Ciao Alessandro, l'affitto con patto di futura vendita prevede alcune possibilità contrattuali di accordo tra le parti. A seconda del "taglio" che si vuol dare alle pattuizioni, l'Agenzia delle Entrate tratterà fiscalmente in modo diverso quello che andrai a firmare.
Ho letto l'intervento che lo studio notarile Gamba di Torino ha redatto per te.
E' noto che io sono un testardo critico di questa formula di vendita che è bella da descrivere in pamphlet pubblicitari ma è nella sostanza è una via difficilissima da percorrere proprio perchè è un caso di contratto non solo atipico ( e fin qui ci possiamo stare ) ma estremamente complesso al punto da essere estremamente rischioso per tutte e due le parti contraenti. La più difficile da proteggere è la parte conduttore/acquirente, in quanto il venditore/locatore ha "la casa".
Gli stessi quesiti che affiorano in questa discussione smontano integralmente il tipo di contratto, che dovrebbe essere di almeno 20-25 pagien per regolare ogni evento di questo ibrido-atipico di forma di comparavendita intesa per chi non ha soldi per comprare o per chi non riesce a vendere. Dove comunque ad entrambe le aprti è da augurare lunga vita, in quanto se si inserissero problemi successori e divisionali, i magistrati stessi dubito saprebbero arrivare ad una soluzione.
In altre discussioni qui ho citato alcuni punti deboli e non mi andrebbe di riscrivere cose già scritte e che mai nessuno è riusciuto a confutarmi.
Non trovo nello scritto del notaio Gamba, con tutto rispetto, un approfondito esame sugli effetti reali di questo schema di rapporto affitto con riscatto.
E quindi SCONSIGLIO a chiunque di imbarcarsi in tale operazione.