Manlio

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La grande riforma della casa diventerà legge regionale prima dell'estate. I tempi sono questi, ma la norma regionale legata alle modifiche delle abitazioni non sarà identica a quella che lo Stato convertirà in legge fra due mesi, seppure le linee generali saranno recepite totalmente. La Regione farà proprio il decreto del Governo, ma con alcune modifiche che terranno conto della specialità della nostra regione e la nostra riforma edilizia non sarà uguale per tutta l'Isola perché si terrà conto delle diverse valenze paesaggistiche che il nostro territorio presenta.Gli aumenti possibili di volumetrie non cambieranno, così come sarà confermata la fascia intoccabile dei 300 metri dal mare, entro la quale non saranno permessi interventi di alcun tipo.
Si Stabilirà una graduazione delle quote volumetriche che si potranno aggiungere poichè la Sardegna non è sempre uguale in ogni angolo edificato. Saranno quasi certamente stabilite limitazioni di aumento delle cubature nei centri storici di antica formazione, mentre negli edifici pluripiano, saranno possibili solo interventi edilizi che trovino i condomini tutti d'accordo, anche sulla data di inizio e fine dei lavori. La novità nazionale sui lavori consentiti anche su edifici di recente realizzazione trovano d'accordo anche la nostra Regione e non ci saranno restrizioni su questo punto. Nell'ipotesi di demolizione e ricostruzione l'utilizzo di materiali tipici della bio edilizia sarà obbligatorio, una politica legata al risparmio energetico che permetterà un effettivo miglioramento del patrimonio urbano della Sardegna. Non ci sarà conflitto fra Regione e Comuni sulle autorizzazioni,basterà la Dia firmata dal progettista, ma i Comuni potranno imporre, come dice il decreto, aggiustamenti tecnico-estetici».La Regione lascerà ai sindaci facoltà di decidere sul proprio territorio, ma nella norma regionale la questione sarà trattata con maggiore attenzione.
 

Manlio

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Re: Piano casa,intesa tra Stato, Regioni e gli enti locali.

Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 98 del 29/4/2009 l'Intesa tra Stato, Regioni e gli enti locali, sull'atto concernente  "misure per il rilancio dell'economia attraverso l'attività edilizia".  L'intesa, sottoscritta da Stato, Regioni ed enti locali il 31 marzo e ratificata dal Consiglio dei Ministri  e dalla Conferenza Unificata il successivo 1° aprile,  prevede che le Regioni debbano adottare entro 90 giorni (ovvero  entro la fine del mese di giugno) proprie leggi regionali al fine di regolamentare nel dettaglio, sulla base degli obiettivi individuati nell'Intesa medesima, le modalità di attuazione degli interventi di ampliamento e di demolizione/ricostruzione degli edifici esistenti e la previsione di forme procedurali semplificate.
In caso di mancata approvazione delle leggi regionali nel termine stabilito il Governo e il Presidente della Giunta regionale interessata determineranno le modalità idonee per dare comunque attuazione all'accordo anche sulla base di quanto previsto dall'art. 8, comma 1, della Legge 131/2003 in base al quale  il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro competente per materia, potrà assegnare alla Regione un congruo termine per adottare i provvedimenti dovuti o necessari; decorso inutilmente tale termine, il Consiglio dei ministri provvederà all'adozione dei provvedimenti necessari, anche normativi, ovvero nominerà un apposito commissario.
La Conferenza unificata non ha però trattato l'argomento relativo allo schema di decreto-legge recante "Misure urgenti in materia di edilizia, urbanistica ed opere pubbliche" che è stato rinviato a giovedì prossimo ed il Governo rinvierà l'esame ad un prossimo Consiglio dei Ministri. Si tratta di un provvedimento del quale si parla già dai primi giorni del mese di marzo e che doveva avere il carattere di urgenza, non riesce, ancora ad avere la luce.  Lo schema iniziale, sia per venire incontro alle problematiche relative alle competenze delle Regioni sia a seguito del terremoto che ha colpito l'Abruzzo è stato più volte modificato e, successivamente all'Intesa Sato-Regioni, sancito con Provvedimento 1 aprile 2009 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 98 del 29 aprile 2009, è stato scorporato in un decreto-legge ed in una successiva legge delega.
Con il passare del tempo, le posizioni tra le Regioni ed il Governo sono diventate sempre più divergenti anche in considerazione del fatto che sull'ultimo schema presentato, i Governatori hanno predisposto alcuni emendamenti che spingono sui piani antisismici preventivi con ulteriori irrigidimenti del divieto di ampliamento delle abitazioni nel caso in cui per le stesse non vengano effettuati interventi di miglioramento antisismico.
Lo schema di decreto legge, nell'ultima versione contiene, tra l'altro:
    - la cancellazione del rinvio dell'entrata in vigore delle norme tecniche di cui al D.M. 14/1/2008 che dovranno essere applicate sin dall'1 luglio 2009;
    - l'obbligo, per qualsiasi premio di cubatura di provare "documentalmente il rispetto delle norme antisismiche";
    - l'obbligo del certificato di collaudo statico per la vendita degli immobili.
A ciò si aggiunga la richiesta di una maggiore estensione degli sgravi IRPEF 55% rispetto a quanto previsto dal decreto-legge per l'Abruzzo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
La proposta delle Regioni è quella di inserire nel Piano Casa l'allargamento del 55% in automatico per tutti gli interventi di miglioramento sismico. Sulle Regioni  grava comunque l'obbligo sancito nel citato Provvedimento 1 aprile 2009, di varare le proprie leggi entro il prossimo 30 giugno e su tre mesi disponibili uno è già trascorso.
 

Luciano Passuti

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Caro Manlio,
tu operi in una Regione politicamente vicina all'attuale Governo, vedrai che la legge nazionale NON verra' snaturata.
Io sono emiliano, e in particolare BOLOGNESE, ho notizie dalla mia Regione che stanno facendo norme restrittive che limiteranno le motivazioni del PIANO CASA approvato dal Governo inserendo vincoli e disposizioni limitative, come e' successo con il condono !
 

Manlio

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Caro Luciano,
Intanto grazie dell'intervento.In merito al piano casa penso che prescindendo dalle appartenenze politiche dei governanti regionali,gli stessi dovranno adottare il decreto nazionale con le opportune ed indispensabili,a mio avviso,modifiche nel rispetto dei cittadini,delle economie locali,del'ambiente e territorio.
Saluti.
Manlio
 

Manlio

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Un piano-casa rivisto ancora, in chiave antisismica. Modificato dopo il terremoto in Abruzzo, il decreto legge del governo per incentivare l’edilizia residenziale è stato esaminato ieri in preconsiglio dei Ministri e, dopo un passaggio dalla Conferenza Unificata, sarà portato in Consiglio dei ministri. La bozza accelera sulle nuove norme antisismiche per la costruzione di edifici o il consolidamento di quelli esistenti: in vigore dal 30 giugno 2009, un anno prima del previsto. L’effetto del terremoto si traduce in un articolo che sblocca le norme approvate nel 2005. Il dl prevede anche che gli interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione di immobili e gli interventi che riguardano parti strutturali di edifici non possano essere realizzati, e per gli stessi non si possono prevedere premi urbanistici, se «il progettista non abbia provato il rispetto della normativa antisismica». Lo stesso provvedimento autorizza diverse “attività di edilizia libera”, per le quali cioè non serviranno autorizzazioni ma basterà la comunicazione al Comune prima dell’inizio dei lavori. Tra queste, gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, comprese le ristrutturazioni di interni (come eliminazione o realizzazione di pareti divisorie «che non costituiscano elementi strutturali»). Lavori che non devono riguardare parti strutturali degli edifici, non devono prevedere un aumento del numero delle unità immobiliari o l’incremento degli standard urbanistici. Non occorrerà il via libera, poi, per gli interventi che eliminano barriere architettoniche e «che non comportino la realizzazione di rampe o ascensori esterni o di manufatti che alterino la sagoma dell’edificio». Niente via libera, ancora, per i mutamenti di destinazione d’uso: quelli però attuati senza esecuzione di opere edilizie che non determinano un aumento del carico urbanistico, fatti nel rispetto delle prescrizioni urbanistiche comunali. La destinazione d’uso di un capannone industriale si potrà modificare solo in conformità al piano regolatore. Lo stesso vale per opere che servono a «esigenze contingenti», come un gazebo informativo, e per serre mobili stagionali, opere di pavimentazione e finitura di spazi esterni e l’installazione di pannelli solari e serbatoi di gpl fino a 13 metri cubi. Il dl del Governo, che deve essere concordato con le Regioni (impegnate entro il 30 giugno ad approvate leggi che prevedono l’aumento delle cubature per le abitazioni residenziali mono e bifamiliari e incentivi per chi ricostruisce con tecniche di bioedilizia) contiene diverse semplificazioni - dai beni culturali fino alla conferenza dei servizi -, e sarà accompagnato da un disegno di legge delega per l’aggiornamento della normativa urbanistica e del paesaggio. Nel dl, sono previste modifiche sostanziali nelle norme sulle autorizzazioni paesaggistiche: le soprintendenze dovrebbero limitarsi a esprimere «pareri non vincolanti» sulla compatibilità degli interventi con il contesto vincolato per i suoi valori paesaggistici «entro 40 giorni ». Dal ministro per gli Affari regionali Fitto la conferma che la bozza ora sarà sottoposta a Governatori e enti locali. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Errani, conferma: «Saremo attenti alla verifica dei contenuti applicativi». E aggiunge: «Ci deve essere il pieno rispetto della legislazione antisismica senza alcuna deroga o rinvio, e va garantita la qualità del governo del territorio»
 

Manlio

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Troppi vincoli nel piano regionale.

l Piano strategico per la casa prosegue la sua corsa, con 140 parlamentari a sostegno della proposta di riqualificare l'Italia, ma in Sardegna la meta è ancora lontana. Sembra infatti che i concetti chiave della proposta di legge presentata dal deputato sardo Mauro Pili (con i relativi incrementi volumetrici per le ristrutturazioni che privilegino il risparmio energetico e l'utilizzo di materiali eco-compatibili) potrebbero essere previsti in misura minore rispetto alle indicazioni generali per gli ampliamenti turistici. Tra le cause di questa situazione c'è la possibile conferma - da parte dell'esecutivo di centrodestra guidato dal governatore Ugo Cappellacci - dei vincoli del Piano paesaggistico, quelli instaurati tra mille polemiche dalla Giunta Soru. Non solo vincoli (e si vocifera di nuovo del blocco dei due chilometri dalla battigia) ma anche di incrementi volumetrici che per il piano casa nazionale sarebbero maggiori di quello regionale.
Per ora sono indiscrezioni, che però potrebbero trovare conferma molto presto. Forse già martedì, quando l'assessore all'Urbanistica Gabriele Asunis tirerà le somme degli incontri territoriali alla conferenza regionale sul Ppr a Cagliari. Tant'è che già partono i primi siluri. Dice il presidente di Confindustria sarda, Massimo Putzu: «Sentiamo parlare di troppi vincoli, vogliamo capire bene come stanno le cose».
Aggiunge il leader degli Industriali Putzu: «Sono situazioni talmente delicate che, prima di un pronunciamento netto, hanno bisogno della ceralacca dell'ufficialità. Senz'altro le indiscrezioni arrivano anche nelle nostre sedi e la preoccupazione esiste. Per questo, lunedì incontreremo Mauro Pili, padre della proposta di legge nazionale, per capire meglio che cosa è nel concreto questo Piano casa. E nei giorni successivi vorremmo capire dalla Regione il modo con cui sarà possibile intervenire e le implicazioni legate ai vincoli del Piano paesaggistico».
La proposta di legge sul Piano casa, intanto, continua a ricevere consensi. Sono 140 i parlamentari che hanno sottoscritto le integrazioni messe a punto dai parlamentari Mauro Pili e Paolo Vella al piano strategico economico e ambientale per riqualificare l'Italia. Tra questi, gli ex ministri Antonio Martino, Pietro Lunardi, Lucio Stanca, Enrico La Loggia e Mario Landolfi. La proposta di legge prevede infatti un rilancio dell'economia italiana con investimenti per 128 miliardi di euro (7,8 in Sardegna) e 750 mila nuovi posti di lavoro (45 mila nell'Isola).
La questione da affrontare subito è - come spiega Pili - «quella di predisporre norme regionali e nazionali in grado di trasformare il Piano casa in una rivoluzione economica, ambientale ed energetica così come sottoscritto da 140 parlamentari e dal premier Silvio Berlusconi per primo». La strada dell'intesa istituzionale Stato-Regioni pare non soddisfare appieno le parti, come è stato sperimentato a marzo nei vertici preliminari all'approvazione del provvedimento. Il vulnus è proprio sul governo del territorio, unica competenza concorrente tra Roma e le singole realtà regionali. In Sardegna più che mai questo doppio binario necessita di un accordo sulla strada da seguire.
Proprio in questa strettoia si inserisce l'esortazione a smuovere le acque di Settimo Nizzi, deputato del Pdl. L'ex sindaco di Olbia suona la sveglia alla Giunta Cappellacci: «Il continuare a insistere sui vincoli del Ppr di Soru anche per il Piano casa non va bene». E poi: «È vero che non si può chiedere alla Giunta Cappellacci di trovare in pochi mesi una soluzione a tutte le emergenze della Sardegna. Ma l'esecutivo dovrebbe avere un po' più di coraggio per segnare la svolta promessa, rimettendo in piedi la fonte economica principale per il territorio, cioè l'edilizia». Secondo Nizzi, «i sardi attendono dalla gestione del centrodestra il superamento di una politica vincolistica che, finora, ha prodotto gli effetti opposti rispetto a quelli desiderati. Ho i miei dubbi che gli abusi siano diminuiti. Approfittando dell'opportunità offerta dal Piano casa, la Giunta dovrebbe avere il coraggio di cambiare l'impianto del Ppr sui vincoli e sugli interventi che puntino al risparmio energetico e alla qualità».
 

Manlio

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Re: Piano casa sardo al traguardo.

Il Piano casa sardo vedrà la luce entro la prossima settimana. Ma la sorpresa arriva dagli aggiornamenti al Ppr: «Intendiamo ripristinare la certezza del diritto dove norme scorrette hanno creato grossi problemi di interpretazione». Sono parole del presidente Cappellacci che fa riferimento a decine di cantieri bloccati dalla precedente Giunta nelle città e lungo le coste e al conseguente grave danno causato al sistema economico. «Meccanismi come l'intesa di programma, che la Regione utilizzava per autorizzare interventi anche nelle zone off limits, saranno eliminati».
Per il presidente Ugo Cappellacci servono «regole chiare che garantiscano equità e certezza di diritto», perché «il sistema non ha bisogno di valutazioni di principio». Quindi svela le strategie sulla pianificazione generale: «In prospettiva», aggiunge il governatore, «va rivisitata la legge quadro urbanistica». Le scadenze più immediate sono gli adeguamenti per abbattere le criticità del Piano paesaggistico, con la garanzia che «non ci saranno più problemi di interpretazione su ciò che si può fare e su ciò che è vietato, situazione che ha creato un grave danno al sistema economico», e il Piano casa. Su questo fronte, la Regione ha deciso di chiudere la partita: «La prossima settimana il piano strategico di riqualificazione della Sardegna sarà portato al confronto delle forze politiche di maggioranza». La presentazione in Consiglio «potrebbe avvenire entro luglio». Ieri sera, durante l'assemblea provinciale della Confindustria, Cappellacci ha ribadito che «il disegno di legge regionale ha le stesse potenzialità del Piano casa proposto dal presidente Berlusconi e sarà formulato sulla base del contributo che abbiamo fornito durante i lavori della conferenza Stato-Regioni». La filosofia portante «sarà il rilancio economico nel rispetto dell'ambiente».
Il timore che il Piano casa potesse essere condizionato dall'eventuale conferma dei vincoli nel Piano paesaggistico nei giorni scorsi ha scatenato le reazioni un po' di tutti i settori economici. Proprio ieri i vertici di Confindustria sarda hanno chiesto «l'immediata attuazione del Piano casa». E la filosofia deve ricalcare quella della proposta di legge nazionale, presentata dal deputato Mauro Pili e sottoscritta da 140 parlamentari del Pdl, soprattutto sul versante del risparmio energetico e sulla qualità degli interventi. Da Massimo Putzu, leader degli industriali, arriva un invito alla Giunta regionale: «Serve un atto di coraggio, una decisione forte da assumere immediatamente: il programma di riqualificazione deve essere recepito nel collegato alla Finanziaria».
In mattinata, a Cagliari, Pili ha esposto le linee generali del programma ai vertici degli industriali, ricevendo attestazioni di sostanziale accoglimento. «L'interesse di Confindustria sarda per il piano strategico nazionale è fondamentale», ha detto l'ex presidente della Regione. «Dobbiamo mettere a punto anche in Sardegna una proposta moderna e innovativa che possa realizzare un vero e proprio piano di rinascita fondato sullo sviluppo economico e sull'efficienza energetica e ambientale, che consenta di riqualificare l'intero patrimonio edilizio sardo. Dopo cinque anni di carestia occorre volare alto per recuperare il tempo perso». Al vertice era presente anche il deputato del Pdl Settimo Nizzi, che ha ribadito agli industriali il suo pensiero sul programma strategico di riqualificazione: «È un'opportunità unica, che la Sardegna non può farsi sfuggire». Sulle novità del Ppr, ha aggiunto, «bisogna scardinare le intese di programma, non era il massimo che la Giunta regionale decidesse su tutto, saltando i Comuni. Dobbiamo fare in modo che, nella nuova filosofia, non ci siano più distinzioni tra bianchi e neri».
 

Manlio

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La certezza del diritto. Di una “carta” urbanistica sulla quale fare riferimento. Senza intese dalle maglie apparentemente strette: il nuovo Piano paesaggistico che sta nascendo non sarà neanche lontano parente di quello figlio della maggioranza di centrosinistra. «Lo demoliamo, cancelleremo questa vergogna», dice il presidente della Regione Ugo Cappellacci, «la riscrittura del Ppr è vicina alla fine, inseriremo le modifiche all'interno di un progetto di legge che conterrà il Piano casa regionale». Tre mesi dopo lo sbarco in viale Trento, Cappellacci si tuffa nella pianificazione del paesaggio e annuncia: «Porterò entro la prima metà di luglio in Consiglio il provvedimento della Giunta, faremo chiarezza per i cittadini e per li amministratori, costretti fino a oggi a combattere contro una serie di norme complesse e ingiuste».
Ieri, nel corso dell'ultima conferenza regionale sulla pianificazione del territorio, il governatore, l'assessore all'Urbanistica Gabriele Asunis e il direttore dell'assessorato, Marco Melis, hanno ripercorso le tappe del lavoro di ascolto di questi ultimi due mesi, fra un incontro con gli amministratori locali e un tavolo tecnico, per arrivare al nuovo Ppr e al Piano casa, in linea con le strategie del Governo nazionale sul tema della riqualificazione edilizia.
Un disegno di legge, quindi, pronto nelle prossime settimane dove ci sarà spazio non solo per i provvedimenti sull'edilizia residenziale, ma anche per le imprese e per gli alberghi. «Dopo un ulteriore confronto con la maggioranza, presenteremo il nostro Piano casa - ha spiegato Cappellacci - siamo convinti che occorra un salto in avanti per lo sviluppo in alcuni settori strategici come il turismo, che attualmente ha un'incidenza solo dell'8 per cento sul Pil regionale».
Ci sarà un importante capitolo legato agli alberghi, all'interno del Piano casa: sarà prevista la possibilità di riqualificare le strutture alberghiere con volumetrie “tecniche” (realizzazione di centri congressi e centri benessere), mentre è ancora all'esame la possibilità di concedere un aumento delle cubature, soprattutto per quanto riguarda gli alberghi nella fascia dei 300 metri dal mare. Ci sarà, per le imprese turistiche, la possibilità di accesso al credito attraverso «strumenti finanziari agevolati, per questo abbiamo avuto già dei contatti con la Banca europea degli investimenti», ha detto il presidente Cappellacci.
Il Piano casa regionale accoglierà, come è ovvio, i principi-guida di quello nazionale, con le premialità di cubatura per chi ristruttura secondo le norme che regolano il rispetto dell'ambiente e il risparmio di energia. Uno dei nodi ancora da sciogliere riguarda l'edilizia nella fascia sottoposta a tutela assoluta, quella vicina al mare: la Giunta sembra orientata a concedere la possibilità di rimodulare le case vicino al mare, senza “premi” di cubatura, mentre resta l'incentivo ad abbattere e ricostruire oltre i 300 metri, con cubature in più fino al 35 per cento.
Per le imprese sarde ci sarà la possibilità di ampliare e modificare gli stabilimenti, capannoni e impianti seguendo la traccia nazionale del risparmio energetico e della bioedilizia. Infine, il Piano casa conterrà anche norme che modificheranno il Piano paesaggistico regionale sui beni identitari, sulle norme transitorie e sull'applicazione dei Piani urbanistici comunali in vigore alla data di approvazione della legge sulle coste.
 

Manlio

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Agente Immobiliare
Re: Varato il piano casa in Sardegna.

Fonte:Lunione sarda.

edit del Custode: Grazie a Manlio potete scaricare l'articolo sul vostro PC
 

Allegati

  • Piano Casa Sardegna.pdf
    89,9 KB · Visite: 79

Manlio

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Noto con piacere che il topic è molto visitato.
Il Supporter e la Community di Immobilio vi AUGURA buone e serene ferie estive.
Ciao a tutti ;) .
 

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