Facciamo un rapido confronto tra due decreti legislativi l’uno approvato e l’altro in via di approvazione:
La Gazzetta Ufficiale (n. 94 del 23 aprile 2010 serie Generale) contiene L'attuazione della Direttiva 2006/123/CE relativa ai Servizi nel mercato interno contenente come ben sappiamo, ahimè, la soppressione definitiva del Ruolo degli Agenti Immobiliari o Mediatori o ancora Agenti di Affari in Mediazione.
Questo decreto legislativo prevede una riduzione delle incombenze burocratiche e una sostanziale deregolamentazione di alcune attività commerciali e di intermediazione immobiliare, pur ribadendo i requisiti professionali di accesso a tali attività.
Tale decreto recepisce la direttiva Bolkenstein di origine comunitaria.
Invece il DECRETO LEGISLATIVO RECANTE ULTERIORI DISPOSIZIONI DI ATTUAZIONE DELLA DELEGA DI CUI ALL’ARTICOLO 33 COMMA 1, LETTERA E), DELLA LEGGE 7 LUGLIO 2009, N. 88, anche esso di origine comunitaria, dando vita ad un nuovo registro dei mediatori creditizi, si ispira, al contrario, ad un effettivo inasprimento dei requisiti per poter svolgere la professione di mediatore del credito, disobbedendo sostanzialmente ai criteri di liberalizzazione delle attività economiche e professionali della direttiva Bolkenstein. Viene previsto, per tutti, il requisito patrimoniale della società di capitali e un versamento minimo di 120.000 euro di capitale. Sotto questa cifra non si può operare.
Qui è la stessa Europa ( o è l’Italia ? ) che si contraddice clamorosamente;
cerca, da un lato, di liberalizzare la professione di mediatore immobiliare, di mediatore marittimo, di edicolante etc, etc, e contemporaneamente, dall’altro, vuole, in modo arbitrario, rimpicciolire fortemente il numero degli operatori che si occupano di mediazione creditizia. Magari mandandoli per strada.
C’è una logica in tutto questo? Non sono mediatori quelli e mediatori questi?
E allora? Perché per quelli si applicano severamente i principi della facilitazione e per questi invece non son più validi? E anzi se ne creano di nuovi a loro svantaggio?
Perché creare figli e figliastri?
Possibile che nessuno nel governo si accorgi di questa patente contraddizione?
Oppure se ne accorgono ma girano la testa dall’altra parte?
Io ho imparato a scuola che la legge è uguale per tutti.
Uguale situazione giuridica, uguale regolamentazione…
Che ne pensate? E, soprattutto, cosa ne pensano i responsabili delle organizzazioni di categoria?
La Gazzetta Ufficiale (n. 94 del 23 aprile 2010 serie Generale) contiene L'attuazione della Direttiva 2006/123/CE relativa ai Servizi nel mercato interno contenente come ben sappiamo, ahimè, la soppressione definitiva del Ruolo degli Agenti Immobiliari o Mediatori o ancora Agenti di Affari in Mediazione.
Questo decreto legislativo prevede una riduzione delle incombenze burocratiche e una sostanziale deregolamentazione di alcune attività commerciali e di intermediazione immobiliare, pur ribadendo i requisiti professionali di accesso a tali attività.
Tale decreto recepisce la direttiva Bolkenstein di origine comunitaria.
Invece il DECRETO LEGISLATIVO RECANTE ULTERIORI DISPOSIZIONI DI ATTUAZIONE DELLA DELEGA DI CUI ALL’ARTICOLO 33 COMMA 1, LETTERA E), DELLA LEGGE 7 LUGLIO 2009, N. 88, anche esso di origine comunitaria, dando vita ad un nuovo registro dei mediatori creditizi, si ispira, al contrario, ad un effettivo inasprimento dei requisiti per poter svolgere la professione di mediatore del credito, disobbedendo sostanzialmente ai criteri di liberalizzazione delle attività economiche e professionali della direttiva Bolkenstein. Viene previsto, per tutti, il requisito patrimoniale della società di capitali e un versamento minimo di 120.000 euro di capitale. Sotto questa cifra non si può operare.
Qui è la stessa Europa ( o è l’Italia ? ) che si contraddice clamorosamente;
cerca, da un lato, di liberalizzare la professione di mediatore immobiliare, di mediatore marittimo, di edicolante etc, etc, e contemporaneamente, dall’altro, vuole, in modo arbitrario, rimpicciolire fortemente il numero degli operatori che si occupano di mediazione creditizia. Magari mandandoli per strada.
C’è una logica in tutto questo? Non sono mediatori quelli e mediatori questi?
E allora? Perché per quelli si applicano severamente i principi della facilitazione e per questi invece non son più validi? E anzi se ne creano di nuovi a loro svantaggio?
Perché creare figli e figliastri?
Possibile che nessuno nel governo si accorgi di questa patente contraddizione?
Oppure se ne accorgono ma girano la testa dall’altra parte?
Io ho imparato a scuola che la legge è uguale per tutti.
Uguale situazione giuridica, uguale regolamentazione…
Che ne pensate? E, soprattutto, cosa ne pensano i responsabili delle organizzazioni di categoria?