Un post interessantissimo scritto da Seroli dal titolo: "Tutti diventeranno Agenti Immobiliari" che invito caldamente tutti a leggere, mi ha dato lo spunto immediato per questa mia nuova discussione.
In sotanza, Seroli paventa una modificazione della normativa, che disciplina l'accesso alla professione, in direzione della possibilità di accesso mediante un tirocinio professionalizzante, in alternativa al corso e all'esame camerale.
E ne dà la colpa al peso politico dei franchising in sede ministeriale governativa.
Seroli vede in questa novità un sostanziale via libera all'entrata, di tutti quelli che lo vorranno, nella professione immobiliare.
In parte, Seroli ha ragione ad allarmarsi, ma...sarà proprio così?
L'esame camerale per l'idoneità alla professione di agente immobiliare è uno scoglio fino ad un certo punto. Se non ce la fai alla prima sessione, ritenti alla seconda, alla terza, alla quarta, ma alla fine ce la fai a passarlo, a meno che non sei una zucca vuota. Ma poi hai l'impatto col mercato e magari, se non hai accumulato esperienza pratica facendo tirocinio, combini guai a ripetizione e il passaparola dei clienti è spietato. Ma rimani agente immobiliare per tutta la vita con licenza di... uccidere. Nessuno ti potrà cacciare via poiché hai superato, ufficialmente, un esame legale.
Guardiamo al sistema degli Ordini e dei Collegi, invece. Se vuoi fare l' Avvocato ed iscriverti al rispettivo Ordine, devi sobbarcarti due anni di duro tirocinio a ZERO LIRE. Idem il Geometra e il Consulente del lavoro. Tre anni, addirittura, se ne deve sobbarcare l’aspirante Commercialista. Ma non è finita qui.
Poi devi sostenere un selettivo esame di Stato. Dove il maggior numero dei candidati viene implacabilmente bocciato e invitato a ripresentarsi l’anno dopo. E intanto passa il tempo….
Non parliamo nemmeno delle enormi, quasi insormontabili difficoltà che deve sostenere il praticante Notaio…
L’esame per l'accesso agli Ordini è un po’ più agevole per l'Ingegnere, il Medico e il Farmacista ma il loro percorso accademico è irtissimo di difficoltà ed esami capestro. Una rigorosa selezione avviene già nelle aule universitarie.
Quello che voglio dire è che selezionare un agente immobiliare SOLO con un corso camerale fattibilissimo ed un esame appena più difficile ma superabile, per chi studia in modo diligente, non è un autentico selezionare.
Qui, infatti, non siamo, oggettivamente, in zona avvocatura o notariato.
Un agente, che ha brillantemente superato un esame non impossibile, può non sapere niente del lavoro del mediatore e, può darsi, che abbia in testa un sacco di illusioni e idee sbagliate sulla professione che sta intraprendendo ( guadagni facili, scarse difficoltà lavorative, ecc ecc...)
L'ideale sarebbe far precedere all'esame camerale, che per me deve essere mantenuto ad ogni costo, un anno di TIROCINIO OBBLIGATORIO.
In questo senso, io auspico e desidero la modificazione della legge 39 dell’89 e successive modificazioni avvenute nel 2001.
Perché il tirocinio farebbe molta PIU' SELEZIONE del semplice esame camerale finale. Sarebbe esso, e non l’esame finale, il vero ostacolo da superare.
Quanti aspiranti, forviati dalla speranza di GUADAGNI FACILI e dall'idea che la mediazione è un lavoro semplice semplice, si arenerebbero malinconicamente davanti alle difficoltà dell‘ ACQUISIZIONE? Almeno il 50% ad essere ottimisti ( cioè pessimisti…!!). Invece, quanti, alla fine, provando e riprovando, superano un unico esame camerale? Il 90%.
Acquisire è un duro impegno, è molto ma molto peggio che superare l’esame camerale.
Anzi è il VERO ESAME, la vera prova del nove della professione immobiliare. Chi non è capace di SUPERARLO non ha nulla da chiedere al lavoro del mediatore. Meglio che cambi mestiere.
Chi non sa acquisire non ha casa da vendere quindi non lavora e non guadagna. Mi sembra un ragionamento lapalissiano.
Ma l’esame camerale non insegna ad acquisire ma l’eventuale tirocinio sì.
E chi non impara alla svelta, sia per mancanza di impegno e di tenacia, sia perché, caratterialmente, è negato, perché timido oppure imbranato, è già, spietatamente, fuori dal lavoro. Messo ai margini. Licenziato.
Ma questo lo capisci se devi sottoporti obbligatoriamente alle forche caudine del praticantato, non lo percepisci se puoi accedere comodamente alla professione con un esame. Che permette ad una marea di INCAPACI di accedere alla professione di operatore immobiliare.
Quindi concludendo, con il tirocinio almeno il 50% degli aspiranti rinuncia a proseguire oltre, perché semplicemente non gli va di “battere” i marciapiedi della zona che gli viene assegnata dal titolare e suonare i campanelli dei portoni e domandare…domandare…domandare….
Lavorando sempre e comunque, sia sotto il sole canicolare di Luglio, sia sotto la pioggerellina fine ed insistente di Novembre, quella che ti penetra nelle ossa, sia sciando sulla neve dura e compatta di Gennaio.
Ah…quanti!
Quanti tirocinanti rinuncerebbero ai sogni di gloria perche si erano immaginati un lavoro con una procedura di esecuzione totalmente diversa, molto più comoda e confortevole…Magari, pensavano che i venditori di case facevano la fila fuori dall’agenzia….
E loro a dirigere il traffico e a contare le provvigioni...
Io dico quindi: ben venga il serio e rigoroso tirocinio perché farà cambiare l’opinione a molti praticanti e farà loro immediatamente togliere le tende, diminuendo la pressione dei concorrenti su un mercato sempre più ristretto.
I molti che, invece, rimangono sul mercato, e chissà sul gozzo di quanti clienti, lo sono perchè hanno superato il solo esame camerale, magari senza fare nessun tirocinio volontario. E questa, non è una supposizione ma è la vostra realtà, purtroppo…
Perché, quindi, dico io, non sostenere a spada tratta il tirocinio con l’esame finale?
Almeno Fiap e Fimaa facciano fronte comune!
Sarebbe un bel vedere e un bel partecipare!
Comunque, in alternativa, sotto il profilo della idoneità selettiva, molto meglio il tirocinio che un semplice esame camerale.
Ma…
Ma, siccome siamo in Italia, temo che realizzeranno qualche inguacchio normativo: vuoi fare il mediatore immobiliare?
Benissimo, siamo qui per questo: allora, preferisci il comodo corso professionalizzante con l’annesso esame camerale finale?
Si?
Niente paura. Si può fare.
Siamo a tua completa disposizione.
Sei, al contrario, un tipo attivo ed intraprendente e non ti va di sgobbare e marcire sui libri?
Arcibene!
Per te, “alla carte”, c’è bello pronto un bel praticantato di un anno…
Con esame?
Ma quale esame….! Dopo un anno di sbattimenti mica possiamo pretendere addirittura un esame!
Ma no, ma che vai a pensare?
D'altronde, siamo solo ausiliari del commercio. O no?
RIPETO, RIBADISCO e REITERO.
L’ideale sarebbe la seguente procedura, per accedere al registro camerale: corso, tirocinio ed esame finale.
In alternativa: un serio e rigoroso tirocinio.
Per me ( ma la mia opinione vale un fico secco..) sarebbe, invece, da abolire immediatamente l’esame camerale, com'è concepito attualmente, se si potesse ottenere la possibilità di un praticantato rigido e selettivo.
Da evitare, come la peste, la possibilità del doppio accesso: corso ed esame oppure il solo tirocinio (che fosse rigido e selettivo almeno…chissà!?..).
La maglie sarebbero troppo larghe. E passerebbero cani e porci.
Ma indovinate quale è la strada che sta imboccando, pronubo parte del sistema associativo, la normativa italiana?
Non la scrivo nemmeno, tanto è lampante.
Una tecnofregatura?
:?
In sotanza, Seroli paventa una modificazione della normativa, che disciplina l'accesso alla professione, in direzione della possibilità di accesso mediante un tirocinio professionalizzante, in alternativa al corso e all'esame camerale.
E ne dà la colpa al peso politico dei franchising in sede ministeriale governativa.
Seroli vede in questa novità un sostanziale via libera all'entrata, di tutti quelli che lo vorranno, nella professione immobiliare.
In parte, Seroli ha ragione ad allarmarsi, ma...sarà proprio così?
L'esame camerale per l'idoneità alla professione di agente immobiliare è uno scoglio fino ad un certo punto. Se non ce la fai alla prima sessione, ritenti alla seconda, alla terza, alla quarta, ma alla fine ce la fai a passarlo, a meno che non sei una zucca vuota. Ma poi hai l'impatto col mercato e magari, se non hai accumulato esperienza pratica facendo tirocinio, combini guai a ripetizione e il passaparola dei clienti è spietato. Ma rimani agente immobiliare per tutta la vita con licenza di... uccidere. Nessuno ti potrà cacciare via poiché hai superato, ufficialmente, un esame legale.
Guardiamo al sistema degli Ordini e dei Collegi, invece. Se vuoi fare l' Avvocato ed iscriverti al rispettivo Ordine, devi sobbarcarti due anni di duro tirocinio a ZERO LIRE. Idem il Geometra e il Consulente del lavoro. Tre anni, addirittura, se ne deve sobbarcare l’aspirante Commercialista. Ma non è finita qui.
Poi devi sostenere un selettivo esame di Stato. Dove il maggior numero dei candidati viene implacabilmente bocciato e invitato a ripresentarsi l’anno dopo. E intanto passa il tempo….
Non parliamo nemmeno delle enormi, quasi insormontabili difficoltà che deve sostenere il praticante Notaio…
L’esame per l'accesso agli Ordini è un po’ più agevole per l'Ingegnere, il Medico e il Farmacista ma il loro percorso accademico è irtissimo di difficoltà ed esami capestro. Una rigorosa selezione avviene già nelle aule universitarie.
Quello che voglio dire è che selezionare un agente immobiliare SOLO con un corso camerale fattibilissimo ed un esame appena più difficile ma superabile, per chi studia in modo diligente, non è un autentico selezionare.
Qui, infatti, non siamo, oggettivamente, in zona avvocatura o notariato.
Un agente, che ha brillantemente superato un esame non impossibile, può non sapere niente del lavoro del mediatore e, può darsi, che abbia in testa un sacco di illusioni e idee sbagliate sulla professione che sta intraprendendo ( guadagni facili, scarse difficoltà lavorative, ecc ecc...)
L'ideale sarebbe far precedere all'esame camerale, che per me deve essere mantenuto ad ogni costo, un anno di TIROCINIO OBBLIGATORIO.
In questo senso, io auspico e desidero la modificazione della legge 39 dell’89 e successive modificazioni avvenute nel 2001.
Perché il tirocinio farebbe molta PIU' SELEZIONE del semplice esame camerale finale. Sarebbe esso, e non l’esame finale, il vero ostacolo da superare.
Quanti aspiranti, forviati dalla speranza di GUADAGNI FACILI e dall'idea che la mediazione è un lavoro semplice semplice, si arenerebbero malinconicamente davanti alle difficoltà dell‘ ACQUISIZIONE? Almeno il 50% ad essere ottimisti ( cioè pessimisti…!!). Invece, quanti, alla fine, provando e riprovando, superano un unico esame camerale? Il 90%.
Acquisire è un duro impegno, è molto ma molto peggio che superare l’esame camerale.
Anzi è il VERO ESAME, la vera prova del nove della professione immobiliare. Chi non è capace di SUPERARLO non ha nulla da chiedere al lavoro del mediatore. Meglio che cambi mestiere.
Chi non sa acquisire non ha casa da vendere quindi non lavora e non guadagna. Mi sembra un ragionamento lapalissiano.
Ma l’esame camerale non insegna ad acquisire ma l’eventuale tirocinio sì.
E chi non impara alla svelta, sia per mancanza di impegno e di tenacia, sia perché, caratterialmente, è negato, perché timido oppure imbranato, è già, spietatamente, fuori dal lavoro. Messo ai margini. Licenziato.
Ma questo lo capisci se devi sottoporti obbligatoriamente alle forche caudine del praticantato, non lo percepisci se puoi accedere comodamente alla professione con un esame. Che permette ad una marea di INCAPACI di accedere alla professione di operatore immobiliare.
Quindi concludendo, con il tirocinio almeno il 50% degli aspiranti rinuncia a proseguire oltre, perché semplicemente non gli va di “battere” i marciapiedi della zona che gli viene assegnata dal titolare e suonare i campanelli dei portoni e domandare…domandare…domandare….
Lavorando sempre e comunque, sia sotto il sole canicolare di Luglio, sia sotto la pioggerellina fine ed insistente di Novembre, quella che ti penetra nelle ossa, sia sciando sulla neve dura e compatta di Gennaio.
Ah…quanti!
Quanti tirocinanti rinuncerebbero ai sogni di gloria perche si erano immaginati un lavoro con una procedura di esecuzione totalmente diversa, molto più comoda e confortevole…Magari, pensavano che i venditori di case facevano la fila fuori dall’agenzia….
E loro a dirigere il traffico e a contare le provvigioni...
Io dico quindi: ben venga il serio e rigoroso tirocinio perché farà cambiare l’opinione a molti praticanti e farà loro immediatamente togliere le tende, diminuendo la pressione dei concorrenti su un mercato sempre più ristretto.
I molti che, invece, rimangono sul mercato, e chissà sul gozzo di quanti clienti, lo sono perchè hanno superato il solo esame camerale, magari senza fare nessun tirocinio volontario. E questa, non è una supposizione ma è la vostra realtà, purtroppo…
Perché, quindi, dico io, non sostenere a spada tratta il tirocinio con l’esame finale?
Almeno Fiap e Fimaa facciano fronte comune!
Sarebbe un bel vedere e un bel partecipare!
Comunque, in alternativa, sotto il profilo della idoneità selettiva, molto meglio il tirocinio che un semplice esame camerale.
Ma…
Ma, siccome siamo in Italia, temo che realizzeranno qualche inguacchio normativo: vuoi fare il mediatore immobiliare?
Benissimo, siamo qui per questo: allora, preferisci il comodo corso professionalizzante con l’annesso esame camerale finale?
Si?
Niente paura. Si può fare.
Siamo a tua completa disposizione.
Sei, al contrario, un tipo attivo ed intraprendente e non ti va di sgobbare e marcire sui libri?
Arcibene!
Per te, “alla carte”, c’è bello pronto un bel praticantato di un anno…
Con esame?
Ma quale esame….! Dopo un anno di sbattimenti mica possiamo pretendere addirittura un esame!
Ma no, ma che vai a pensare?
D'altronde, siamo solo ausiliari del commercio. O no?
RIPETO, RIBADISCO e REITERO.
L’ideale sarebbe la seguente procedura, per accedere al registro camerale: corso, tirocinio ed esame finale.
In alternativa: un serio e rigoroso tirocinio.
Per me ( ma la mia opinione vale un fico secco..) sarebbe, invece, da abolire immediatamente l’esame camerale, com'è concepito attualmente, se si potesse ottenere la possibilità di un praticantato rigido e selettivo.
Da evitare, come la peste, la possibilità del doppio accesso: corso ed esame oppure il solo tirocinio (che fosse rigido e selettivo almeno…chissà!?..).
La maglie sarebbero troppo larghe. E passerebbero cani e porci.
Ma indovinate quale è la strada che sta imboccando, pronubo parte del sistema associativo, la normativa italiana?
Non la scrivo nemmeno, tanto è lampante.
Una tecnofregatura?
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