Antonello

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Agente Immobiliare
Prosegue, senza soluzione di continuità, l'introduzione di nuove norme sugli immobili. Ecco l'ultima trovata:

la certificazione acustica.​

La presentazione.

Un’importante novità è stata introdotta nel settore immobiliare. Dal prossimo anno (il 2011) le persone che avranno intenzione di vendere o affittare un alloggio saranno obbligate a metterlo a norma con la certificazione acustica. Un balzello in più che si va ad aggiungere alla certificazione energetica.
L’obbligo è stato introdotto con la pubblicazione della UNI 11367 «Acustica in edilizia - Classificazione acustica delle unità immobiliari - Procedura di valutazione e verifica in opera».
La classificazione acustica di un immobile, basata su misure effettuate al termine dell'opera, darà la possibilità ai futuri proprietari e/o inquilini di conoscere le caratteristiche acustiche dello stesso immobile. Sarà possibile, in questo modo, tutelare i vari soggetti che intervengono nel processo edilizio (progettisti, produttori di materiali da costruzione, costruttori, venditori, ecc.) da possibili successive contestazioni.
«La nuova norma tecnica sulla classificazione acustica degli edifici costituisce un esempio di efficacia della normazione tecnica volontaria in quanto ha saputo conciliare e sintetizzare le esigenze e le aspettative dell'utente sulle caratteristiche prestazionali del prodotto (e le conseguenti garanzie d'uso), con la capacità/possibilità del produttore (progettista, fornitore di componenti, assemblatore, impresa di costruzioni) di realizzarle, garantendo le prestazioni dichiarate ed attese - spiega Piero Torretta, presidente Uni -. Per sua natura la norma tecnica volontaria definisce infatti lo stato dell'arte di un prodotto/servizio, ma non è una norma imposta dall'alto o dall'esterno, bensì è un accordo condiviso, trasparente, consensuale, alla cui definizione possono partecipare tutti gli stakeholders interessati».

Il commento e la posizione di Confedilizia

L'introduzione – prevista da un decreto in elaborazione al Ministero dell'ambiente – dell'obbligo di dotare di una certificazione acustica gli immobili (che dovrebbe, anche, essere consegnata in occasione di compravendite e locazioni) provocherà un aumento dei canoni e una diminuzione di valore degli immobili che la Confedilizia calcola fra il 3 e il 5% sulla base di un'indagine condotta fra le proprie Associazioni territoriali, che sono presenti su tutto il territorio nazionale. Il calo potrà anche essere superiore nei centri storici delle città, già afflitti da problemi di costose ristrutturazioni che si rendono necessarie per evitare lo svuotamento determinato, fra l'altro, dalle difficoltà di accesso agli stessi con le autovetture.
La Confedilizia evidenzia che la previsione della classificazione acustica arriva, oltretutto, in un momento nel quale il mercato immobiliare segnala un calo medio dei prezzi del 5%, dovuto anche ai timori di un aumento della pressione fiscale conseguente all'approvazione della prevista nuova imposta municipale federalista.
«La commerciabilità dei beni immobili – ha dichiarato il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani – è oggi frenata dagli adempimenti a fini fiscali che la manovra finanziaria pone, neanche in modo del tutto chiaro, a carico dei proprietari venditori in occasione di ogni compravendita. La certificazione energetica si è rivelata un puro onere per la proprietà, che in sé non incide per niente – come invece propalavano i suoi sostenitori – sull'aumento o sulla diminuzione del valore dei singoli immobili nelle relative trattative. Ora, arriva questa nuova certificazione acustica, che anch'essa non sposterà di un euro il valore degli immobili nelle trattative di compravendita, ma che – in compenso – si calcola che verrà a costare da cinque a dieci volte più della certificazione energetica. In sostanza, costi certi e benefìci – sulla base dell'esperienza acq uisita – da escludersi».
 

Antonello

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Agente Immobiliare
ma quando verra' approvata la certificazione del vicino e del confinante...che non rompe...i cocomeri.....come faremo???
Se dovessi avere nostalgia del vicino che rompe e che non sentirai più dopo la messa in opera dell'insonorizzazione dell'immobile ti consiglio diapproffitare del periodo di transizione per registrarlo.
Lo potrai sentire a tuo piacimento e nei momenti che riterrai più opportuni nel tuo ambiente dotato di certificazione acustica.
Ti pare poco?
 

Graf

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Privato Cittadino
Se uno proprietario urla il suo dissenso dalla norma anche questo verra acusticamente certificato? :p
 

Antonello

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Agente Immobiliare
Se uno proprietario urla il suo dissenso dalla norma anche questo verra acusticamente certificato? :p
Consiglio di registrare l'urlo, salvarlo con vari backup (copia di sicurezza) e custodire il tutto gelosamente.
Ho avuto notizia che vogliono istituire la tassa sull'aria che si respira in casa e si pagherà in base ai metri cubi dell'immobile.
Anche l'urlo diventerà un piacevole ricordo da tramandare registrato ai posteri.
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Piccolo commento.
Abbiamo fatto il recupero del sottotetto di una casetta monofamiliare di cui dovevamo rifare il tetto: a lavori finiti (ieri..) viene fatta la comunicazione e l'accatastamento. L'agibilità non ci è stata rilasciata (oggi...) perchè non sono stati adottati accorgimenti specifici per l'insonorizzazione del piano di calpestio........ Ma intanto l'ICI, IRPEF ecc hanno cominciato a maturare.!

Commento 2: l'UNI parla di norme volontarie: bene, è vero, rappresentano la "best practice".
Perchè bisogna imporle per decreto?
Vi risulta esista un decreto (fatto rispettare e praticabile) che imponga intanto un limite efficace ai rumori molesti?
La verità è che questo ultimo esiste, e comporterebbe l'eliminazione del traffico ........., maggior sorgente di rumore!
Più facile quindi imporre alle vittime, bolle insonorizzate o cuffie antirumore-
 

Aikman

Membro Junior
Bastimento: se chi fa un lavoro ignora le leggi, non e' colpa di chi fa rispettare la legge. A meno che non si dica che la legge e' inutile o stupida. Su questo ti potrei obiettare che c'è in tutta Europa, quindi dovremmo concludere che tutti i legislatori dei vari stati europei sono stupidi.

Perchè imporre per decreto una norma tecnica? Forse perchè altrimenti gli acquirenti degli appartamenti "con finiture di pregio" finiscono per sentire i bisogni dei loro vicini, o i rapporti intimi?

Quanto al traffico, hai in parte ragione. Distinguiamo tra quel che succede a finestre chiuse e a finestre aperte.

Finestre chiuse: il 99% delle facciate nuove non rispetta la normativa, e per tre motivi: 1. nessuno ha fatto un calcoletto per vedere se gli infissi in teoria potevano consentire il rispetto del limite; 2. in sè gli infissi sono di bassa qualità acustica (sia sul lato vetro che sul lato telaio); 3. la posa in opera è anch'essa molto approssimativa, una schiumatina e via.
Su questo versante quindi, a prescindere dai rumori esterni, si può e si deve fare di più, basta lavorare meglio, anzi, basta lavorare normalmente e non al risparmio (senza un progettista, senza buon materiale, senza buon posatore).

Finestre aperte (parliamo sempre di nuovi edifici): la legge prevede che prima del progetto e della costruzione sia necessario fare una misura di clima acustico (= di quanto rumore c'è in zona); sulla base del valore trovato, si deve orientare il progetto in modo che il rumore a finestre aperte rientri nei limiti. Come fare? In certi casi è semplicissimo, in altri molto complesso, soprattutto se ci troviamo in presenza di molto traffico. Ti potrei obiettare che non tutti i luoghi sono adatti ad edifici residenziali: se in una zona c'e' obiettivamente troppo rumore di traffico, tale per cui, anche con tutti gli accorgimenti possibili, il rumore a finestre aperte sarebbe intollerabile, il Comune potrebbe non consentire l'edificabilità, oppure ancora se il limite di legge previsto per il traffico stradale è superato, potrebbe limitare il traffico stesso, o deviarlo in parte, se possibile. Non sono operazioni facili, forse in futuro motori più silenziosi ci daranno una mano in tal senso. In ogni caso, il discorso sull'argomento è ampio e articolato.

Ultima nota sul parere di Confedilizia: secondo me non hanno capito niente. Anzichè sottolineare che il rispetto delle norme consente una qualità costruttiva maggiore, che i clienti più avveduti non potranno non apprezzare (e pagare), si punta il dito contro chi fa la legge. Per fortuna qualcuno dei loro membri è "più avanti".

Aik
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Bastimento: se chi fa un lavoro ignora le leggi, non e' colpa di chi fa rispettare la legge. ".

Aik

Anche se non lo immaginavi, ti do perfettamente ragione: avevo scritto quanto sopra solo per far notare che decreto si decreto no, già adesso è necessario rispettare certi parametri. Vedi la mia mancata agibilità

Però una considerazione: intanto ben venga la certificazione di tutto, purchè non diventi solo un balzello a fronte di valutazioni fittizie. Però poi non farei dipendere l'agibilità da un'unica soglia. Ognuno dovrebbe essere libero comprando un cappotto, un'auto, ecc di spendere in proporzione alle proprie esigenze: basta sapere che hai acquistato un tessuto di lana ricardata, o un pettinato extravergine, o un finissimo cashemire ecc.

p.s.: semmai ho un rammarico: nonostante progettista, direzione lavori, sicurezza, e quant'altro mi è stato richiesto, alla fine dei lavori scopriamo a nostre spese che sono stati sottovalutati aspetti che all'inizio sembravano non operativi mancando le disposizioni di attuazione, ed alla fine erano indispensabili. Non posso nemmeno, per ragioni di convivenza, far causa a direttore lavori/progettista ed impresa......! Figurati la soddisfazione.
 

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