Salve a tutti. Sono nuovo del forum. Mi rivolgo a voi per un consiglio tecnico/legale.
Nell'Aprile 2009 per necessità lavorative dividevo la grande sala del mio appartamento (proprietà 100%, separazione beni, acquisto pre-matrimoniale) in due vani e un accessorio per destinarla a studio. Causa l'aumento dei vani il Comune ha richiesto DIA e aggiornamento catastale.
Il tutto è stato effettuato regolarmente. Poco dopo mia moglie (mai favorevole alla modifica) intraprende una richiesta di separazione che culmina con un provvedimento del Pres.Trib. che fra le altre cose Le affida l'ex casa coniugale data la presenza di ns figlio minore.
Qualche giorno fa, durante una delle previste visite al minore, noto che tutte le opere divisorie realizzate nel 2009 sono state rimosse dalla mia ex moglie, senza mia autorizzazione nè alcuna comunicazione. Oltre al fastidio per il gesto, ora mi trovo con una casa difforme sia al mio gusto che al catasto.
Che fare?
Mi sono documentato presso l'uff. edilizia del Comune. Mi hanno detto che l'abuso non è penale e tutto si risolverebbe "sistemando" con una nuova DIA e nuova variazione catastale che regolarizzi lo stato di fatto, piegando la testa.
Altrimenti dovrei, prima con raccomandata alla mia ex moglie, poi con segnalazione al loro ufficio e ai vigili urbani, denunciare la cosa chiedendole il ripristino della situazione precedente. Nel frattempo i vigili verrebbero a verificare lo stato dell'arte (e se l'ex consorte non li fa entrare?) e accertata la difformità, l'uff. edilizia urbana chiederebbe ufficialmente A ME in quanto proprietario il ripristino della situazione risultante sulla carta o in alternativa una sanatoria, fermo restando che mi sarebbe commistionata la sanzione per l'abuso (min. 516€), visto uff.comunali e polizia locale non hanno titolo per verificare come siano andate le cose e chi in effetti abbia commesso l'abuso, lasciandone la valutazione in sede successiva ad un eventuale Giudice civile al quale dovrei rivolgermi per far valere le mie ragioni e farmi rimborsare spese, danni e sanzioni.
Mi sono perso qualcosa in questa ricostruzione? E' verosimile?
Possibile che un terzo affidatario GIUDIZIALE dell'immobile commetta un abuso edilizio senza avvisare e senza il CONSENSO del proprietario, e che questi autodenunciando la situazione per tutelarsi (si è creata una irregolarità che se non sistemata o denunciata peserebbe totalmente su di me) debba essere obbligato a pagare sansioni per abusi altrui, senza peraltro avere certezza di poter risistemare le cose come da catasto? Come potrei pretendere il ripristino, anche se a mia cura e spese, visto che non ho titolo per accedere nell'appartamento? Cosa si può fare contro chi ha eseguito materialmente i lavori (sicuramente in nero visto l'assenza di DIA) senza accertarsi che l'ordinante ne avesse titolo?
Scusate la lunghezza. Aspetto pareri. GRAZIE!
Nell'Aprile 2009 per necessità lavorative dividevo la grande sala del mio appartamento (proprietà 100%, separazione beni, acquisto pre-matrimoniale) in due vani e un accessorio per destinarla a studio. Causa l'aumento dei vani il Comune ha richiesto DIA e aggiornamento catastale.
Il tutto è stato effettuato regolarmente. Poco dopo mia moglie (mai favorevole alla modifica) intraprende una richiesta di separazione che culmina con un provvedimento del Pres.Trib. che fra le altre cose Le affida l'ex casa coniugale data la presenza di ns figlio minore.
Qualche giorno fa, durante una delle previste visite al minore, noto che tutte le opere divisorie realizzate nel 2009 sono state rimosse dalla mia ex moglie, senza mia autorizzazione nè alcuna comunicazione. Oltre al fastidio per il gesto, ora mi trovo con una casa difforme sia al mio gusto che al catasto.
Che fare?
Mi sono documentato presso l'uff. edilizia del Comune. Mi hanno detto che l'abuso non è penale e tutto si risolverebbe "sistemando" con una nuova DIA e nuova variazione catastale che regolarizzi lo stato di fatto, piegando la testa.
Altrimenti dovrei, prima con raccomandata alla mia ex moglie, poi con segnalazione al loro ufficio e ai vigili urbani, denunciare la cosa chiedendole il ripristino della situazione precedente. Nel frattempo i vigili verrebbero a verificare lo stato dell'arte (e se l'ex consorte non li fa entrare?) e accertata la difformità, l'uff. edilizia urbana chiederebbe ufficialmente A ME in quanto proprietario il ripristino della situazione risultante sulla carta o in alternativa una sanatoria, fermo restando che mi sarebbe commistionata la sanzione per l'abuso (min. 516€), visto uff.comunali e polizia locale non hanno titolo per verificare come siano andate le cose e chi in effetti abbia commesso l'abuso, lasciandone la valutazione in sede successiva ad un eventuale Giudice civile al quale dovrei rivolgermi per far valere le mie ragioni e farmi rimborsare spese, danni e sanzioni.
Mi sono perso qualcosa in questa ricostruzione? E' verosimile?
Possibile che un terzo affidatario GIUDIZIALE dell'immobile commetta un abuso edilizio senza avvisare e senza il CONSENSO del proprietario, e che questi autodenunciando la situazione per tutelarsi (si è creata una irregolarità che se non sistemata o denunciata peserebbe totalmente su di me) debba essere obbligato a pagare sansioni per abusi altrui, senza peraltro avere certezza di poter risistemare le cose come da catasto? Come potrei pretendere il ripristino, anche se a mia cura e spese, visto che non ho titolo per accedere nell'appartamento? Cosa si può fare contro chi ha eseguito materialmente i lavori (sicuramente in nero visto l'assenza di DIA) senza accertarsi che l'ordinante ne avesse titolo?
Scusate la lunghezza. Aspetto pareri. GRAZIE!