L'argomento non l'ho sollevato io adesso ma lei stessa almeno dalla morte del 2^ marito, un paio d'anni fa, perchè più volte mi ha dichiarato di aver detto a mio padre: "se mi capita qualcosa [cioè quando muoio] mio nipote deve poter stare a casa mia e nessuno si dovrà permettere di buttarlo fuori nè dirgli niente" (cit.), tuttavia a me lo ha fatto presente solo di recente. L'unico mezzo, a livello legale, per aver certezza d'attuare un obiettivo del genere mi pare sia modificare il testamento per come ho detto, ovvero che io sia l'unico proprietario successivo a lei, dunque mi chiedo: perchè in questo frattempo mio padre non l'ha riportata dal notaio per la modifica, eventualmente anche accompagnandola dallo psichiatra per la perizia?
Sulla base dei rapporti di forza ed interessi sopra descritti, e conoscendo benissimo di che pasta sono fatti i soggetti in gioco, ritengo che mio padre (che è un bonaccione manovrato da mia madre, scusate la brutalità) non farà nulla aspettando la dipartita della sorella ed acconsentendo a vendere la casa.
Io "vedo" un atto di volontà esplicito e reiterato da parte della parente ma una corrispondente "sordità" da parte degli altri finalizzata a contravvenire a tale volontà. Credo che solo negli ultimi mesi stia ripetendo a me e mio padre che vuole dare la casa a me perchè riconosce che ormai sta al capolinea (fisicamente parlando) e vuole assicurarsi di lasciare in ordine gli ultimi "conti" quando non ci sarà... sempre che io non sia tendenzioso anche questa volta.