Salve a tutti,
Vi sottopongo un problema relativo alla vendita di un ex cespite C/2 trasformato in A/2. Il preliminare di vendita è stato siglato, il notaio ritiene che la documentazione sia in regola ma si è impuntato sulla legittimità dell'agibilità acquisita per silenzio assenso.
Per ció che concerne l'agibilità abbiamo consegnato allo studio notarile la richiesta protocollata dall’ufficio tecnico (comune di Roma) e dichiarato che, poiché tale ufficio non è intervenuto né ha mosso qualsivoglia obiezione (l’abbiamo presentata alcuni anni fa), l’agibilità si ritiene acquisita per silenzio assenso (legge n. 15/2005 e succ. dalla legge n. 80/2005 e art. 25 comma 4 D.P.R.380/2000).
Qui accade qualcosa che (in quasi vent’anni di compravendite) non ci era mai capitata: il notaio ritiene che il "silenzio assenso" non sia sufficiente e chiede che sia presentata una “richiesta di silenzio assenso in forma esplicita” a cui l’ufficio tecnico dovrà replicare asseverando che il cespite è effettivamente dotato del certificato di agibilità.
In buona sostanza: abbiamo fornito al notaio l’intera documentazione. Il cambio di destinazione d’uso è completamente in regola (Dia, pagamenti, chiusura lavori ecc). Dopo aver visionato i documenti ha chiesto che gli firmassimo una delega per l’accesso agli atti (voleva controllare direttamente al comune). Gli abbiamo firmato anche questa delega. Ora ci dice “ i documenti sono in regola ma il silenzio assenso sulla richiesta di agibilità non mi basta, chiedo che presentiate domanda per una richiesta di silenzio assenso in forma esplicita”.
Noi valutiamo quanto segue: ma se l’agibilità è gia stata acquisita ex lege (il comune non si è opposto, non ha sollevato obiezioni ecc), per quale motivo dobbiamo andare ad infognarci in una richiesta che causerebbe la revisione dell’intero incartamento da parte dell’ufficio tecnico? I documenti sono in regola (gli abbiamo firmato anche una delega affinché potesse controllarli direttamente) ma negli uffici capitolini di solito basta una minuzia a far scattare arzigogoli e cavilli. Siamo davvero obbligati a presentarla o possiamo argomentare che presentando la richiesta di agibilità protocollata riteniamo di aver fornito un documento a tutti gli effetti valido? Inoltre dichiarando la regolarità del cespite al rogito ci assumiamo (come è ovvio) la responsabilità legale che sia effettivamente così.
Grazie a chi vorrà rispondere
Vi sottopongo un problema relativo alla vendita di un ex cespite C/2 trasformato in A/2. Il preliminare di vendita è stato siglato, il notaio ritiene che la documentazione sia in regola ma si è impuntato sulla legittimità dell'agibilità acquisita per silenzio assenso.
Per ció che concerne l'agibilità abbiamo consegnato allo studio notarile la richiesta protocollata dall’ufficio tecnico (comune di Roma) e dichiarato che, poiché tale ufficio non è intervenuto né ha mosso qualsivoglia obiezione (l’abbiamo presentata alcuni anni fa), l’agibilità si ritiene acquisita per silenzio assenso (legge n. 15/2005 e succ. dalla legge n. 80/2005 e art. 25 comma 4 D.P.R.380/2000).
Qui accade qualcosa che (in quasi vent’anni di compravendite) non ci era mai capitata: il notaio ritiene che il "silenzio assenso" non sia sufficiente e chiede che sia presentata una “richiesta di silenzio assenso in forma esplicita” a cui l’ufficio tecnico dovrà replicare asseverando che il cespite è effettivamente dotato del certificato di agibilità.
In buona sostanza: abbiamo fornito al notaio l’intera documentazione. Il cambio di destinazione d’uso è completamente in regola (Dia, pagamenti, chiusura lavori ecc). Dopo aver visionato i documenti ha chiesto che gli firmassimo una delega per l’accesso agli atti (voleva controllare direttamente al comune). Gli abbiamo firmato anche questa delega. Ora ci dice “ i documenti sono in regola ma il silenzio assenso sulla richiesta di agibilità non mi basta, chiedo che presentiate domanda per una richiesta di silenzio assenso in forma esplicita”.
Noi valutiamo quanto segue: ma se l’agibilità è gia stata acquisita ex lege (il comune non si è opposto, non ha sollevato obiezioni ecc), per quale motivo dobbiamo andare ad infognarci in una richiesta che causerebbe la revisione dell’intero incartamento da parte dell’ufficio tecnico? I documenti sono in regola (gli abbiamo firmato anche una delega affinché potesse controllarli direttamente) ma negli uffici capitolini di solito basta una minuzia a far scattare arzigogoli e cavilli. Siamo davvero obbligati a presentarla o possiamo argomentare che presentando la richiesta di agibilità protocollata riteniamo di aver fornito un documento a tutti gli effetti valido? Inoltre dichiarando la regolarità del cespite al rogito ci assumiamo (come è ovvio) la responsabilità legale che sia effettivamente così.
Grazie a chi vorrà rispondere