Buongiorno, vi seguo da tempo e leggo le varie discussioni interessanti nel forum. Oggi intervengo direttamente per sottoporre un quesito.
In data odierna ho stipulato un atto notarile di vendita di una casa di campagna ereditata da mio papà e mio zio.
Il Notaio, pur stipulando il rogito e l'atto di mutuo fatto dai compratori, ha fatto rilevare che manca il certificato di abitabilità o agibilità (non ricordo il termine esatto citato).
Preciso che si tratta di 2 U.I. a corpo staccato. La prima costruita ad inizio '900 era censita come agricola. La seconda costruita nel 1953 in modo abusivo ed usata come stalla.
Ad inizio anni '80 vennero fatti dei lavori di ristrutturazione nell'UI adibita ad abitazione (pareti divisorie, chiusa una parte ex cascina e trasformata in una camera da letto e altri lavori interni).
Poi nel 1986, venne chiesto il condono in base alla legge del 1985 sia per i lavori svolti nell'abitazione con relativa trasformazione d'uso (che venne censita al catasto urbano come A/2) sia per sanare la costruzione abusiva della ex stalla (che venne censita al CU come C/6 box).
La concessione edilizia in sanatoria è stata regolarmente rilasciata dal Comune.
Scopro ora che manca il certificato di abitabilità.
Preciso che, in allegato alla domanda di condono, il geometra che aveva seguito la pratica aveva allegato una relazione tecnica ben dettagliata in cui indicava "...le finiture interne ed esterne risultano essere ultimate ed eseguite a perfetta regola d'arte consentendo ai locali idonea abitabilità sotto l'aspetto igienico e statico..."
Chiedo, da vero profano:
1) ma il cert. di abitabilità non dovrebbe essere insito in automatico nella concessione in sanatoria rilasciata dal Comune?
2) ho letto che tale certificato non è richiesto per gli immobili costruiti prima del 1/9/1967; questa norma decade se, dopo tale data, sono stati fatti interventi straordinari sugli immobili come nel caso di specie?
3) Nonostante il rogito già stipulato, cosa rischio io e cosa dovrei fare per essere in perfetta regola?
Grazie mille se vorrete rispondermi. Saluti
In data odierna ho stipulato un atto notarile di vendita di una casa di campagna ereditata da mio papà e mio zio.
Il Notaio, pur stipulando il rogito e l'atto di mutuo fatto dai compratori, ha fatto rilevare che manca il certificato di abitabilità o agibilità (non ricordo il termine esatto citato).
Preciso che si tratta di 2 U.I. a corpo staccato. La prima costruita ad inizio '900 era censita come agricola. La seconda costruita nel 1953 in modo abusivo ed usata come stalla.
Ad inizio anni '80 vennero fatti dei lavori di ristrutturazione nell'UI adibita ad abitazione (pareti divisorie, chiusa una parte ex cascina e trasformata in una camera da letto e altri lavori interni).
Poi nel 1986, venne chiesto il condono in base alla legge del 1985 sia per i lavori svolti nell'abitazione con relativa trasformazione d'uso (che venne censita al catasto urbano come A/2) sia per sanare la costruzione abusiva della ex stalla (che venne censita al CU come C/6 box).
La concessione edilizia in sanatoria è stata regolarmente rilasciata dal Comune.
Scopro ora che manca il certificato di abitabilità.
Preciso che, in allegato alla domanda di condono, il geometra che aveva seguito la pratica aveva allegato una relazione tecnica ben dettagliata in cui indicava "...le finiture interne ed esterne risultano essere ultimate ed eseguite a perfetta regola d'arte consentendo ai locali idonea abitabilità sotto l'aspetto igienico e statico..."
Chiedo, da vero profano:
1) ma il cert. di abitabilità non dovrebbe essere insito in automatico nella concessione in sanatoria rilasciata dal Comune?
2) ho letto che tale certificato non è richiesto per gli immobili costruiti prima del 1/9/1967; questa norma decade se, dopo tale data, sono stati fatti interventi straordinari sugli immobili come nel caso di specie?
3) Nonostante il rogito già stipulato, cosa rischio io e cosa dovrei fare per essere in perfetta regola?
Grazie mille se vorrete rispondermi. Saluti