Con il testamento non si possono escludere dal diritto di successione i seguenti eredi:
Coniuge;
figli legittimi o naturali e loro discendenti;
ascendenti legittimi (genitori, nonni, bisnonni, ecc. ) solo in mancanza di figli;
che possono impugnarlo qualora i loro diritti siano stati lesi.
Gli eredi, se non ricorrono particolari condizioni di esenzione, sono obbligati a presentare la dichiarazione di successione entro 1 ANNO dalla data del decesso.
Se il deceduto era titolare, unicamente, del diritto di usufrutto su case e/o terreni non va presentata la dichiarazione di successione, ma l’usufrutto deve essere cancellato; la cancellazione dell’usufrutto avviene con modalità diverse a seconda dell’anno in cui è avvenuto l’acquisto.
Come si fa testamento?
Sono previste varie forme:
Il testamento olografo: non richiede alcuna formula particolare, l’unico requisito essenziale è che sia scritto per intero, datato (con indicazione di giorno, mese ed anno) e sottoscritto a mano dal testatore.
Il testamento pubblico: è ricevuto dal notaio, a cui il testatore dichiara la sua volontà in presenza di 2 testimoni. Il notaio redige l’atto, ne dà lettura e lo fa sottoscrivere dai presenti.
Il testamento segreto: è anch’esso ricevuto dal notaio, ma in busta sigillata. Deve comunque contenere la firma del testatore.
• Quando viene reso noto il contenuto del testamento?
Dopo la morte del testatore, tramite un notaio, su richiesta di chiunque creda di avervi interesse.
• Ci sono limiti alla libertà di disporre per testamento?
A prescindere dalle disposizioni del testamento, al coniuge, ai figli e agli ascendenti legittimi viene comunque riservata una quota dell’eredità, detta legittima; queste persone sono chiamate legittimari.
La quota di eredità residua si chiama disponibile ed è quella di cui il testatore può liberamente disporre.
• Che cosa succede se l’erede menzionato nel testamento si rifiuta di riconoscere i diritti dei legittimari?
I legittimari possono ricorrere al Giudice.
• Quali sono le quote di eredità riservate ai figli, al coniuge e agli ascendenti?
Se vi è un solo figlio: a lui è riservata la metà del patrimonio; l’altra metà è disponibile.
Se vi è più di un figlio: sono loro riservati i due terzi dell’eredità, da dividersi in parti uguali; un terzo è disponibile.
Se vi è solo il coniuge: gli è riservata la metà del patrimonio; a lui spettano inoltre i diritti di abitazione della casa adibita a residenza familiare e di uso dei mobili che la arredano (se di proprietà del defunto o comuni).
Se vi sono coniuge e figli: se il figlio è uno solo, a lui è riservato un terzo dell’eredità e un altro terzo va al coniuge; se vi è più di un figlio, spetta loro la metà del patrimonio da dividersi in parti uguali e al coniuge spetta un quarto.
Se vi sono ascendenti legittimi e coniuge: al coniuge spetta metà del patrimonio e agli ascendenti un quarto.
Se vi sono solo ascendenti legittimi: è loro riservato un terzo del patrimonio.
Se non vi sono figli, né coniuge, né ascendenti legittimi: si può disporre per testamento di tutta l’eredità.
• I figli legittimi, naturali e adottivi hanno gli stessi diritti nella successione?
Sì. Ma i figli legittimi, anziché attribuire ai naturali una quota dell’asse ereditario, possono soddisfarli in denaro o in beni immobili ereditari. Inoltre i figli adottivi non partecipano alla successione dei parenti dei genitori adottivi.
• Come sono tutelati i figli del defunto che non possono essere riconosciuti?
Ai figli non riconoscibili (incestuosi) che hanno diritto al mantenimento, istruzione e educazione, spetta un assegno vitalizio a carico degli eredi, pari all’ammontare della rendita della quota di eredità alla quale avrebbero avuto diritto se fossero stati riconosciuti o dichiarati figli naturali.
Essi possono chiedere ed ottenere una liquidazione unica dell’assegno, in denaro o in beni ereditari.
• Se vi era la comunione dei beni, quali diritti ha il coniuge?
La successione si apre sulla quota del defunto, cioè sul 50% dei beni che per legge rientrano nella comunione.
• Quali sono i diritti ereditari del coniuge separato?
Il coniuge a cui non è stata addebitata la separazione ha gli stessi diritti successori del non separato.
Il coniuge a cui è stata addebitata la separazione non ha diritto ad una quota ereditaria, ma soltanto a un assegno vitalizio se godeva degli alimenti a carico del defunto (vedere capitolo Separazione legale).
• Nel caso di nuovo matrimonio del vedovo, quali sono i diritti successori della moglie e dei figli?
Se il coniuge vedovo muore dopo essersi risposato, la moglie e gli eventuali figli hanno diritto, insieme ai figli del primo matrimonio, se ci sono, al patrimonio ereditario secondo le regole illustrate in questo capitolo.