Gli agenti immobiliari per avere successo devono essere degli ottimi psicologi.
Devono necessariamente trattare con persone, caratteri, profili psicologici differenti e molteplici. Dovrà interpellarli con delicatezza e garbo e esaminarli con acume ma senza darlo a vedere.
Loro compito precipuo è riuscire ad incastrare tutte le tessere del mosaico della complessa procedura della compravendita per poter poi arrivare al rogito.
Loro compito è altresì capire le persone che hanno di fronte e trovare per ogn’una di loro il giusto approccio relazionale. Per poi tentare, su questa base, la costruzione di una azione di collegamento tra venditore e compratore.
Ma chi vende, in un certo senso, vende se stesso, il suo carattere, il suo vissuto, la sua immagine della casa.
Il mediatore non venderà una casa ma la rappresentazione che della casa farà il venditore che vive dinamiche e motivi molto personali, intimi. In un qualche modo, il mediatore dovrà fare sua, questa raffigurazione soggettiva, interiorizzandola.
Il mediatore, se afferra il vero “motivo” della messa in vendita dell’immobile, si può dire che avrà in pugno il venditore della casa e saprà come “gestirlo” nella relazione con il compratore.
Già, ma perché un proprietario di immobili vende?
Per mancanza di soldi? Debiti? Licenziamento? Un rovescio della sorte?
Per fuggire da vicini rumorosi e maleducati?
E’ in causa con l’amministratore, non lo desidera più vedere in faccia, perché altrimenti gli sale la pressione a 200 e vuole cambiare aria?
Perché ormai è rimasto solo ( figli sposati altrove, moglie o marito deceduti…) e una casa così grande è superflua e dispersiva?
Oppure i figli si sono fatti grande, il marito ha avuto una bella progressione di carriera e allora si impone, per logistica e ruolo sociale, una casa più bella, spaziosa e sita in un quartiere più prestigioso…
Vende perché la città è sempre più rumorosa e inquinata, ha trovato una villetta in campagna, a due passi dal luogo di lavoro, e vuole trasferirsi lì…
Ha ereditato quest’immobile da una vecchia zia ma lui abita a 500 chilometri da qui, “ma che ci faccio di questa casa? E umida e malandata, occorrerà ristrutturala.. E’ un pensiero in più…Meglio disfarsene alla meglio e poi reinvestire i soldi in altri modi…”
Purtroppo si è sfasciato il matrimonio e allora….e qui i problemi ulteriori, anche abitativi, si complicano all’eccesso…
Ha cinque case oltre a quella di proprietà, se ne vuole disfare di una perché gli è venuto il ghiribizzo di investire in borsa…
Tante persone, tante storie, vicende di vita vissuta, episodi della più banale quotidianità, un mare di casistica…tanto materiale da scriverci una nuova “ commedia umana”
Ma l’agente immobiliare esperto, accorto e sveglio già sa chi di questi “profili” di proprietari è facile alla vendita e chi invece temporeggerà fino all’esasperazione.
E si attrezzerà di conseguenza…con la sua rete.
Chi ci vuol far partecipe della sua personalissima “strategia del ragno” ?
Devono necessariamente trattare con persone, caratteri, profili psicologici differenti e molteplici. Dovrà interpellarli con delicatezza e garbo e esaminarli con acume ma senza darlo a vedere.
Loro compito precipuo è riuscire ad incastrare tutte le tessere del mosaico della complessa procedura della compravendita per poter poi arrivare al rogito.
Loro compito è altresì capire le persone che hanno di fronte e trovare per ogn’una di loro il giusto approccio relazionale. Per poi tentare, su questa base, la costruzione di una azione di collegamento tra venditore e compratore.
Ma chi vende, in un certo senso, vende se stesso, il suo carattere, il suo vissuto, la sua immagine della casa.
Il mediatore non venderà una casa ma la rappresentazione che della casa farà il venditore che vive dinamiche e motivi molto personali, intimi. In un qualche modo, il mediatore dovrà fare sua, questa raffigurazione soggettiva, interiorizzandola.
Il mediatore, se afferra il vero “motivo” della messa in vendita dell’immobile, si può dire che avrà in pugno il venditore della casa e saprà come “gestirlo” nella relazione con il compratore.
Già, ma perché un proprietario di immobili vende?
Per mancanza di soldi? Debiti? Licenziamento? Un rovescio della sorte?
Per fuggire da vicini rumorosi e maleducati?
E’ in causa con l’amministratore, non lo desidera più vedere in faccia, perché altrimenti gli sale la pressione a 200 e vuole cambiare aria?
Perché ormai è rimasto solo ( figli sposati altrove, moglie o marito deceduti…) e una casa così grande è superflua e dispersiva?
Oppure i figli si sono fatti grande, il marito ha avuto una bella progressione di carriera e allora si impone, per logistica e ruolo sociale, una casa più bella, spaziosa e sita in un quartiere più prestigioso…
Vende perché la città è sempre più rumorosa e inquinata, ha trovato una villetta in campagna, a due passi dal luogo di lavoro, e vuole trasferirsi lì…
Ha ereditato quest’immobile da una vecchia zia ma lui abita a 500 chilometri da qui, “ma che ci faccio di questa casa? E umida e malandata, occorrerà ristrutturala.. E’ un pensiero in più…Meglio disfarsene alla meglio e poi reinvestire i soldi in altri modi…”
Purtroppo si è sfasciato il matrimonio e allora….e qui i problemi ulteriori, anche abitativi, si complicano all’eccesso…
Ha cinque case oltre a quella di proprietà, se ne vuole disfare di una perché gli è venuto il ghiribizzo di investire in borsa…
Tante persone, tante storie, vicende di vita vissuta, episodi della più banale quotidianità, un mare di casistica…tanto materiale da scriverci una nuova “ commedia umana”
Ma l’agente immobiliare esperto, accorto e sveglio già sa chi di questi “profili” di proprietari è facile alla vendita e chi invece temporeggerà fino all’esasperazione.
E si attrezzerà di conseguenza…con la sua rete.
Chi ci vuol far partecipe della sua personalissima “strategia del ragno” ?