilità. E' menzionata sul rogito ma io non l'ho letta.
Quarta domanda: se fossi costretto a pagare l'acquirente, posso rivalermi con qualcuno? Notai? Come?
Vi prego datemi una dritta. Ho venduto questa casa e con un mutuo di 150.000 € in 25 anni ne ho comprata un'altra. Ora altri 73000€ non saprei dove prenderli. Per me significherebbe vendere la casa in cui abito ed andare in affitto con i miei 3 figli piccoli.
Dopo anni di sacrifici, vita distrutta! E che colpa ne ho?
Grazie
Giuseppe