G
ginestra
Ospite
Ho ereditato un immobile che presenta molte difformità, ma la cosa più preoccupante è che all’epoca in cui è stato costruito, negli anni Cinquanta, il costruttore non l’ha ben centrato nello spazio predisposto e così non sono stati lasciati i tre metri di distanza dalla rete di recinzione del vicino di casa, ma sono metri 2,30. Ho comprato una parte dell’immobile da un altro erede ed ora siamo rimasti io e un mio fratello che non ancora giungiamo ad un accordo per la divisione. Essendo arrivata una lettera da parte di un mediatore legale a cui si è rivolto mio fratello(enaco) io adesso non so se faccio bene ad aderire alla conciliazione, pertanto vi chiedo.
-Essendo l’immobile in queste condizioni l’atto di compravendita della quota ereditaria stipulato con l’altro fratello due anni fa è valido secondo voi, dal momento che l’esperto contattato dice che la faccenda dei confini è insanabile e bisognerebbe aspettare un condono(!!??)
-Faccio bene ad andare alla conciliazione o è meglio rifiutare? Temo che se giungiamo ad un accordo poi l’atto potrebbe essere dichiarato nullo, perché ci sono questi problemi, tra cui anche il tetto che non risulta nel progetto originario. Non vorrei spendere di nuovo una barca di soldi e poi scoprire di aver fatto qualcosa di inutile.
-Che cosa mi consigliate?
Ginestra
-Essendo l’immobile in queste condizioni l’atto di compravendita della quota ereditaria stipulato con l’altro fratello due anni fa è valido secondo voi, dal momento che l’esperto contattato dice che la faccenda dei confini è insanabile e bisognerebbe aspettare un condono(!!??)
-Faccio bene ad andare alla conciliazione o è meglio rifiutare? Temo che se giungiamo ad un accordo poi l’atto potrebbe essere dichiarato nullo, perché ci sono questi problemi, tra cui anche il tetto che non risulta nel progetto originario. Non vorrei spendere di nuovo una barca di soldi e poi scoprire di aver fatto qualcosa di inutile.
-Che cosa mi consigliate?
Ginestra