Buonasera, chiedo a voi delucidazioni sulla regolamentazione del pagamento degli oneri comunali di urbanizzazione , per intenderci gli oneri da pagare per civilizzare una unita' abitativa agricola.
Nello specifico trattasi di un a4 + c2 , costruiti ante 67 in zona agricola, per attivita' agricola, da quanto ho dedotto , finche' queste unita' rimangono agli eredi con o senza attivita' agricola, gli oneri non sono dovuti, mentre in caso di vendita con cambio di destinazione da agricola a civile abitazione, vengono richiesti, Esiste una legge / regola che assegna obbligatoriamente questi oneri alla parte venditrice o messo a conoscenza il compratore, possono essere oggetto di negoziazione , mettendolo per iscritto ovviamente; quindi se l' acquirente accetta la situazione attuale a fronte di un grosso sconto del prezzo di vendita, gli oneri saranno a suo carico se non prosegue l'attivita' agricola, ma civilizza,? Chiedo questo perche' in una precedente negoziazione, poi non andata a buon fine, la precedente agenzia immobiliare e il geometra mi avevano dato intendere che questi oneri erano obbligatoriamente a carico del venditore , c'e' anche da dire che ne eravamo venuti a conoscenza dell' esistenza e dell' ammontare dopo aver firmato in precedenza la proposta d' acquisto (un bel pasticcio).
L'attuale agente immobiliare mi dice che, mettendolo per iscritto , questi oneri possono anche essere a carico dell' acquirente, informato della situazione, che accetta di acquistare l' immobile nello stato in cui e' , ovvero rurale, e' effettivamente cosi?
Sono garantito al 100% o puo' esserci poi un cavillo, una regola, che invaliderebbe anche quanto messo per iscritto e/o potrebbe annullare l' atto , e/o il comune potrebbe venire a chiedere a me parte venditrice gli oneri ?
Nello specifico il proponente acquirente a fronte di un prezzo per l' acquisto proposto quasi dimezzato, ci offrirebbe come vantaggio il possibile risparmio di questi oneri (oltre 6000 euro) in quanto avrebbe intenzione di avviare una attivita' agricola, in tal caso questi oneri non sarebbero piu' dovuti al comune, perche' proseguirebbe l' attvita' agricola senza cambiare la destinazione, e nel caso non dovesse andare in porto l'attivita', a quel punto rimarrebbero a suo carico, civilizzerebbe lui, mi confermate o posso correre dei rischi che al momento non valuto?
Un' ultima domanda, l'acquirente per far quadrare quanto appena sopra esposto, ovvero non dover pagare gli oneri di civilizzazione al comune, a fronte dell' apertura dell' attivita' agricola negli immobili rurali in acquisto , deve arrivare all' atto gia' con l'attivita' agricola regolarmente aperta o avra' un lasso di tempo anche dopo tale data ?
Ringrazio anticipatamente per tutti i chiarimenti e approfondimenti che vorrete darmi,
cordiali saluti
Nello specifico trattasi di un a4 + c2 , costruiti ante 67 in zona agricola, per attivita' agricola, da quanto ho dedotto , finche' queste unita' rimangono agli eredi con o senza attivita' agricola, gli oneri non sono dovuti, mentre in caso di vendita con cambio di destinazione da agricola a civile abitazione, vengono richiesti, Esiste una legge / regola che assegna obbligatoriamente questi oneri alla parte venditrice o messo a conoscenza il compratore, possono essere oggetto di negoziazione , mettendolo per iscritto ovviamente; quindi se l' acquirente accetta la situazione attuale a fronte di un grosso sconto del prezzo di vendita, gli oneri saranno a suo carico se non prosegue l'attivita' agricola, ma civilizza,? Chiedo questo perche' in una precedente negoziazione, poi non andata a buon fine, la precedente agenzia immobiliare e il geometra mi avevano dato intendere che questi oneri erano obbligatoriamente a carico del venditore , c'e' anche da dire che ne eravamo venuti a conoscenza dell' esistenza e dell' ammontare dopo aver firmato in precedenza la proposta d' acquisto (un bel pasticcio).
L'attuale agente immobiliare mi dice che, mettendolo per iscritto , questi oneri possono anche essere a carico dell' acquirente, informato della situazione, che accetta di acquistare l' immobile nello stato in cui e' , ovvero rurale, e' effettivamente cosi?
Sono garantito al 100% o puo' esserci poi un cavillo, una regola, che invaliderebbe anche quanto messo per iscritto e/o potrebbe annullare l' atto , e/o il comune potrebbe venire a chiedere a me parte venditrice gli oneri ?
Nello specifico il proponente acquirente a fronte di un prezzo per l' acquisto proposto quasi dimezzato, ci offrirebbe come vantaggio il possibile risparmio di questi oneri (oltre 6000 euro) in quanto avrebbe intenzione di avviare una attivita' agricola, in tal caso questi oneri non sarebbero piu' dovuti al comune, perche' proseguirebbe l' attvita' agricola senza cambiare la destinazione, e nel caso non dovesse andare in porto l'attivita', a quel punto rimarrebbero a suo carico, civilizzerebbe lui, mi confermate o posso correre dei rischi che al momento non valuto?
Un' ultima domanda, l'acquirente per far quadrare quanto appena sopra esposto, ovvero non dover pagare gli oneri di civilizzazione al comune, a fronte dell' apertura dell' attivita' agricola negli immobili rurali in acquisto , deve arrivare all' atto gia' con l'attivita' agricola regolarmente aperta o avra' un lasso di tempo anche dopo tale data ?
Ringrazio anticipatamente per tutti i chiarimenti e approfondimenti che vorrete darmi,
cordiali saluti