L'Euribor a tre mesi scende sotto il 2%
Non si arresta il calo dei tassi sul mercato interbancario europeo: l'Euribor a tre mesi, ovvero il tasso che le banche applicano fra loro per i prestiti trimestrali di depositi e a cui sono ancorate le rate dei mutui variabili, ha sfondato oggi la soglia del 2% scendendo dal 2,01% all'1,99%.
Si tratta del livello minimo dall'1 aprile 2004. L'Euribor a una settimana - secondo i dati rilevati dalla European Banking Federation - è rimasto fermo all'1,38% e quello a un mese è calato dall'1,68% all'1,67%.
L'Euribor a una settimana - secondo i dati rilevati dalla European Banking Federation - è rimasto fermo all'1,38 per cento e quello a un mese è calato dall'1,68 per cento all'1,67 per cento. La tendenza in atto, da qualche tempo oramai, sembrava proprio quella di avvicinare il tasso Euribor al tasso Bce (che il board dell'istituto centrale europeo nella scorsa settimana ha deciso di lasciare invariato al 2 per cento). Va ricordato, a questo proposito, che la normativa europea ha imposto l'obbligo per le banche - a partire dal primo gennaio 2009 - di offrire agli utenti i mutui a tasso variabile sia con i nuovi parametri Bce che con i parametri Euribor a tre mesi. Una norma molto apprezzata dal governatore della banca d'Italia, Mario Draghi, che ha sempre sostenuto come l'Euribor non sia in questo momento il parametro più adeguato per il calcolo degli interessi dei mutui a tasso variabile. Considerata la sua volatilita e l'esposizione alle turbolenze del mercato finanziario.
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Non si arresta il calo dei tassi sul mercato interbancario europeo: l'Euribor a tre mesi, ovvero il tasso che le banche applicano fra loro per i prestiti trimestrali di depositi e a cui sono ancorate le rate dei mutui variabili, ha sfondato oggi la soglia del 2% scendendo dal 2,01% all'1,99%.
Si tratta del livello minimo dall'1 aprile 2004. L'Euribor a una settimana - secondo i dati rilevati dalla European Banking Federation - è rimasto fermo all'1,38% e quello a un mese è calato dall'1,68% all'1,67%.
L'Euribor a una settimana - secondo i dati rilevati dalla European Banking Federation - è rimasto fermo all'1,38 per cento e quello a un mese è calato dall'1,68 per cento all'1,67 per cento. La tendenza in atto, da qualche tempo oramai, sembrava proprio quella di avvicinare il tasso Euribor al tasso Bce (che il board dell'istituto centrale europeo nella scorsa settimana ha deciso di lasciare invariato al 2 per cento). Va ricordato, a questo proposito, che la normativa europea ha imposto l'obbligo per le banche - a partire dal primo gennaio 2009 - di offrire agli utenti i mutui a tasso variabile sia con i nuovi parametri Bce che con i parametri Euribor a tre mesi. Una norma molto apprezzata dal governatore della banca d'Italia, Mario Draghi, che ha sempre sostenuto come l'Euribor non sia in questo momento il parametro più adeguato per il calcolo degli interessi dei mutui a tasso variabile. Considerata la sua volatilita e l'esposizione alle turbolenze del mercato finanziario.
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