Il miglior cinema italiano, quello di impronta neo-realista, superficie lucida che riflette, in modo chiaro e tempestivo, molto di quello che si agita ansiosamente e segretamente nelle viscere della società, ha appena aggiornato il prototipo dell’agente immobiliare; nell’ultimo, sarcastico ed amaro film di Carlo Verdone, appena uscito nelle sale, dal titolo “Posti in piedi in Paradiso” egli è, infatti, raffigurato senza aureole e senza luci, come uno sconfitto dalla vita.
Interpretato da un bravo Marco Giallini, il mediatore è un professionista scalognato che non piazza una casa da tempo immemorabile, è divorziato, sta in affitto insieme ad altri due disgraziati, ha il vizio del gioco, e, siccome non riesce a pagare l’assegno alla sua ex moglie, fa il gigolò per ricche signore al fine di tirare avanti e legare il pranzo alla cena.
Su questo stravagante esemplare di agente immobiliare, così come asprignamente raccontato da Verdone, per estremo rispetto del vostro lavoro, non mi permetto nessun tipo di commento.
A voi la parola per un'opinione, se volete.
Interpretato da un bravo Marco Giallini, il mediatore è un professionista scalognato che non piazza una casa da tempo immemorabile, è divorziato, sta in affitto insieme ad altri due disgraziati, ha il vizio del gioco, e, siccome non riesce a pagare l’assegno alla sua ex moglie, fa il gigolò per ricche signore al fine di tirare avanti e legare il pranzo alla cena.
Su questo stravagante esemplare di agente immobiliare, così come asprignamente raccontato da Verdone, per estremo rispetto del vostro lavoro, non mi permetto nessun tipo di commento.
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