G

ginestra

Ospite
Ho ereditato un immobile che presenta molte difformità, ma la cosa più preoccupante è che all’epoca in cui è stato costruito, negli anni Cinquanta, il costruttore non l’ha ben centrato nello spazio predisposto e così non sono stati lasciati i tre metri di distanza dalla rete di recinzione del vicino di casa, ma sono metri 2,30. Ho comprato una parte dell’immobile da un altro erede ed ora siamo rimasti io e un mio fratello che non ancora giungiamo ad un accordo per la divisione. Essendo arrivata una lettera da parte di un mediatore legale a cui si è rivolto mio fratello(enaco) io adesso non so se faccio bene ad aderire alla conciliazione, pertanto vi chiedo.
-Essendo l’immobile in queste condizioni l’atto di compravendita della quota ereditaria stipulato con l’altro fratello due anni fa è valido secondo voi, dal momento che l’esperto contattato dice che la faccenda dei confini è insanabile e bisognerebbe aspettare un condono(!!??)
-Faccio bene ad andare alla conciliazione o è meglio rifiutare? Temo che se giungiamo ad un accordo poi l’atto potrebbe essere dichiarato nullo, perché ci sono questi problemi, tra cui anche il tetto che non risulta nel progetto originario. Non vorrei spendere di nuovo una barca di soldi e poi scoprire di aver fatto qualcosa di inutile.
-Che cosa mi consigliate?
Ginestra:triste:
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Spero che qualcuno più qualificato di me ti dia le risposte che cerchi. Mi permetto però di fare alcune considerazioni, che potrai chiarire in modo che eventuali risposte sianopiù pertinenti.

1) Distanza dal confine di altra proprietà: questo non mi pare un abuso urbanistico (diritto pubblicistico), ma una violazione di diritti privati. Se questa difformità è stata commessa negli anni '50 senza che l'interessato abbia contestato legalmente la cosa, oggi si configura una sorta di usucapione. Il vicino sarà costretto , in caso di sua costruzione, a conteggiare le distanze non solo dal confine, ma dalla tua costruzione. Non capisco perchè ti si prospetti l'eventualità di un futuro condono.

2) Tetto: anche qui, un conto è un aumento di cubatora originato da una sopraelevazione o formazione di tetto a falde, un conto è l'aggiunta di una copertura ad un tettopiano. Credo ci sia un diverso trattamento: il primo è un abuso edilizio, non sempre sanabile: il secondo forse solo una inadempienza amministrativa.
3) Divisione: tu accenni ad una conciliazione, termine usato in genere per addivenire ad un accordo a seguito di un esposto o lite. La divisione è un atto possibile, cui non ti puoi opporre ad oltranza, se l'immobile è nei fatti divisibile senza pregiudizio sostanziale per uno dei due: quindi devi valutare la proposta soprattutto sotto il profilo economico reale; se rispetta le rispettive quote di proprietà, faresti bene ad accettare. Chiarendo bene come si ripartiranno le spese per la eventuale sistemazione della conformità urbanistica.
Circa il problema della distanza dal vicino, interpella un tecnico di tua fiducia, in modo da saper valutare le conseguenze se a te toccasse proprio la porzione interessata alle distanze.
 
G

ginestra

Ospite
Ti ringrazio per il tuo interessamente, devo dire che sono molto disorientata ed è per questo che ho scritto,perchè mi rendo sempre più conto che ci sono pareri diversi sullo stesso argomento. Addirittura, a proposito del tetto, che in fondo è solo un lastrico solare, non risultante sul progetto, un geometra a cui avevo dato l'incarico e non se ne era accorto, quando è avvenuto è scappato a gambe levate, è proprio il caso di dirlo, affermando che per una cosa del genere andavo in galera(io, e lui che non se ne era accorto e aveva il dovere di dirmelo, quando l'ho incaricato di preparare una proposta di divisione per l'altro erede?). Com'è difficile trovare persone serie e preparate.Devo interpellare un geometra per valutare le conseguenze.Tu mi dici però di presentarmi alla conciliazione obbligatoria...se non vado, può darsi che la cosa si ritorca contro di me? Ho paura, perchè io vorrei prendere il piano di sopra, considerata la quota maggiore, ma a quel piano è collegato anche la parte di terreno che non rispetta i confini e quella parte di terreno porta ad un bel giardino che l'altra parte di porzione della casa non ha.Ti saluto.
Ginestra.
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
La tua ultima descrizione disorienta adesso anche me: senza la conoscenza dei luoghi è difficile fare delle valutazioni: ad esempio non riesco a capire perchè il piano superiore sia associato al terreno, mentre il piano terreno no...

Non so poi perchè parli di conciliazione, a meno che la richiesta di divisione sia già passata sotto la competenza di un giudice.

Vai da un geometra con esperienza, fai esaminare la cosa e senti cosa ti consiglia.
 

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